Lilly era una splendida bambina…occhi chiari e splendenti come diamanti…capelli mossi come onde del mare in tempesta al tramonto.Amata, accudita e coccolata dai suoi genitori quasi fosse una principessa aveva finito per convincersi di esserlo realmente.Si era nutrita per anni di pane e favole per sopravvivere in una prigione dorata costruita attorno a lei per proteggerla da orchi e draghi ...
Aveva singhiozzato nel buio delle sue notti cercando di soffocare, con il cuscino di piume,sogni ritenuti da altri assurdi,barattando la sua indole vera con un'indole fantoccia per meglio aderire al calco di gesso che adoravano i suoi genitori..
Aveva buttato tra le braccia della sua fedele ombra tutte le parti ritenute deleterie…dolore,smarrimento,malinconia,tristezza,paura,rabbia…e aderito alle convinzioni che le venivano propinate sotto forma di parabole materne :
-non ti puoi fidare di nessuno che non siano i tuoi genitori
-non puoi cedere alla debolezza perchè nessuno verrà in tuo aiuto
-sei sola e hai soltanto i tuoi genitori che ti amano di un amore incondizionato,tutti gli altri,bene o male,vogliono solo approfittare di te
-la vita è faticosa e costosa
-essere amati vuol dire sentirsi protetti e sicuri
-sii forte
-sii perfetta
-cerca di piacere e di mostrarti piacevole
-gli uomini sono tutti uguali
-la vita non è giusta
Ma essere una principessa non vuol dire avere un atteggiamento altezzoso, concedersi mille capricci,vestire abiti sfarzosi…essere una principessa significa credere nei propri sogni, vivere le emozioni pienamente, essere convinti che la felicita’ e l’amore esistano.Lei non poteva permetterselo…si ripeteva all’infinito che la vita non le aveva concesso di essere quello che sentiva di essere…continuava a mentire a se stessa perche’ in fondo era solamente lei a non volersi concedere un simile lusso.
Paura di deludere altri…paura di compiere scelte…meglio un’esistenza sicura anche se monotona.Si concedeva pochi attimi di luce nel grigiore della sua vita.Tra questi le fughe dalla sua stanza durante le notti di luna piena.Adorava ammirarla nel silenzio della collina.Li’ poteva piangere senza timore di essere sentita.Fu in una di quelle scappatelle che lo incontro’.Era sdraiato su un fianco sull’erba.Il mantello sporco dal fango delle ultime piogge a rendere il suo aspetto piu’ disandato di quanto potesse esserlo.La testa rivolta altrove…da buon vagabondo…verso l’alto ad osservare il cielo.Non sapeva cosa fosse quello strano disco luminoso che ogni tanto compariva a rendere chiare le notti…nessuno glielo aveva mai spiegato…ma ne era attratto.Alcuni suoi compagni di viaggio gli avevano una volta raccontato che lassu’ c’erano milioni di grotte asciutte e calde dove trascorrere le notti e il cibo spuntava dal sottosuolo come i fiori a primavera…un vero paradiso.
Gli sarebbe piaciuto visitarlo…a chi non sarebbe piaciuto…forse un giorno sarebbe riuscito a raggiungerlo…gli avevano detto che la’ dove finisce il mondo vi erano scale in cristallo che lo avrebbero condotto direttamente in quel posto.La vide venirgli incontro.Non impugnava alcuna arma o bastone.Strano avere di fronte una persona non intenzionata a farlo fuggire via, ancora piu’ strano avere di fronte una persona che sembrava volesse prendersi cura di lui.Sembrava inoffensiva e le permise di avvicinarsi.Quante cose gli sembravano…come se la lune con il suo chiarore facesse apparire le cose in modo diametralmente differente dal solito.Ma il buio si sa e’ sempre nero…anche se a volte lo si vede luminoso.
Gli accarezzo’ il capo con la mano quasi stupita di cio’ che aveva di fronte.Gli sorrise felice.Lui rispose agitando la coda.
continua...
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il 21/12/2016 alle 12:02
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