Alla sera

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Messaggi del 09/08/2007

Il chirurgo

Post n°404 pubblicato il 09 Agosto 2007 da mestesso69
 

Pioveva a dirotto da ormai tre giorni.Una pioggia insistente e violenta che si divertiva a travolgere tutto e tutti indistintamente…democraticamente…
Erano in pochi in giro per le strade quella sera, c’era chi era uscito a malincuore per recarsi al lavoro, c’era chi aveva appuntamenti inderogabili da soddisfare, c’era chi faceva ritorno a casa agognando un comodo e caldo divano.
E poi c’era lui…intento a vagabondare senza meta ,se non per un caffe’ al bar, avvolto nel suo giubbotto grigio idrorepellente.Adorava la pioggia, amava passeggiare sotto di essa fino ad inzupparsi l’anima e annegare i propri pensieri.
Figure cosi’ diverse, ognuna con i propri problemi, con le proprie preoccupazioni, con i propri sogni, che si aggiravano nel buio della notte come spettri in un cimitero.
Figure rese cosi’ simili dalla pioggia.
Il cielo venne percorso da una serie di zig zag luminosi, lampi che sembravano livide ferite inferte a nuvole nere e minacciose e il brontolio del tuono fu un minaccioso monito, che squarcio’ il silenzio irreale.
Alzo’ il viso al cielo e rimase con lo sguardo fisso verso di esso nella speranza di assistere ad altri lampi.Gli piaceva molto osservare quelle scariche luminose, quelle manifestazioni cosi’ veementi della potenza della natura e cosi’ non perdeva occasione di ammirarli.
Forse avrebbe fatto meglio a rimanere a casa, da mesi le autorita’ giudiziarie consigliavano alla cittadinanza di restare nelle proprie abitazioni alla sera e di evitare di andare in giro in particolar modo se da soli.
Un pericoloso serial killer, ribattezzato dai mass media come il "chirurgo", si aggirava furtivo in quella zona alla ricerca di nuove vittime.Aveva torturato ed ucciso numerose persone nell’arco degli anni, ad una cadenza regolare di circa tre mesi, ma negli ultimi tempi gli omicidi erano diventati molto piu’ frequenti quasi come se la sua follia fosse definitivamente esondata e non riuscisse piu’ a trattenersi.
Gli esperti parlavano di personalita’ schizzoide, si divertivano a sciorinare strane teorie e a dipingere suggestivi ed esaustivi profili mentali ma in realta’ le indagini continuavano a restare in alto mare e non erano in grado di dare un volto e un nome a quella persona.
Nessun minimo indizio lasciato sulle scene dei crimini…solo un macabro rituale a firmare le sue gesta.
Come un novello Jack the ripper, il "chirurgo" squartava ed eviscerava le sue vittime per poi risuturare con maestria le ferite inferte.
Quella sera lui aveva bisogno di piangere in compagnia della pioggia perche’ non voleva piangere da solo.
Il "chirurgo" era l’ultima delle sue preoccupazioni anzi chiudendo la porta di casa si era persino augurato di incontrarlo.
Giocare a dadi con il destino e’ sempre affascinante…. tanto piu’ quando non si ha nulla da perdere.
Si era cosi’ riversato per le vie del paese alla ricerca delle stradine piu’ anguste e buie dove poter far sparire la sua ombra e confondersi nel nero della notte.
Mentre camminava si divertiva a battere violentemente i piedi dentro alle pozzanghere per fare alzare schizzi d’acqua da terra a creare strani effetti visivi come fossero fontane di Versailles.Lo aveva sempre fatto, sin da bambino saltava dentro alle pozze d’acqua con i suoi stivali neri in gomma e provava un immenso piacere nel bagnare se stesso e chi gli stava vicino.
Era un gioco stupido e puerile, questo lo sapeva bene, ma il piacere perverso che provava, guardando le persone gesticolanti e grondanti, valeva ampiamente i rischi che correva.
Ricordava ancora con gioia una serata passata in compagnia con un suo amico a scorrazzare in auto per la citta’, centrando a gran velocita’ le pozzanghere che si erano appena formate. Si era divertito a schizzare i passanti in attesa dell'autobus, o i distratti ciclisti, che pedalavano forsennatamente, per mettersi al riparo dalla pioggia.
Vederli dallo specchietto retrovisore completamente zuppi e gocciolanti di acqua melmosa, nonche’ furibondi nei loro confronti era stato irresistibile.
Allora aveva vent’anni , erano trascorsi molti anni, innumerevoli occasioni di ripetere quell’esperienza cosi’ divertente gli si erano presentate davanti, era diventato adulto anche se in realta’ non si diviene mai completamente adulti, in un cassetto dell'anima, ognuno conserva tracce del bambino che e’ stato, mantenendo vezzi e manie, tali da farlo sentire giovane e birichino, come tanti anni fa, ma non lo aveva piu’ fatto.
Un dolore improvviso e lancinante si impossesso’ del suo fianco destro. Una terribile fitta come se qualcosa di appuntito e sottile gli avesse penetrato la pancia. Senti’ mancargli il respiro, la vista inizio’ ad affuscarsi e il buio, fino a quel momento tanto ricercato, si impossesso’ di lui. Svenne accasciandosi al suolo come un corpo senza vita.
Una luce ,cosi’ abbagliante da impedirgli di distinguere bene cio’ che aveva intorno, puntata sugli occhi, le parole confuse e incomprensibili che provenivano da una bocca digrignata in un sorriso beffardo, lo scintillio del bisturi di fronte a se, la sensazione di freddo e scomodita’ del tavolo di metallo su cui era immobilizzato.
Provo’ ad urlare, provo’ a muoversi in un disperato tentativo di sottrarsi al suo destino.
Un dolore ancora piu’ violento di quello provato al fianco si fece strada in lui…il cuore inizio’ a battere frenetico…un solo pensiero "il chirurgo" e poi di nuovo il buio.
Strana la vita, immagini molte cose, speri che possano accaderti a volte persino preghi il tuo Dio per ottenerle e poi quando ti ci ritrovi faccia a faccia ti accorgi che non erano quello che in realta’ desideravi e non hai nemmeno il tempo di ammettere che hai sbagliato.

Riprese conoscenza mentre i primi raggi del sole facevano capolino dalla finestra di una stanza di ospedale.La pioggia era finita e le nuvole avevano deciso di lasciare spazio al sereno.
Una donna vestita di bianco gli si paro’ vicino e gli sorrise
"Non e’ cosi’ male il paradiso" penso’ prima che l’angelica figura si mettesse a parlare con lui
"Ieri sera e’ stato molto fortunato.Se un signore non fosse passato per caso da quella stradina lei ora non sarebbe piu’ qui’.Sa…le deve la vita…ha avuto un attacco di peritonite e se non fossimo intervenuti chirurgicamente subito lei sarebbe morto.Ora prenda queste pastiglie e si riposi…"
Obbedi’ alla lettera e poi richiuse gli occhi.
Gli era stata donata una seconda occasione…capi’ l’importanza di questo dono perche’ era stato cosi’ vicino a perderlo.
Da quel giorno in poi avrebbe osservato la pioggia e i temporali attraverso un vetro di una finestra.
Sarebbe rimasto al caldo della sua abitazione come suggerivano le autorita’…almeno fino a quando il "chirurgo" non fosse stato catturato.

 
 
 

Stagioni

Post n°403 pubblicato il 09 Agosto 2007 da mestesso69

Odore d'inverno tra le pagine bianche e nere di un libro mai letto ma scritto,
riga per riga,
da una mano entusiasta,
da un artista gioioso.
Profumo d'inverno nelle parole dette
sottovoce
senza parlarsi troppo
del domani che vivremo.
L'inverno
dentro di me
scorre lungo
un fiume troppo infreddolito per rumoreggiare
contro le sponde alte di un argine
oltre il vigneto, e le mie mani
cosi’ fredde e ansiose,
scorrono come lui sull'erba bagnata.
La nebbiolina fitta e umida che cala
sopra le distese di frutteti
spenti dall'autunno,
scende sui miei occhi pieni di sogni
e li offusca
e li colora
di un grigio sospettoso, del grigio
di un cielo che sopra la mia testa infierisce sulla strada.
ti ho nelle mani,
come l'inverno,
eppure non posso toccarti,
non posso sentirti come gia’ ti sentono i miei sensi,
come gia’ ti hanno accolto
dal primo giorno
come un sogno avverato piovuto dal nulla,
come la neve d'inverno
in una tranquilla giornata d’estate.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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