ambaradam

E quindi accade.

Accade che il tempo passa ma le cose si ripropongono sempre uguali a se stesse.
Sempe uguali a me stessa.
Gente che appare, gente che scompare.
Parole, storie, racconti: nove anni di galera appena finiti per lui che mi chiede se riesco a spacciargli il crack; un altro figlio da sfamare in arrivo per un ragazzo di 26 anni che fa di tutto per non lavorare; un matrimonio improvvisamente finito perchè lui - innamoratissimo di lei - mette incinta una barista argentina; una storia che da sette anni continua nello stesso modo con lui che scappa perchè vuole divertirsi e lei che lo bracca perchè ha un figlio di 9 anni cresciuto senza aver mai visto il padre; un lavoro che va terminato in fretta perchè il cliente ha un cancro e non può aspettare; lei che festeggia il compleanno e lui bloccato in Cina per lavoro che piange al telefono; lui che vuole fare una mostra a Barcellona dove esporre le sue statue di ferro; lei, che forse ha l'AIDS, ma ha anche un figlio e gira per gli ospedali psichiatrici e per le case-famiglia, cambiando i vetri degli appartamenti dove per pochi mesi finalmente trova da vivere; lui che non si fa dall'82 e la vita lo ha premiato facendo raggiungere a suo figlio i sogni di suo padre...
E quindi accade che ci siano storie, storie e ancora storie.
Fatte di sentimenti, di emozioni, di aspettative, di dolori, di ripicche.

E poi ci sono io.
Io che continuo a non sapere cosa voglio tra gente che mi dice "devi raggiungere i tuoi obiettivi", io che continuo a non sapere chi sono  tra gente che mi dice "sei così e così e così".
Io che sono solo un essere vivente.
E allora accade che vivo.
In qualsiasi modo, in qualsiasi direzione, ma devo vivere e allora vivo.
E allora accade che mi sveglio e lui è ancora lì.
Steso, dormiente, bello.
E accade che io lo amo solo così.
Quando non parla, quando è solo un corpo sognante, quando non ha sostanza di essere vivente, quando è distante da me.
E accade che un'estranea mi parla di una strana somiglianza tra me e lei.
E a me piace il non senso, il non scopo, il non opportunismo di questa affermazione.
E accade che mi accorgo che il resto sono solo costruzioni.
Sono una costruzioni le mie aspettative di qualcosa di più, sono costruzioni le belle parole che gli uominimi rivolgono finchè non trovano altre donne ad ascoltare le loro menzogne, sono costruzioni le ore passate a cercare polveri varie per passare un tempo solito, sono costruzioni le solitudini che hanno bisogno di essere riempite da estranei che chiamiamo amici o parenti, sono costruzioni le ore passate a produrre cose che sono destinate a finire...

E allora continuo a chiedermi che senso ha rifare il letto se poi la notte lo devi disfare per  dormirci sopra di nuovo.
E allora continuo a non rifare il mio letto.
Cambio le lenzuola spesso, quello sì, per dormire sul pulito invece che sui soliti orgasmi, sulla sabbia di solite notti passate ad ubriacarsi e in mezzo a solite gabbie che costruisco per distruggere la mia libertà e la mia solitudine.
Per costruire una buca da riempire (geniali i cinesi!).
Per sentirmi impegnata.
Per passare il tempo.
Per dare un senso alle cose.
Per illudermi che le cose cambino.
Per potermi attribuire un appellativo.
Per poter dire, anch'io come fanno gli altri, io sono così.
E non me ne frega un cazzo se per qualcuno sono bellissima, per qualcuno sono la gran gnocca mora, per qualcuno sono la pazza, per qualcuno sono la drogata, per qualcuno sono la professionista, per qualcuno sono quella che fa i pompini da dio, per qualcuno sono l'amica, per qualcuno sono la morosa, per qualcuno sono l'amante, per qualcuno sono l'infame, se per qualcuno sono la persona più intelligente che conosca, per qualcuno sono la cogliona, per qualcuno sono la bambina.

Semplicemente, accade che gioco.
E che il gioco sono io.
Ma sono anche tante altre cose.

"Appena ho guardato i tuoi occhi ho pensato: adesso mi gonfia"
Amen