energia alternativa
fonte di energia personale« 8 marzo | IL DESTINO DI ANDROMACA » |
Ok tesoro
nella filosofia dello sturm und drang
siamo in un cul de sac
ma lo sturm mi è più pesante del pranzo di Natale
e l'unico cul de sac che concepisco è l'amaca appesa in pineta
per cui
ho comprato un paio di sandali strepitosi e
uno smalto rosso cherry Ives Saint Laurent
stasera esco
Come sempre sono in ritardo, gli altri sono già tutti seduti al ristorante, sono gli amici di sempre, il mio posto c'è. Arrivo nella sala e salutando alzo la gamba a mezz'aria per mostrare il sandalo, ridono, si lanciano in qualche battuta ed esclamazione e L. mi tira una micca di pane e mi sorride. Posso sedermi. L'enosteria è perfetta: non è troppo elegante ne' troppo casalinga, così il mio piedino spicca ma non stona. Bravissimi!
Abbiamo mangiato molto bene, al primo abbiamo parlato del campionato di slow pitch, al secondo delle elezioni, al dolce le frasi non è che avessero poi un gran senso compiuto, al nocino si decide dove andare. Non è neanche l'una. Più sfigato del martedì per uscire a Parma c'è solo il lunedì, così finiamo a casa di P. per una gloriosa briscola chiamata, il mio sandalo era più da poker ma io per la briscola in cinque ho una passione e sono contentissima. Siamo in tanti, facciamo tre gruppi e due rimangono fuori, N. e P. mettono su della musica e ci suonano sopra, pazienza. Io finisco nel tavolo con L., la vedo male. Guardo le mie carte, o esce coppe o io posso anche fare un pisolino questo turno. Decidono che per questa sera nel giro delle chiamate si fuma una canna, poi quando la briscola è decisa e si gioca, anche. Io non fumo neanche sigarette, al terzo giro rido come un'imbecille chiamo cuori picche e quadri e prendo bastonate da L.
Dai ma non potevate mettermi a giocare con lui!!!
Tolgo un sandalo e lo metto sul tavolo, la conversazione slitta inesorabile verso commenti trivial-erotici, sono fiera di questo coup de teatre, la briscola è sparecchiata e io mi sono salvata dalle mazzate. Anzi ci viene anche fame, sfondiamo i salumi di P., ci salutiamo e andiamo. Arrivare a casa in macchina non è stato molto più facile del tragitto a piedi su quei 10 centimetri ma arrivo. Qui i particolari non li do. Ma i sandali li ho tolto molto tardi, li ho sganciati piano nella penombra guardando le unghie rosse, li ho appoggiati sulla libreria perfettamente allineati e ho notato una leggera scoloritura in corrispondenza delle dita dei piedi. Sorrido.
Adesso si che sono miei!
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