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Fin dalle epoche preistoriche il fiume ha costituito per l’uomo una risorsa continua da cui trarre il proprio sostentamento divenendo nel tempo un elemento per il benessere e la cultura delle società come accadeva in Mesopotamia. Insito nella sua natura era, comunque, il pericolo delle esondazioni che portavano un’onda di morte e distruzione da cui poi riprendeva vigore nuova vita. Conscio di tutto questo l’uomo ha sempre utilizzato il fiume guardandolo con timore e rispetto fino ai nostri giorni. Poi con l’aumento dello sfruttamento del suo territorio, prima con l’agricoltura e dopo con la conversione ad insediamenti civili e produttivi, lo spazio a sua disposizione si è notevolmente ridotto e il fiume ha perso la possibilità di muoversi con naturalità. Come conseguenza si è avuto un incremento della sua forza distruttiva. A fronte di alluvioni, che ormai periodicamente investono la nostra regione, si sono perciò resi necessari ingenti investimenti per interventi sul territorio al fine di prevenire ulteriori disastri. Le principali azioni adottate riguardano la regimazione dei corsi d’acqua con arginature, spianamenti di alvei, raddrizzamenti, tagli della vegetazione, al fine di aumentare le proprietà idrauliche. Grazie a finanziamenti operati dallo Stato e dalla Regione per i prossimi anni, alcuni corsi d’acqua del bacino del Serchio saranno soggetti a questo tipo di interventi. Purtroppo se noi oggi pensiamo di imbrigliare i fiumi senza affrontare le cause reali dei disastri rischiamo di ritrovarci nel futuro con gli stessi problemi. Dobbiamo inoltre aggiungere che le alterazioni, prodotte da gran parte degli interventi di messa in sicurezza, comportano la morte biologica dell’ambiente fluviale con la perdita per sempre di vite peculiari come molte specie animali e vegetali. A fronte della Direttiva Europea 2000/60 dovremmo valutare meglio gli interventi necessari, confrontando le esperienze di più figure professionali (ingegneri, biologi, naturalisti, geologi, architetti,…), in modo da ottenere risultati migliori e più duraturi nel tempo che possano realmente perseguire il tanto citato sviluppo sostenibile.
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