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destini diversi per uomini diversi

Forse è vero che ci sono destini diversi per uomini diversi, da ragazzi proviamo ad immaginare come potrà essere la nostra vita, funzione degli imput che riceviamo dall'esterno, che siano libri di avventura, favole, film vita reale con esempi più o meno variopinti. Poi iniziamo a fare le prove per capire se riusciamo a perseguire gli obiettivi che ci siamo posti, inevitabilmente incrociamo altri che come noi sperimentano e se abbiamo fortuna incontriamo qualcuno che pensiamo possa darci una mano a realizzare quell'immaginario che abbiamo davanti agli occhi. La sperimentazione a volte dura a lungo, a volte dura poco, vince comunque , man ,ano che passa il tempo un'ostinazione nel cercare di fare , di realizzare, e questo il più delle volte si traduce nel calpestare la sperimentazione di qualcun altro che ci sia vicino o lontano non fa molta differenza, abbiamo davanti sempre più chiaramente ( magari) , il nostro sogno, sempre con maggiore ansia di arrivarci , tendiamo a non valutare tutte le implicazioni del nostro agire, non con cattiveria ma semplicemente con la grazia e la delicatezza di un pachiderma , oltretutto molte volte impaurito dalla propria fallibilità e incertezza. In mezzo a questi sentimenti fastidiosi non ci sembra vero trovare di nuovo un alleato, pachidermico e sgraziato come noi, pieno di cicatrici come noi e , come noi apparentemente stabile e bastevole a se stesso, emana sicurezza e saggezza e risulta veramente affascinante nella sua mancanza di paure, combattere spalla a spalla per raggiungere l'obiettivo oltretutto simile è di una facilità inebriante, i nemici e gli ostacoli crollano così facilmente che si impossessa di noi una sorta di onnipotenza, fino a quel muro ... / a guardia delle mura hanno messo il solito mostro a tre teste e non l'hanno neanche legato, così dopo esserci scornati in un attacco frontale ci si divide per adottare strategie diverse , c'è ancora lo spirito di squadra che fa si che ci si protegga a vicenda e quando l'uno cade l'altro affronta da solo lo scontro, poi i ruoli si scambiano ma inizia a sgretolarsi quel senso di invincibilità che era nostro fino ad allora, s'inizia a pensare alla sconfitta , si tenta di dare una giustificazione ad essa , sono troppe le tre teste pensanti pechè i nostri due soli cervelli possano avere la meglio, sono troppo veloci i suoi spostamenti che ci aggirano, ci prendono alle spalle quando sembravamo già oltre, il nostro compagno senza paura ci sembra ora un po meno impavido ed è un attimo attribuirgli la causa del nostro probabile insuccesso, l'insuccesso che abbiamo già nella testa e al quale non vorremmo arrenderci, che non vogliamo ci lasci sul terreno. Il fallimento della nostra sperimentazione, la prospettiva di non avere la forza di tentarne un'altra, la maledizione che ci cuciamo addosso per non essere costretti ad ammettere l'incapacità di compiere quello che ci sembrava il nostro destino, che fossero grattaceli o barche, donne, uomini o ideali. Quanto ci annienta questa consapevolezza? Quanto lontano ci spinge dalla nostra idea per crederla di qualcun altro e non l'alimento della nostra vita?..... quando arrivano le domande è meglio eclissarsi, ameno di non essere abbastanza presuntuosi da credere di avere le risposte.