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« UN SANO IMBARAZZO !CAMPIONI DEL MONDO,CAMPI... »

PROIBITO PENSARE !

Post n°72 pubblicato il 23 Agosto 2006 da ecogipa

di solito non scrivo post lunghi per il semplice motivo che bisogna avere tempo per leggerli.Mi spiace, sono stato "stimolato" in altri blog  con il pregiudizio che se uno non porta un commento o un articolo di altri ma solamente la propria oppinione oltre a essere creduto poco attendibile (questo ci può stare) viene considerato "ignorante" e non supportato da oppinionisti seri che avvallano il suo concetto.
per queste persone ..prego, se desiderate, ma nel vostro blog questa volta, vi invio altre fonti e altri articoli da completare la vostra biblioteca personale.
buona lettura.

La verità su Cuba
da Gordiano Lupi
Un’informazione indipendente e aggiornata su Cuba la possiamo trovare su internet, solo in lingua spagnola, collegandosi al sito www.cubanet.org. Nelle pagine che i giornalisti indipendenti cubani dettano per telefono ai colleghi di Miami, leggiamo notizie da una Cuba che vorrebbe essere libera, ma che non ci riesce a causa di un regime oppressivo e liberticida. A Cuba esiste un vasto movimento di opinione che lotta per una transizione democratica e non è certo finanziato dalla CIA, come qualche commentatore interessato vorrebbe far credere. I cattolici di Oswaldo Payá, i giornalisti indipendenti, i dissidenti per i diritti umani, sono espressione di una società civile che si ribella alle angherie e ai soprusi perpetrati da una dittatura paternalista. Cuba è un regime totalitario senza neppure la parvenza di uno stato di diritto e fa impressione sentire Fidel Castro dire che “la rivoluzione è figlia di José Martí”, un libertario che lotterebbe sino alla morte contro il suo regime. Mi chiedo come mai la vera società civile cubana non trova asilo sulla stampa italiana e sulle nostre reti televisive, al contrario sempre disponibili a far raccontare Cuba da Gianni Minà, che si squalifica da solo con certe affermazioni di principio. Le ridicole pagliacciate organizzate da Diego Armando Maratona fanno audience e allora la stampa italiana mostra senza remore l’ex pibe de oro in cura disintossicante per eccessi di cocaina mentre intervista l’amico Fidel negli studi di una televisione argentina. E a noi che purtroppo conosciamo la verità tocca ascoltare ancora una volta la tiritera cucinata in mille salse del “a Cuba abbiamo realizzato la migliore società possibile”, “l’uguaglianza e la solidarietà esistono”, “non ci sono differenze sociali” e amenità varie. In questi giorni ci capita pure di leggere che le Nazioni Unite vorrebbero la fine dell’embargo contro Cuba, ma gli Stati Uniti, Israele e pochi stati satelliti si oppongono. Nessun dubbio che le Nazioni Unite facciano bene a volere la fine dell’embargo, noi siamo con loro, ci mancherebbe altro, ma il nostro solo dubbio è che sia proprio Fidel Castro a non volere la fine del blocco economico. Cosa racconterebbe dopo a un popolo stanco di mille inutili sacrifici? Come potrebbe far scoccare ancora la scintilla nazionalista antiamericana? A parte il fatto che a Cuba nessuno crede più alla favola dell’embargo, basta andare una volta sull’isola per capire che la Coca Cola (tanto per citare una cosa statunitense) scorre a fiumi e che i prodotti nordamericani si trovano. Fanno solo un giro più largo - di solito passano per il Messico - ma arrivano lo stesso a destinazione. Tutti sanno che i veri problemi di Cuba non sono l’embargo statunitense ma un regime liberticida e affamatore che si disinteressa da tempo delle condizioni di vita del popolo. 
La stampa italiana parla anche dell’alternativa bolivarista rappresentata da Hugo Chavez, altro personaggio pericoloso che non ha niente di socialista e che non è neppure paragonabile a Simon Bolivar. Chavez sta al libertador come Fidel Castro sta a José Martí, questa è l’unica equazione veritiera, ma in senso negativo. Chavez è solo un populista, un aspirante caudillo, un dittatore in fieri che si ispira pesantemente al modello cubano. 
La triste realtà cubana fa registrare oltre trecento prigionieri di coscienza che sono dietro le sbarre solo per aver espresso opinioni dissenzienti e per aver mosso critiche al governo di Fidel Castro. In Italia nessuno ha scritto che l’otto novembre il prigioniero di coscienza Eduardo Díaz Fuentes, appartenente al Gruppo dei 75, è stato trasferito dal carcere provinciale di Pinar del Rio alla prigione di massimo rigore “Kilo 8”, come vera e propria rappresaglia dopo il suo sciopero della fame. Díaz Fuentes sta scontando ventuno anni di galera per motivi di coscienza, solo per essere stato un oppositore del regime durante la cosiddetta “primavera nera” del 2003. Roberto Santana Rodríguez è un altro prigioniero politico al quale viene negata la possibilità di parlare con la moglie e come scusante è stata addotta una cattiva condotta carceraria. Arturo Pérez de Alejo ha 54 anni e sta scontando vent’anni di galera solo perché nel 2003 era Presidente del Movimento Escambray per i diritti umani. Omar Pernet Hernández è un altro prigioniero politico che ha fatto lo sciopero della fame per attirare su di sé l’attenzione della comunità internazionale, non certo del regime che è sensibile a certi comportamenti solo per inasprire le pene. Hernández sta scontando venticinque anni di galera perché era Presidente del Movimento dei Diritti Umani “Mario Manuel de La Peña”. Oscar Mario Gonzáles, giornalista indipendente, è stato trasferito in un carcere per delinquenti comuni, come se fosse un pericoloso assassino. Non solo, è costretto a vivere in una cella dalle dimensioni di due metri per tre, insieme a due delinquenti comuni, e non gli è consentito di leggere libri, neppure la Bibbia. Mario Gonzáles è stato incarcerato il 22 luglio 2005 senza motivazioni valide, a parte l’accusa di essere un controrivoluzionario e un pericoloso avversario politico. Ricardo Gonzáles Alfonso, altro giornalista indipendente, recentemente è stato operato d’urgenza in prigione, dove sta scontando una condanna per motivi politici dopo i fatti della “primavera nera” del 2003. Gonzáles Alfonso è Presidente della Società dei Giornalisti “Manuel Márquez Sterling” e corrispondente di Reporteros Sin Frontéras. Francisco Chaviano Gonzáles, professore di matematica, è recluso nel Combinado del Este insieme a due detenuti comuni e pure lui fu arrestato nel 1995 per motivi politici. Julio César Gálvez Rodríguez è in galera con lui e sconta la sola colpa di aver fatto il giornalista senza prima consultare le veline di regime. La realtà di Cuba è che sull’isola non si respira certo un’aria di libertà, ma l’unico vento che soffia è quello dell’oppressione verso il popolo e della repressione contro chi ha il coraggio di dissentire. Lopez Peña è una donna coraggiosa, sposa di un giornalista incarcerato, che ha fondato il gruppo apolitico delle Dame in bianco e solo per questo subisce pesanti minacce e intimidazioni da parte di fiancheggiatori del regime. La vita degli oppositori è in grave pericolo a Cuba, su questo non c’è alcun dubbio, così come lo è quella delle Dame in bianco, mogli dei prigionieri politici che lottano con le armi del dialogo e della non violenza. Per questo hanno deciso di cambiare il colore del loro vestito dal primitivo nero in segno di lutto, al bianco come simbolo di pace. Il Parlamento Europeo, durante lo scorso mese di ottobre, ha assegnato il Premio Sacharov alle Dame in bianco, in considerazione di una loro lotta silenziosa e incruenta per la liberazione dei mariti incarcerati. In ogni caso è certo che il governo cubano negherà il visto di uscita alla delegazione e che nessuna di loro potrà andare in Europa per ritirare il premio. La stampa italiana si è quasi completamente dimenticata di questo importante evento, pure se a me pare strano dare risalto a Maradona che apre bocca a sproposito e poi non fare parola di donne coraggiose che lottano per la libertà. Eppure sarebbe importante tenere alta l’attenzione internazionale su un problema che riguarda la libertà di coscienza e i prigionieri politici. Si parla tanto delle cinque spie prigioniere negli Stati Uniti e c’è persino qualche comico commentatore più fidelista di Fidel che li chiama “cinque eroi”. Perché non si parla anche dei prigionieri politici a Cuba? Le Dame in bianco hanno inviato un messaggio a Zapatero: “I nostri familiari non hanno commesso alcun reato, esercitavano solo il loro diritto alla libera espressione del pensiero, lottavano per i diritti umani a Cuba. Per questo ne richiediamo l’immediata liberazione”. L’obiettivo delle Dame in bianco è la scarcerazione degli oltre trecento prigionieri politici che vengono quotidianamente maltrattati nelle carceri cubane, senza alcun rispetto per i diritti umani. Il Parlamento Europeo ha assegnato il Premio Sacharov alle Dame in bianco, ai Repoteros sin fronteras (certa propaganda ottusa sostiene che sono pagati dalla CIA!) e all’avvocata nigeriana Haiwa Ibrahim, tutte persone che lottano per il rispetto dei diritti umani nel mondo. Oswaldo Payá Sardiñas, lider del Movimento Cristiano Liberacíon e vincitore anche lui del Sacharov nel 2002, ha scritto al Parlamento Europeo: “Queste valorose donne sono le rappresentati della dignità del nostro popolo e rappresentano la riserva morale di una nazione che resiste pacificamente a chi è capace solo di privare della libertà di espressione”. Il Premio Sacharov in passato è stato consegnato a Nelson Mandela, alle madri argentine della piazza di maggio, alla piattaforma civica spagnola “Basta ya!”, a Oswaldo Payá…. Non credo si possa dire che si tratta di gente pagata dalla CIA, a meno che non si voglia iscrivere sul libro paga dei servizi segreti statunitensi anche il Parlamento Europeo. Magari leggo il prossimo numero di Latinoamerica e sento Gianni Minà cosa ne pensa, oppure aspetto di vederlo in televisione quando gli chiedono di Cuba e lui parla del Nicaragua mentre se la ride sotto i baffi. La parola non gli manca al buon Minà, vecchia volpe del teleschermo, pure se la musica che canta è sempre la stessa e ormai non convince più nessuno. 
L’Avana oltre tutto non è più il luogo sicuro e tranquillo che la propaganda di regime vorrebbe far credere: la violenza regna incontrastata nei quartieri marginali e degradati. Fidel Castro si comporta come Benito Mussolini nel ventennio fascista e a Cuba va tutto bene solo perché le notizie di cronaca nera non sono pubblicate. La pena di morte viene comminata con generosità e per i reati più banali, ma non basta ad attenuare una spirale di violenza in tragico aumento. Povertà, droga, prostituzione, sono la triste realtà quotidiana dei quartieri avaneri più poveri e disastrati. Per averne un’idea basta leggere Pedro Juan Gutierrez e la sua Trilogia sporca dell’Avana, che l’editore italiano E/O ha da poco pubblicato (finalmente) in edizione integrale. Alejandro Torreguitart Ruiz è un altro giovane scrittore che ha il coraggio di dire le cose come stanno e, se avete voglia di conoscere la vera vita cubana, potete leggere Machi di carta (Stampa Alternativa, 2003), La Marina del mio passato (Nonsoloparole, 2004) e Vita da jinetera (Il Foglio, 2005). Tutti libri che ovviamente sono vietati a Cuba, in omaggio a una concezione totalitaria e liberticida della vita politica. Non è ammessa un’opinione diversa da quella rivoluzionaria e la rivoluzione è incarnata da Fidel Castro in persona che ogni giorno spiega al popolo cosa deve pensare. L’Avana è una capitale in stato di degrado assoluto che in questo periodo vive anche un pericoloso clima di tensione. Più della metà dei suoi due milioni di abitanti devono fare i conti con una cronica mancanza di generi alimentari, acqua corrente, elettricità e servizi essenziali. A tutto questo va sommata la differenza di trattamento tra cubani e stranieri, così grande e ingiustificata al punto che un giorno non lontano forse i cubani cominceranno ad aggredire i turisti. Il contrasto tra lo sfarzo esibito negli hotel di lusso per stranieri e la miseria dei quartieri poveri è troppo evidente per non provocare rancori, odio e possibili atti di aggressione a scopo di rapina e di vendetta. Nonostante tutto i politici cubani che siedono accanto al Comandante en jefe pendono dalle labbra della sua retorica e raccontano il niente durante noiosissime trasmissioni televisive. Se Fidel Castro conserva intatto il suo carisma di uomo che - nel bene o nel male - ha fatto la storia, non altrettanto possiamo dire di gente come Abel Prieto o Perez Roque, politici che non hanno niente in comune con i rivoluzionari di una volta. Nessun politico cubano della nuova generazione merita di essere ascoltato, ripetono come pappagalli la lezione appresa dal Comandante e a dire il vero non la recitano neppure troppo bene. 
La popolazione è in grande fermento all’Avana, gli animi sono sempre più caldi e la gente è ogni giorno in conflitto con la polizia, braccio armato del regime, che negli ultimi tempi spara e uccide per un nonnulla. È di questi giorni la notizia di un ragazzo ammazzato a colpi di pistola da un poliziotto perchè non si è fermato all’ordine di farsi perquisire e di esibire i documenti. Il popolo avanero si è ribellato e ha protestato scendendo in gran numero sul Malecón (e di questi tempi succede spesso), ma il regime ha contrapposto come sempre un corteo di poliziotti travestiti da finti rivoluzionari. Nel mese di settembre a Santiago ci sono stati frequenti episodi di aggressioni ai negozi che vendono generi alimentari in pesos convertibili. Nel municipio avanero di Batabanó, il 28 ottobre, sono comparsi cartelli come: “Vogliamo vivere senza black-out energetico!”, “I black-out sono terrorismo!”, “Abbasso Fidel!”… La gente è stanca delle continue interruzioni di corrente elettrica che con il calore dei tropici rappresentano una vera sciagura. I ventilatori si fermano, mosche e caldo la fanno da padrone, i congelatori si bloccano, il cibo si deteriora e l’acqua diventa imbevibile. La gente è stanca delle carenze alimentari, degli stipendi inconsistenti, del lavoro obbligato per lo Stato senza una vera remunerazione e di dover rubare per campare, inventando il futuro con mille stratagemmi. Il governo risponde con il “tutto va bene” della propaganda di regime, che Fidel Castro esporta in Argentina con la complicità di Maradona. A Cuba invece si vive un periodo di repressione politica senza precedenti e le carceri cubane sono piene di dissidenti che vivono in condizioni disumane. Negli ultimi quattro mesi si registrano ben trenta nuovi prigionieri e il 25 ottobre è stato arrestato anche Daniel Ordoñez Pereira, attivista del Progetto Varela, che ha scontato un giorno di galera per aver espresso opinioni politiche dissenzienti dal pensiero del regime. 
Per cercare di attirare l’attenzione della comunità internazionale e soprattutto della società civile italiana, le Edizioni Il Foglio stanno preparando la pubblicazione di un libro intitolato Versi dietro le sbarre - antologia di poesia dissidente cubana. Il volume raccoglierà le liriche di alcuni giornalisti che devono scontare pene detentive per reati di opinione come Omar Moisés Ruiz, Luis Mario Mayo Hernández e Ricardo Gonzáles Alfonso. A questi poeti si aggiungono le opere di Jorge Olivera Castello, giornalista incarcerato a lungo nelle prigioni castriste che ha da poco scelto la via dell’esilio. Le liriche sono state ottenute grazie a William Navarrete, poeta cubano in esilio a Parigi e Presidente dell’Associazione per la Terza Repubblica Cubana. La speranza è che il libro faccia aprire gli occhi a molte persone che dovrebbero occuparsi della tutela dei diritti umani. Siamo consapevoli che esistono situazioni più gravi di Cuba, ma anche la mancanza di libertà nell’isola caraibica non deve passare sotto silenzio. 

Il 18 marzo 2003 sono stati arrestati 75 dissidenti cubani per aver promosso una raccolta di firme per un referendum volto a introdurre il multipartitismo a Cuba. Pochi giorni dopo gli arrestati hanno ricevuto pene che vanno dai 6 ai 28 anni di reclusione, accusati di tradimento della patria e cospirazione politica. Le condizioni di detenzione in cui versano i prigionieri politici (tutti quelli che vengono arrestati ogni anno a Cuba) sono sconfortanti e vengono definite gravi. Dopo quest'episodio, come ha ricordato lo stesso Oliviero Toscani "anche un uomo come il premio Nobel Josè Saramago, che non rinuncia a definirsi comunista, ha condannato il regime castrista".
La mostra organizzata da "Nessuno tocchi Caino", una nota associazione che combatte la pena di morte nel mondo, è volta a mostrare a chiunque sia interessato le violazioni dei diritti civili che quotidianamente si compiono sull'isola.
Chiaramente non è stato possibile per il fotografo (che comunque ha già svolto diversi servizi su Cuba) fotografare i prigionieri. Ma l'ostacolo è stato aggirato scaricando su internet le foto dei loro passaporti che sono poi state riprodotte in bianco e nero su grossi cartelloni attaccati al soffitto in una stanza volutamente claustrofobica, per dare l'idea della prigionia. In mezzo ai volti dei dissidenti è riprodotto anche quello di Fidel Castro, su sfondo rosso. I cartelloni oscillano al minimo spostamento d'aria, per dare un'idea di oppressione assoluta.
Alla conferenza stampa organizzata per la presentazione della mostra e durante la quale c'è stata una dura contestazione delle associazioni filocastriste (secondo le quali la mostra presta il fianco alla propaganda anticastrista) era presente anche Alina Fernandez, la figlia dissidente di Castro, che ha condannato le numerose esecuzioni sommarie e la forte ondata di repressione operata dal regime.
La mostra, dopo il lancio in Italia, toccherà altri Paesi, come Spagna, Francia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti, denunciando una realtà che molti preferiscono non vedere, per lasciare Cuba nella semplicistica immagine di paradiso del turismo e delle ideologie.

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Commenti al Post:
nauseato84
nauseato84 il 23/08/06 alle 11:30 via WEB
A CONFERMA CHE ECOGIPA E' UN PICCOLO IGNORANTE, PUBBLICHIAMO LA RELAZIONE DI UNO DEI MASSIMI ESPERTI MONDIALI DI POLITICA CENTRO-AMERICANA (in platea è seduto, come di consueto, lo stato maggiore del Dipartimento di Sicurezza nazionele statunitense, più l'ex direttore della Cia Tenet, da anni legati al Centro Studi): "In relazione alla dissidenza politica cubana, per quanto tempo vogliamo continuare a credere che davvero i “famosi” dissidenti delle carceri cubane siano tutti perseguitati politici? Non vogliamo piuttosto ricordare che molti di loro sono criminali comuni pagati da emissari stranieri per destabilizzare il sistema politico del paese Cuba? Quale altro paese sarebbe contento di sapere che criminali politici vengono definiti altrove “dissidenti perseguitati”? Teniamo presente che gli imperativi che condizionano le scelte politiche ed economiche di ogni paese del mondo sono: il diritto alla sopravvivenza e la resistenza a tentativi di destabilizzazione dei propri governi. Con questo comunque non si vuole negare l´esistenza di una legittima dissidenza che viene con tutti i mezzi contrastata dal governo cubano. Peró anche in questo caso é risaputo che a Cuba le privazioni ed i maltrattamenti a cui sono sottoposti i “dissidenti” non raggiunge mai i gradi di violenza e degerazione tipici delle dittature. Nonostante ció dispiaccia ai detrattori di Cuba, i “campi di concentramento” cubani sono centri di detenzione adibiti al lavoro forzato che per quanto possano sembrare (ed in certi casi essere) disumani, con tutte le privazioni e gli abusi a cui i detenuti erano e sono sottoposti, non potranno mai essere definiti “campi di concentramento” intesi come luoghi di torture innominabili ed orripilanti. Se proprio vogliamo appiccare questa definizione “campi di concentramento” all´isola di Cuba, possiamo senz´altro farlo guardando alla realtá della prigione statunitense di Guantanamo. Adesso se vogliamo citare casi e testimonianze di violenti abusi che avvengono all´interno del sistema carcerario cubano lo possiamo anche fare, ma dovremmo, allora, fare i conti anche con tutte le centinaia e migliaia di fatti di sangue che condizionano la vita politica ed il trattamento carcerario di tutti i paesi dell´area latinoamericana e non solo. Inoltre, non dimentichiamo, a questo proposito, tutte le carceri speciali nate in America Latina negli anni settanta ed ottanta, patrocinate da molti stati europei, americani ed asiatici, con in prima linea come finanziatori ed istruttori gli Stati Uniti ed Israele, che massacravano e vituperavano i cosiddetti “dissidenti politici”. Per fortuna a questo proposito la storia non é cosí avara di informazioni e la maggior parte delle persone informate conosce la storia e le immani atrocitá delle piú recenti dittature latinoamericane troppo spesso appoggiate dai paesi cosiddetti “democratici e sviluppati”. Riflettere." Ed in ultimo ricordiamo le tante detenzioni preventive ed i regimi carcerari speciali, con tanto di violenze, maltrattamenti ed abusi, rivolti ai cosiddetti “dissidenti”, che avvengono tuttora negli Stati Uniti ed in altri paesi attualmente “interessanti” controllati dagli stati occidentali. Se vogliamo ancora una volta rendere giustizia alla storia perché non si ricorda che Cuba ha da molti anni un accordo con gli Stati Uniti sul numero annuale di cubani che possono legalmente entrare negli Stati Uniti? E che spesso sono le autoritá di frontiera della Florida che non lasciano entrare gli emigranti per creare situazioni di tensione che, chiaramente, sono unicamente rivolte a screditare Castro? Perché non ricordare che dopo l´11 settembre Cuba diede la propria disponibilitá alla lotta al terrorismo internazioinale e che questa disponibilitá venne prontamente rifiutata daí papaveri di Washington? Infine qualche “ lembrança”, per i piú disattenti, sulla realtá cubana che deve, sempre ed obbligatoriamente, essere contestualizzata all´interno della realtá dei paesi poveri ed in particolare della sua area, l´America Latina. A Cuba non esiste denutrizione (rispetto a dati allucinanti dell'America Latina, si parla di circa un 30 per cento; esiste una popolazione universitaria di circa 350.000 studenti universitari, tra cui decine di migliaia sono stranieri; l'isola è sempre impegnata in missioni di solidarietà in tutto il mondo; daí dati dell'ONU risulta che l´isola cubana è all'avanguardia nel mondo nei settori della sanità, nella ricerca medica, nella cultura, nell'istruzione, nell'attenzione all'infanzia e soprattutto (visto che attualmente interessano solo i dati economici) che la disoccupazione è all'1,9%, che nel 2005 il PIL ha segnato un PIU' 11%; ricordiamo infine che il modello cubano è attualmente "importato" da sempre maggiori paesi del terzo mondo stanchi di quel modello “ottocentesco” di capitalismo che gli é stato imposto dai “moderni” stati occidentali. Inoltre, alcune precisazioni di carattere storico aiutano a capire meglio la questione degli omosessuali a Cuba. Bisogna ricordare che tanto Fidel quanto Che Guevara erano figli del loro tempo in un continente dove l´omossessualitá era esecrata come il peggiore dei mali per motivi di carattere principalmente religioso e non politico (propaganda della chiesa cattolica). E non aiuta dire che il discorso non regge perché Castro e Guevara erano atei (o non so cosa), in quanto tutti sappiamo che la morale cristiana condizione a priori i principi ed i valori di una societá anche aldilá del fattore prettamente religioso. É, infatti, risaputo che le societá latinoamericane, aldilá di qualsiasi tipologia di governo, sono da sempre “machiste” e sono incentrate sull´idea cattolica del maschio virile che sostiene la famiglia e che é l´asse portante della societá dello Stato. Questa cultura che é stata definita una cultura “fallocratica”, é stata ereditata dai cristianissimi Re di Spagna (e Portogallo, in misura minore). A causa di ció gli omosessuali sono stati e sono tuttora disprezzati ed in alcuni casi anche `perseguitati` in molti altri paesi dell´America Latina e del mondo con governi di destra o di sinistra. Questo chiaramente non giustifica il trattamento riservato agli omosessuali durante i primi 25-30 della “Revolucion”, anche se, a questo propósito, é bene fare le due seguenti precisazioni: 1) si puó dire che a Cuba gli omossessuali venissero emarginati, spesso internati in aree speciali situate in luoghi inospitali dell´isola, si puó dire che gli omossessuali venissero sottoposti a privazioni ed abusi ma é storicamente infondato parlare di uccisioni di massa, massacri e stragi di omossessuali 2) essere omossessuale a Cuba é ancora ritenuto un fatto degradante ma va precisato che a partire dagli anni novanta nell´isola le posizioni della Nomenclatura cubana sul tema degli omosessuali si sono notevolmente ammorbidite. Conoscere per credere. In una societá come quella cubana, che si é dovuta cristallizzare per molti anni al fine di resistere alla continua minaccia economica e militare di altri paesi, i cambiamenti avvengono lentamente. Peró, nonostante tutte le difficoltá oggettive, avvengono, proprio come nelle societá “piú democratiche” che ci sono tanto care. Non dimentichiamo inoltre che, durante gli ultimi cinquant´anni del secolo XX altri paesi considerati `estremamente democratici` continuavano a perseguitare, uccidere e confinare anche altre categorie sociali e soprattutto razziali come i negri e fino a qualche tempo prima anche i cinesi ed addirittura noi italiani. Da non dimenticare che, nel paese economicamente e socialmente piú evoluto della contemporaneitá, gli Stati Uniti, il Civil Rights Act é diventato legge nel 1964. (Inoltre va ricordato che fino al 2003 le leggi sulla sodomia in alcuni stati degli Stati Uniti proibivano il sesso anale anche tra adulti consenzienti. Anche se in molti stati queste leggi erano applicate sia per etero che per omosessuali, erano primariamente usate per negare a gay e lesbiche una serie di diritti. Ogni Stato aveva una legislazione propria su questo tema. Il 26 giugno 2003 la Corte Suprema (Sentenza Lawrence et al. vs. Texas) ha dichiarato incostituzionali e quindi abrogato le leggi contro la sodomia in tutti gli Stati Uniti)". P.S. Piccola chiosa personale: tra l'altro, nella relazione si dimenticano 2 fatti gravi: l'embargo criminale che colpisce i bambini e i poveracci (mica Castro e gli odiati comunisti), privando l'isola caraibica di tutti i beni alimentari primari (non la Coca-Cola, "gnurant"!!!); i reiterati tentativi di sbarco, colpo di stato, avvelenamento, incursione aerea che da 50 anni gravano su Cuba. Nonostante ciò, la denutrizione è contenuta, l'economia tiene e gli unici torturatori riconosciuti per adesso sono gli aguzzini statunitensi di Guantanamo. Come dire, in culo agli States!
 
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 11:38 via WEB
della serie "guardati i programmi di costanzo sono più reali!"
 
   
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 13:23 via WEB
questi sono fatti, non le tue chiacchiere copia/incollate.
 
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 11:37 via WEB
Per corretteza va ricordato che dopo siffatta relazione il Governo statunitense ha chiuso i contatti con il Centro Studi.
 
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 11:40 via WEB
Con uno scarno comunicato il governo dell'Avana ha informato che tre dei responsabili del tentativo di fuga dall'isola avvenuto dieci giorni fa sono già stati condannati a morte con procedura sommaria e fucilati. Con questa decisione ignobile Fidel Castro si mette sullo stesso piano del dittatore della Germania orientale Walter Ulbricht, che faceva sparare dai vopos a chi tentava di evadere dal "paradiso socialista" scavalcando il muro. Anzi, fa di peggio, perché ha fatto uccidere gli oppositori non durante il tentativo di fermarli, ma quando erano già arrestati e in carcere. Le fucilazioni rappresentano il suggello di sangue a una colossale offensiva repressiva, che ha visto arrestare e condannare a pene pesantissime un'ottantina di oppositori politici, rei di aver navigato in Internet o di aver lamentato la mancanza di libertà. Come è emerso nel rapidissimo procedimento giudiziario, a ciascuno di loro erano da tempo state appiccicate spie del governo, che hanno poi svolto con le loro odiose delazioni il mestiere di Giuda. Questa nuova ondata di violazioni dei diritti umani a Cuba ha suscitato indignazione in tutto il mondo e, anche in Italia, quasi tutto l'arco delle forze politiche ha espresso la propria indignazione. Nel consiglio regionale del Piemonte, ad esempio, una mozione di condanna presentata dal capogruppo Ds è stata firmata e votata da quasi tutti. Tuttavia anche su questo la sinistra si divide. C'è chi, a cominciare dai seguaci di Armando Cossutta, insiste a denunciare "l'anticastrismo" come forma di assoggettamento alla propaganda dell'imperialismo americano e a sostenere il valore "liberatorio" della rivoluzione cubana. Chi subisce ancora il fascino del socialismo col colore dei Caraibi dovrebbe tener conto che dopo quarantacinque anni di dittatura la Cuba di Castro si differenzia da quella di Batista solo perché non è più il bordello yankee, ma quello dei turisti europei. Quasi tutte le dittature sudamericane, in questo periodo, hanno trovato la via per la democrazia. Cuba è un'eccezione. La peggiore. In queste settimane, mentre l'attenzione mondiale è rivolta all'Iraq, il regime comunista cubano di Fidel Castro ha operato una violenta repressione contro le voci di dissenso nel paese. Nel silenzio dei giornali e degli intellettuali radical-chic che imperversano nei salotti televisivi, sono stati fucilati tre degli uomini che avevano tentato la fuga negli Stati Uniti lo scorso 2 aprile, mentre 77 dissidenti democratici (per lo più giornalisti ed intellettuali) sono stati deportati nelle carceri speciali del regime e condannati a pene che vanno dai 20 ai 30 anni per reati d’opinione. Credo sia opportuna una forte mobilitazione contro questa vergogna che gran parte della sinistra tiene sotto silenzio. Nelle sedi istituzionali (Regione, Provincia, Comuni, Municipi) nelle scuole, nell’università occorre sensibilizzare l’opinione pubblica ed evidenziare l’ipocrisia di un pacifismo a senso unico. Gli Arresti: Lunedì 17 marzo sono scattati gli arresti per circa 80 giornalisti ed intellettuali democratici cubani. Il 7 Aprile, dopo processi sommari svolti a porte chiuse (è stato espressamente vietato l’ingresso a diplomatici e giornalisti stranieri), sono state promulgate le condanne. Tra queste: • José Daniel Ferrer Garcia, segretario del MCL (Movimento Cristiano Liberaciòn), per il quale l’accusa aveva chiesto addirittura l’ergastolo, condannato a 20 anni. • Regis Iglesias anche lui del MCL, condannato a 20 anni. A tutti i membri del Movimiento Cristiano Liberación diretto da Oswaldo Payá, è stata contestata l'accusa di “condotta sociale e diffusione di idee contrarie al processo rivoluzionario". Ora ci aspettiamo Boys Scouts, ACLI, AGESCI e cattocomunisti vari in piazza contro Fidel…… In base all'art. 91 della legge 88, approvata nel 1999 a tutti gli imputati sono state contestate idee "tese a destabilizzare le basi ideologiche della Rivoluzione”, tra questi: • Omar Rodríguez Saludes, giornalista, condannato a 27 anni di carcere. • Héctor Palacios, 72 anni, leader del movimento Todos Unidos, condannato a 25 anni (praticamente un ergastolo). • Raúl Rivero, direttore dell’agenzia indipendente Cuba Press, commentatore per la rivista spagnola Encuentro, condannato a 20 anni per aver collaborato con l’agenzia Reporteros sin Fronteras considerata testata “sovversiva”. • Martha Beatriz Roque, economista, animatrice della Assemblea per la Promozione della Società Civile, condannata a 20 anni. • Marcelo Lopez, portavoce della Commissione Cubana dei Diritti Umani e della Riconciliazione Nazionale, soppressa dal regime, condannato a 23 anni. • Ricardo Severino González, giornalista, condannato a 20 anni • Ricardo Gonzales Alfonso, corrispondente di Reporteros sin Fronteras, condannato a 20 anni • Oscar Espinosa Chepe, economista, condannato a 20 anni Per molti di costoro la pubblica accusa aveva chiesto addirittura l’ergastolo!!!!! Il barbuto Lider Maximo è comparso in televisione il 4 aprile scorso, tre giorni prima delle sentenze e ha dichiarato: “Non merita l’impunità chi ha tradito la patria al soldo degli Stati Uniti”…. giusto per non influenzare i giudici….. Ad appoggio degli strenui difensori dell’ONU e della legalità internazionale (quando fa comodo) va ricordato che il regime cubano ha deciso la repressione alla vigilia dell’annuale sessione delle Nazioni Unite (che si riunirà il prossimo 25 Aprile a Ginevra) e che dovrà esaminare anche la situazione dei diritti umani a Cuba. Ma Fidel può dormire tra due guanciali: la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani è attualmente presieduta dalla Libia (che di Diritti umani se ne intende!!!) ed è composta da alcuni dei paesi più avanzati in tema di diritti e di libertà della persona come Pakistan, Cina, Arabia Saudita, Senegal, Sudan, Siria, Uganda, Vietnam….. oltre naturalmente alla stessa Cuba. Oswaldo Paya, il leader del Movimento Cristiano Liberaciòn ed animatore del progetto Varela, che ha raccolto più di 11.000 firme a sostegno di un referendum per chiedere libere elezioni e altre aperture democratiche a Cuba, ha dichiarato: “Questa forma di repressione è la peggiore che si ricordi nella storia di Cuba, senza escludere l'era coloniale. Mai prima d'ora tanta gente è stata così severamente punita per dei crimini di pensiero”. Elizardo Sanchez, capo della Commissione Cubana dei Diritti Umani e Riconciliazione Nazionale, il cui portavoce è stato arrestato, ha affermato: “Costoro sono veramente prigionieri di coscienza” Amnesty International in un comunicato dell’8 Aprile denuncia: "Siamo estremamente allarmati. Erano oltre venti anni che i tribunali cubani non emettevano condanne così dure, al termine di processi sommari, nei confronti di un così ampio numero di imputati” E’ scesa in campo anche l’IFI (International Federation of Journalists), il cui segretario Aidan White ha dichiarato: “E’ un attacco inaccettabile al giornalismo indipendente (…) Questo significa aver infranto le regole internazionali di giustizia e il diritto di ciascuno ad un processo equo”. In realtà la repressione segue la riunione organizzata circa un mese fa da James Cason, capo della Oficina de Intereses de Estados Unidos nella capitale cubana (una sorta di ambasciatore americano in assenza di relazioni diplomatiche tra USA e Cuba) con molti dei giornalisti condannati. Le Fucilazioni: Il 2 aprile scorso un gruppo di 8 cubani ha sequestrato un traghetto con 50 passeggeri, che collega i due lati del porto dell’Avana, con l’intenzione di fuggire verso la Florida. A circa 50 Km dalla costa cubana l’imbarcazione è però rimasta senza carburante. Arresisi, gli accusati sono stati processati immediatamente. Tre di loro sono stati fucilati all’alba dell’11 aprile, altri 4 sono stati condannati all’ergastolo ed un settimo è stato condannato a 30 anni di carcere speciale. Il tentativo di fuga seguiva quello già riuscito il 19 marzo scorso, quando 4 uomini dirottarono un DC3 della linee aeree cubane con 31 passeggeri a bordo. Una volta giunti negli Stati Uniti, la metà dei passeggeri decise di chiedere asilo politico rinnegando così il paradiso socialista cubano. I dirottatori sono stati ovviamente processati negli Stati Uniti per pirateria aerea così da non dover essere estradati a Cuba dove sarebbero stati condannati a morte. Reazioni e riflessioni: Mentre buona parte dei paesi sudamericani (anche quelli che hanno subito le peggiori dittature) stanno conoscendo la transizione verso la democrazia, la Cuba di Fidel continua ad essere un gulag benedetto dall’intellighenzia europea. Di fronte agli arresti e alle condanne repressive il capogruppo alla Camera del Partito dei Comunisti Italiani, Marco Rizzo, ha dichiarato: “sono errori veniali che possono capitare ad un Paese accerchiato, con un embargo terribile”. Ma a Cuba prima dell’embargo economico c’è l’embargo alla libertà. Da segnalare che il PdCI ha recentemente firmato un accordo con il Partito Comunista Cubano diventandone “referente politico per l’Italia”. Di fronte alle proteste che il segretario dei DS del Piemonte, Pietro Mercenaro, ha fatto agli organizzatori di un convegno in cui era stata invitata l’ambasciatrice cubana in Italia, i gruppi dei Verdi, dei Comunisti italiani, di Rifondazione Comunista e parte degli stessi DS hanno risposto con una nota: “I suoi argomenti, presi a prestito dalla peggiore e volgare propaganda anticastrista, sono il segnale di un livore politico contro la rivoluzione che ha dato dignità al popolo cubano” . Dignità? Forse ha ragione Giuliano Ferrara in un suo editoriale: “Chi subisce ancora il fascino del socialismo col colore dei Caraibi dovrebbe tener conto che dopo quarantacinque anni di dittatura la Cuba di Castro si differenzia da quella di Batista solo perché non è più il bordello yankee, ma quello dei turisti europei”. Vorrei che quei pacifisti che sono scesi in piazza per protestare contro la guerra amerikana (!!!), sventolando bandiere cubane e stracci rossi col faccione del Che, ora scendessero in piazza contro Fidel Castro e la violenza del suo regime; mi piacerebbe vedere Dario Fo e la Parietti sputare il loro veleno sulla barba di Fidel...... ma è una vana speranza. Ipocrisia senza fine o opportunismo di chi sperava nella vittoria di Saddam e nella sconfitta occidentale (come hanno detto illustri esponenti della sinistra!) o di chi si è augurato una durata più lunga della guerra per poter speculare sul maggior numero possibile di morti civili standosene comodamente in Occidente.....e intanto a Cuba la repressione continua....... hasta la victoria!!!!! Soldi, dittatura e democrazia/Promemoria per Oliviero Diliberto e i suoi amici Castro, un patrimonio da 150 milioni di dollari di Davide Giacalone Smetteremo mai, noi che ci perdiamo nelle volute dei Puros, di amare la terra di Cuba? Ovvio che no. E coltiviamo il nostro amore anche se Cuba non è solo la terra del Tabacco, delle magiche mani dei Torcedor, di quelle fabbriche che sudano storia, ma anche la terra della disperazione descritta da scrittori come Gutierrez, Latour, Cabrera Infante. La terra dove questi scrittori vengono perseguitati per il loro solo scrivere, dalla quale devono scappare senza mai perdere, come tanti altri esuli dall'isola, la speranza, la voglia, la necessità di tornare. Amiamo la Cuba che si trova sotto il tallone della dittatura, anche perché le persone che s'incontrano per le vie dell'Avana la temono, ma non ce n'è uno che la rispetti. Sappiamo bene che ci sono momenti, circostanze, nella storia, che possono rendere comprensibile la sospensione delle libertà. Comprensibile, mai apprezzabile, sempre pericolosa, se anche dura lo spazio di un mattino. Ma, a Cuba, la libertà manca da decenni, mentre lo Stato è sempre più poliziesco, pervasivo, intruso, occhiuto ed ottuso. Questo ci è chiaro, e sappiamo che tanta mancanza d'aria libera si deve metterla sul conto di Fidel Castro e del suo regime, della sua dittatura personale. Eppure, Castro è un dittatore che riesce a far credere in una specie di personale buona fede. No, non parlo delle infatuazioni castriste di una sinistra imbolsita ed imborghesita, desiderosa di coltivare miti che sostituiscano tutti gli idoli caduti nella polvere, schiacciati dalla storia, maledetti dalle genti. Non parlo di quei pezzi d'occidente che hanno in tal uggia il proprio benessere, nel quale pure sguazzano felici ed incontentabili, da spingersi ad ammirare l'altrui malessere, l'altrui miseria, l'altrui schiavitù. Non parlo di quanti han bevuto, fino in fondo, il calice delle bugie castriste, al punto da attribuire all'embargo (sempre più formale e sempre meno sostanziale, visto il via vai di turisti) le colpe della mancanza di ciò ch'è indispensabile a vivere accettabilmente. No, mi riferisco al fatto che la straripante logorrea di Castro, il suo eterno bisogno di spiegarsi, di convincere, di trasformare a chiacchiere la realtà in modo da rendere accettabile l'inaccettabile, il suo infantile desiderio d'essere accettato, sembrano tutti sintomi di una genuinità, di una, appunto, buona fede, che lo porta, forse, a credere in quel che dice. Ebbene, anche chi non riesce a far di Castro, come egli merita ed a pieni voti, un Franco, uno Stalin in sedicesimi tropicali, un Idi Amin Dada vegetariano, avrà letto con ironico dolore la classifica dei ricchi, pubblicata da Forbes, ed avrà appreso che il suo patrimonio personale, ammontante a 150 milioni di dollari, supera quello della regina d'Olanda. Lasciamo perdere il fatto che quel patrimonio è incomparabilmente superiore a quello di leader politici cresciuti alla scuola delle battaglie democratiche, come Blair, perché questi sono borghesi, bottegai, rappresentanti di una genia castrianamente disprezzabile. Ma egli supera le case regnanti. Ora, quando si è dittatori, ed in quella posizione, dal 1959, si accumula un patrimonio di quel tipo, senza mai avere svolto un quale che sia lavoro, avendo costretto i propri cittadini a non potersi scegliere neanche la casa, avendo costretto i tassisti a non disporre neanche della benzina, non si può chiedere che gli altri credano alla buona fede. Difatti, a Cuba, ci crede solo qualche turista rincitrullito dal Ron. A Cuba la dittatura non dà libero accesso ad Internet di Stefania Lapenna - 21 giugno 2006 Morire per Internet. Può sembrare un'assurdità, ma a Cuba anche questo è possibile. Ed è così che Guillermo Fariñas Hernandez, ex soldato inviato da Castro durante l'aggressione cubana in Angola, ha deciso di sfidare il regime comunista cubano. Hernandez era uno dei tanti cubani mandati da Castro ad aggredire l'Angola negli anni delle sporche guerre cubane contro paesi sovrani. Non ha mai creduto in quelle «missioni internazionaliste» ed ha visto con i propri occhi i crimini castristi contro le popolazioni aggredite dall'espansionismo dell'asse filo-sovietica. Tornato in patria, Hernandez ha rinunciato alle medaglie che Castro consegnava ai «combattenti internazionalisti» ed ha deciso di diventare dissidente. Da un paio di anni ha fondato l'agenzia di stampa indipendente Cubanacàn Press, che si occupa di diffondere le notizie censurate dal regime e di denunciare la realtà cubana alla popolazione ed all'opinione pubblica internazionale. Arrestato e poi rilasciato per problemi di salute, il dissidente scelse già lo sciopero della fame quale strumento di pressione sul regime. Questa volta, però, lo sciopero dura dal 31 Gennaio di quest'anno. Hernandez chiede alla dittatura comunista che dia libero accesso ad Internet a tutti i cubani che lo desiderino. E' un diritto elementare, che nei nostri paesi liberi è un dato di fatto. A Cuba, invece, chi vuole usare Internet senza censura è costretto spesso a fare chilometri per raggiungere la capitale, l'Avana, dove ha sede la Sezione di Interessi Usa ospitata presso l'ambasciata svizzera.Qui, il rappresentante del governo americano ha messo a disposizione diverse sale Internet, dove i cubani possono navigare liberamente. Tuttavia, non è facile per i cubani recarsi alla Sezione di Interessi Usa senza essere prima intercettati dalla polizia politica che circonda il consolato e chiede i documenti a coloro che si apprestano ad entrarvi. Recentemente un'impiegato cubano ha perso il lavoro proprio per essersi recato lì. Questa è la realtà che vive il cubano che vuole conoscere il mondo esterno senza censure. Ed è per questo che Guillermo Hernandez sta morendo. Attualmente si trova nel reparto terapia intensiva dell'ospedale Arnaldo Milian Castro di Santa Clara, dove i medici cercano di tenerlo in vita nonostante lui continui a non accettare la somministrazione di sostanze liquide. Come ha detto qualche giorno fa parlando via telefono a Radio Martì che trasmette a Cuba dall'esilio di Miami, «io non ho nessuna intenzione di fermarmi. Se Castro non mi dà una risposta, sono disposto a morire per la libertà d'espressione. Sia fatta solo la volontà del Signore».In segno di appoggio alla causa portata avanti dal dissidente, sono già decine i militanti dei quasi 300 movimenti d'opposizione dentro l'isola che hanno deciso di intraprendere lo sciopero della fame. In alcune città cubane, i dissidenti stanno parlando con la popolazione del posto, portandola a conoscenza della causa di Hernandez. Duole notare che i mass media italiani non hanno finora neanche accennato al caso Fariñas. Sarà forse la complicità silenziosa con la propaganda castrista? L'ultimo bollettino medico parla di un'ulteriore peggioramento della salute dell'oppositore e ci si aspetta che possa morire da un giorno all'altro.Se così sarà, Guillermo Fariñas sarà una nuova vittima del castrismo. Ogniqualvolta ci connettiamo ad internet, pensiamo a chi si trova in una sala d'ospedale agonizzando per conquistare un diritto che a nessun essere umano può essere negato. Stefania Lapenna Lettera ai sostenitori di Castro. Premetto che mai mi sono occupato di politica e che neppure adesso ritengo di occuparmene. Una cosa mi ha sbalordito quando ho cominciato a frequentare l'isola di Cuba, l'irrazzionalità, sono sempre stato un tipo razionale e ho sempre trattato con fastidio l'irrazzionalità. Bene Cuba è una specie di fabbrica dell'irrazzionalità, ne produce tanta che deborda dalle splendide spiaggie, attraversa l'oceano e giunge fino in Europa. Che a Cuba ci sia irrazzionalità e menzogna dappertutto è comprensibile, dopotutto c'è una dittatura che non ammette nessuna libertà di cambiamento, c'è un dittatore che continua a fare discorsi di ore dicendo l'esatto opposto della realtà, gli organi di informazione sono nelle sue mani e mai a poi mai un cittadino cubano può dissentire dalle linee dettate da Castro a meno di non decidere di passare i prossimi 20 anni in un carcere di correzzione. La parola che si usa di più a Cuba nei discorsi di Castro e nelle noizie di regime è "Desarollo" cioè sviluppo, a Cuba la situazione economica è allo sfacelo, peggiora di anno in anno e la picchiata verso la fame è iniziata da subito dopo la presa di potere di Castro e sviluppo è la parola che più si sente dire. Quello che mi ha sbalordito è rendermi conto che i sostenitori di Castro in italia sono anche loro impregati da questa irrazzionalità, molti di loro non sono mai stati a Cuba e credono cecamente alla propaganda della dittatura, non si fanno domande e come ipnotizzati parlano a frasi fatte quando si discute della situazione Cubana, le frasi ricorrenti sono: embargo, cia, americani. Si direbbe che la propaganda di stato cubana abbia trovato l'habitat ideale in europa, non solo sono sostenute le tesi del Dittatore ma è anche stata cancellata la storia della rivoluzione come con un grande colpo di spugna che ha purificato tutto, le stragi, i campi di concentramento, le deportazioni, le migliaia di prigionieri politici, fino alle fucilazioni di quest'ultima ondata repressiva, tutto cancellato in nome di una fiera visione onirica di qualche foto del Che e di un'inesistente umana uguaglianza in lotta col diavolo tentatore del capitalismo. Chiederei a coloro che tenacemente difendono la dittatura di Castro e il suo sistema mono partitico: e se Castro avesse ucciso migliaia di cubani per arrivare al potere ti piacerebbe ancora? se ci fosse della logica dovrebbero rispondere di no, eppure le stragi sono documentate e tutti a cuba le ricordano e chi difende Castro lo difende ancora. Chederei e se lo stesso popolo cubano chiedesse di farla finita con questa menzogna della "Rivoluzione fino la morte?" ti piacerebbe ancora Castro? Chiederei e se il Che avesse giustiziato di propria mano decine di uomini colpevoli solo di chiedere la democrazia, se gli avesse sparato alla nuca di persona lo ameresti ancora? anche questi sono fatti conosciutissimi a Cuba eppure le magliette del Che sono ancora uno dei gadget preferiti alle feste dell'unità, come se uno si mettesse la maglietta di un qualsiasi serial Killer e ne andasse fiero. E chiederei: e se ci fossero le prove che il regime di Castro che tanto sbraita contro la droga fosse implicato in un colossale traffico di Cocaina tra colombia e Florida? crederesti ancora nella purezza dei dirigenti del partito comunista cubano? l'interpol ha le prove di tutto con nomi, cognomi e soprannomi dei dirigenti cubani implicati nei traffici, fotografie degli incontri e numeri di telefono dei contatti a Cuba, eppure nessuna di queste argomentazioni hanno mai fatto cambiare idea a nessuno dei convintissimi difensori della rivoluzione. Non serve neppure spiegargli che non c'è un nesso tra propaganda di regime e reale appoggio da parte del popolo cubano, i cubani sono sbalorditi dal consenso che Castro ha all'esterno dell'isola, se potessero scapperebbero in massa da Cuba, e invece di trovare aiuto dall'esterno trovano solo appoggio alla dittatura che li opprime e li priva delle basilari libertà di pensiero e parola. é come se l'appoggio al (finto) comunismo di Castro sia un fatto che prescinda dal popolo cubano, come se Castro fosse riuscito a farsi identificare come il suo intero popolo anche al di fuori di Cuba, come se la propaganda castrista abbia posto su un piatto d'argento il sogno perfetto di ogni sognatore, ma è un inganno terribile, perchè cadere nella tentazione di credere che si possa vivere in un paese dove chi governa la pensa esattamente come te e dove non esista nessun altro che la pensi diversamente è solo un'utopia, l'utopia che ha causato i genocidi dell'ultimo secolo. Ma la vera stranezza sta nel fatto che quelli che credono nella folle teoria di Fidel Castro non hanno ben chiaro che stanno solo cercando di fare una cosa impossibile, mischiare la loro idea fantastica derivata ingenuamente dalla grottesca propaganda del governo cubano e la realtà della dittatura che è cosa ben diversa. Perchè nella pratica nessuno di coloro che difendono la Dittatura di Castro ha idea di cosa essa sia in realtà, non lo sanno i ragazzini con la maglietta del Che e non lo sanno i vari Minà e i dirigenti delle sinistre mondiali che vengono ospitati con tutti i riguardi nei lussuosi Hotel da duecento dollari a notte, i primi a finire in carcere sarebbero proprio loro se si trasferissero a Cuba, abituati come sono a scendere in piazza per ogni motivo, al primo problema con la polizia, alla prima inevitabile richiesta al governo si accorgerebbero di cosa significa avere a che fare con una dittatura. Moltissime delle regole restrittive della libertà dell'individuo che devono sopportare i cubani non sarebbero accettate proprio da coloro dalla comoda poltrona di casa si professano filo castristi, e il perchè è semplice, l'idea che hanno costoro di Cuba è quasi del tutto incredibilmente opposta alla realtà perchè derivata dal matrimonio perfetto tra una scorretta e feroce propaganda a cui non sono abituati e la nostalgia ideologicha di un comunismo in realtà mai esistito. Completa l'opera un antiamericanismo feroce capace di allearsi persino a una dittatura sanguinaria pur di avere consenso ed ecco spiegato il successo di Castro in europa. Tre irrazzionalità messe assieme sono dure da razionalizzare. Trovo un muro di incomprensione irrazzionale quando mi trovo difronte un difensore di Castro, come per esempio quando si parla delle richieste di liberazione delle 5 spie cubane arrestate a Miami, ancora adesso ci sono comitati che spuntano come funghi che continuano a ripetere le parole della propaganda cubana, le spie cubane hanno persino confessato che la loro missione era di spiare postazioni militari statunitensi e di infiltrarsi nelle basi militari come operai, alcune spie della rete avispa hanno spifferato tutto chiedendo persino asilo agli stati uniti, quindi nessuna buona opera per proteggere gli USA come dice Castro, ma una gravissima opera di spionaggio, i verbali delle confessioni sono su internet eppure a nessuno pare interessare la verità, tutti continuano a farsi ingannare rendendosi agli occhi di chi la verità la conosce bene delle marionette senza nessuna capacità di pensare con la propria testa, ma pregni di un'ingenuità disarmante. Assurdo, semplicemente assurdo. Roma. La parola d’ordine dentro Rifondazione ora è la seguente: “Se qualcuno ti provoca su Cuba la difendi, ma non la difendi più come in passato, quando era intoccabile”. Il “messaggio personale” di Fausto Bertinotti a Fidel Castro per i suoi ottant’anni ha comunque aperto una polemica. Sulla prima pagina di Liberazione, l’altro giorno, spiccava una breve lettera di Pietro Ingrao che “come militante” del partito esprimeva “il mio dissenso” sulla missiva spedita all’Avana dal presidente della Camera e dal segretario di Rifondazione, Franco Giordano. “Da tempo penso che a Cuba sia in atto un regime di pesante dittatura, che ha compiuto gravi atti di repressione del diritto al dissenso e alla libertà di opinione, instaurando nell’isola un clima di dura illibertà – sostiene Ingrao – Può darsi che io mi sbagli, ma ritengo giusto si sappia che sulla situazione in atto a Cuba ci sono in Rifondazione rilevanti differenze di opinione”. La presa di posizione del più prestigioso “militante” del Prc ha lasciato il segno, ha trovato anche consensi, ma nessuno apertamente si spinge fino alla sua critica estrema. “Tra me e Pietro, su Cuba, c’è da sempre un vecchio dissenso – è stata la spiegazione di Bertinotti – Sono molto rispettoso, non c’è alcun problema”. E molto rispettosa è pure Liberazione, che però nello stesso tempo nega che “l’esperienza castrista possa essere liquidata in toto, come fosse il regime sovietico o la storia del Partito comunista bulgaro”. “Nella storia delle dittature è una dittatura meno spietata, ma è una dittatura – dice il direttore Piero Sansonetti, che si è incaricato della risposta pubblica a Ingrao – Ci sono milioni di motivi per difenderla, ha grandi meriti, se l’America Latina non è più il cortile di casa degli Stati Uniti si deve anche a Cuba. Detto ciò, se la sinistra italiana dovesse vedere Cuba come un modello sarebbe un disastro”. La passione per il “socialismo caraibico” è sempre stata intensa dentro Rifondazione. Forse un po’ più una volta, forse adesso più il Che che Fidel, ma le bandiere cubane non mancano in nessuna manifestazione. I più critici nel partito, in fondo, sono sempre stati anche i più critici nei confronti di Bertinotti, come le varie componenti trotzkiste. “Il dibattito su Cuba è una cosa più seria degli auguri a Fidel Castro, e non va banalizzato nella categoria delle dittature – dice Salvatore Cannavò – Vanno fatti gli auguri a Fidel, però vanno fatti gli auguri anche a Cuba, perché recuperi quella democrazia socialista che si è perduta, quella dell’esempio del Che. Dobbiamo essere amici di Cuba per criticare Cuba senza tanti problemi, seccamente”. Vietato dire “dittatura” Non piace la definizione di dittatura per il regime di Castro neanche al professor Antonio Moscato, che insegna Storia del movimento operaio a Lecce e che su Liberazione è spesso intervenuto in maniera critica sul regime di Fidel, prendendo di mira i modi in cui fanno le statistiche a Cuba o ironizzando sullo stesso Fidel pronto “a occuparsi con il consueto entusiasmo della selezione dei tori e delle vacche da riproduzione, dei tentativi ‘likensiani’ di coltivare il caffè nella pianura alla periferia dell’Avana”. Dice Moscato: “Da tempo sono al bando dell’ambasciata cubana e di tutti i bigotti. Sono un vecchio amico di Ingrao, ma quella sulla ‘dittatura’ è una banalizzazione che non mi è piaciuta. E’ più un problema di residui di socialismo reale che di dittatura, sennò non si capisce neanche il consenso, che purtroppo c’è. Detto questo, il dibattito in Rifondazione su Cuba è molto indietro”. Certo, tra la posizione di Ingrao e quella dei compagni dell’associazione “La Villetta”, che freneticamente organizza dibattiti “no stop di dieci ore contro il blocco economico americano”, gemellaggi di ogni genere e specie, parola d’ordine “con Fidel senza se e senza ma”, c’è la gran parte del corpo del partito. “Ma la questione di Cuba non appassiona più di tanto”, garantiscono i vertici di Rifondazione. “I ragazzi amano la figura del Che, ma Castro non li attira proprio. Il mito è ridimensionato”. Assicura Cannavò: “Quell’isola va, come si dice, scongelata, ma non è su questo argomento che faremo polemica con Bertinotti”. E dalle parti dello stesso Bertinotti si replica ironizzando: “Beh, almeno su questo versante il partito fa quadrato intorno al presidente della Camera…”.
 
   
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 11:42 via WEB
se desideri caro compagno continuo...intanto continua a fumarti beato un sigaro nella nostra amata democrazia.
 
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 11:45 via WEB
ah, ti sei dato la zappa sui piedi da solo e neanzhe te ne sei accorto... a proposito di amata democrazia, che idee politiche hai? (segue silenzio imbarazzato)
 
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 11:48 via WEB
non certo le tue(segue tuo imbarazzo)
 
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 11:47 via WEB
In aggiunta: senza l'embargo assassino che uccide i bambini cubani e la minaccia costante di invasione militare, Cuba sarebbe una nazione molto migliore di come la costringono a sembrare. Onore a Cuba e alla resistenza cubana! D'altronde, quando si parla di politica internazionale usando termini come Bene e Male mi cadono le braccia... Mi ripeto: senza le pressioni economiche e la minaccia di invasione o colpo di stato che grava sull'isola caraibica da 50 anni, senza Guantanamo, senza la Cia... senza tutto questo schifo Cuba sarebbe molto migliore di come è "costretta" a sembrare. Gli Stati "rigidi" tanto più vengono ricattati quanto più tendono a irrigidirsi e assumere tonalità autoritarie. Non a caso fior di intellettuali, analisti, premi Nobel per la pace (Menchu) difendono pienamente l'esperienza cubana, dal momento che conoscono bene la situazione e non si fanno rimbambire dalla propaganda mediatica americana che dipinge mostri dappertutto. In definitiva, bisogna migliorare il migliorabile e impedire che l'embargo economico e le pressioni militari aggravino la situazione cubana. Il resto sono chiacchiere da bar, anzi da bush... Sarà un caso che gli anticastristi attingono sempre dalla stessa fiera di stereotipi su Cuba (ignorando per lo più l'enorme avanzamento sociale di quella nazione nella sanità, nel'istruzione, nella cultura, nello sport...)? Sarà un caso che la propaganda americanoide ci mostra sempre il peggio? Come se dell'Italietta nostrana ci mostrassero solo la corruzione berlusconiana, gli arbitri comprati da Moggi, le mafie italiane, il 56°posto nella classifica della libertà d'informazione, Previti, Dell'Utri ecc...
 
 
davide19581
davide19581 il 26/08/06 alle 10:53 via WEB
Manda Luxuria a trovare castro!!!hahahahaha, lo sanno tutti che il tiranno e' un ammiratore dei gay (si, gli piace ammirarli come muoiono nelle galere cubane).MA VA LA'!!
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 11:49 via WEB
la favola racontala ai bambini prima di adormentarti. sii reale (difficile..impossibile)
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 11:51 via WEB
non ripeterti hai già dato.Preparati per il prossimo no global party, vai a comperare il porfido, le spranghe..come al solito le porta il tuo fratellino.alla larga grazie.
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 11:58 via WEB
lascia agli altri giudicare, non sei giudice neanche di te stesso perchè poco credibile, i tuoi amici no global lo so come la pensano e sono felice di non pensare come loro.
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 12:05 via WEB
levati la mortadella, fattene una ragione...di stato...ma democratico non una dittatura cubana.
 
 
nauseato84
nauseato84 il 23/08/06 alle 12:09 via WEB
come volevasi dimostrare, è berlusconiano.
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 12:07 via WEB
sento nause nelle tue parole...a sei nauseato già dopo 100 giorni...aspetta il bello deve ancora venire.
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 12:10 via WEB
magari hai votato per rifondazione...miticooo...no per non carne no pesce DS...non ciposso credere.....come rutelli meglio che casini....ma dai forse per l'età...ma come sei di sinistra....convinto! ma dai sii serio...ok basta torniamo alla realtà...no..no la realtà ancora sinistra buonista pacifista...ma come se andiamo in libano a sparare..perchè fin d'ora non abbiamo sparato cazzate compagni!!!!beh io mica mi vergogno? dovrei..dici..si meglio che mi nascondo in un nomignolo...si ciao ..bella ciao.con il pugno.ciao tristezza.
 
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 12:14 via WEB
Ho votato i Comunisti Italiani di Diliberto. Con orgoglio. Tu hai votato Berlusconi. Ecco la differenza tra me e te, coglione.
 
nauseato84
nauseato84 il 23/08/06 alle 12:17 via WEB
io ho votato i verdi, lo sai... però sentirsi fare la predica da uno che ha votato per il mafioso di Arcore... mah, quanti fessi che ci sono in giro...
 
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 12:27 via WEB
complimentoni...bingo.
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 12:21 via WEB
vedi la differenza , voi comunisti non dite io ho votato di liberto (complimenti!) punto, no volete dire anche quello che gli altri hanno votato. io ti ripeto sono libero, e la mia libertà è anche quella di non dire per chi ho votato, se tu asserisci che ho votato berlusconi è una tua asserzione, tu lo dici, non io. lascia almeno la libertà agli altri di dire cosa hanno fatto. in altri blog ho spiegato che io voto in libertà e non sempre la stessa persona, se ti fa piacere ma credo non sia un segreto io ho votato per il centro destra e non me ne vergogno figurati.dire che ho votato berlusconi,oppure casini, oppure lega oppure.....è una mia libertà lasciamela..non invadere la libertà degli altri...a dimenticavo...sei quello che ama le dittature...beh allora hai ragione...continua giustamente a essere servo di partito...ok compagno..hai ragione...per fortuna in italia c'è ancora una democrazia...ma come fai a stare asieme al mortadella, ti vergogni di più di lui o di berlusca...a ti vergogni della falce e eil martello..
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 12:30 via WEB
poi vedi chi parla di libertà...nauseato non hai neanche un blog, per me tu e il sensitivo alla vanna marchi siete la stessa persona per me. tanti nik che girano per il blog ad offendere e dire cavolate disumane. abbi almeno i co...i di avere un blog dove posso scriverti, ah dimenticavo ami le dittature, scusa hai sempre ragione,buon iran, buon fidel.
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 12:35 via WEB
so-sensitive ho dovuto cancellare un tuo messaggio perchè certe parole o le virgoletti o non le lascio, certe parole rivolgile ai tuoi amici o a chi frequenti, nel mio blog e quindi a csa mia o ti comporti educatamente o ti cancello i commenti, sul uo fai come vuoi, nel mio le regole le faccio rispettare.grazie
 
 
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 13:24 via WEB
e allora smettila di mandarmi insulti in privato, grazie.
 
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 12:39 via WEB
buon iran? Dopo No-global adesso pure antisemita mi ha fatto diventare? e solo perchè ti ho ricordato che uno che vota Berluconi è un coglione? Non fare il pazzo, dai, resta nel merito delle cose, che già hai fatto abbastanza brutta figura oggi. Il mio blog è: www.blog.libero.it/So_Sensitive ma sei pregato di stare e alla larga che la tua puzza si sente fin qui.
 
il_discolo
il_discolo il 23/08/06 alle 12:41 via WEB
Negare che Cuba sia una dittatura e veramente paradossale. I diritti civili sono calpestati quotidianamente e Fidel non è meglio di chi ci stava prima. L'unico socialista che andava "benedetto" era Allende (Cile - Unidad Popular : consiglio DVD della Fandango per farsi una prima idea) ma forse i compagni accecati dalle vampate della revolucion nemmeno lo conoscono. Al punto due sottolineo che a chi ribatte che anche gli USA a Guantanamo fanno le loro torture, rispondo che sono d'accordo e che condanno. Vige comunque la regola che "se uno scemo fa una cosa, ce n'è sempre uno più scemo che la fa più grande". A voi stabilire il rapporto (vedi superfice carcere con isola di Cuba).
 
So_Sensitive
So_Sensitive il 23/08/06 alle 12:43 via WEB
Leggi meglio il documento riportato. La geopolitica è una cosa più seria dei vostri BENE/MALE, Dittatura/Democrazia.
 
ecogipa
ecogipa il 23/08/06 alle 13:37 via WEB
crash82-so-sensitive e nauseato84 sono la stessa persona, e sono forti quando sono in gruppo, anzi branco.
 
 
belladinonna
belladinonna il 23/08/06 alle 15:45 via WEB
Neppure voglio commentare l'ignoranza di chi mi ha preceduta..mi limito ad aggiungerti nel mio blog.Alessia
 
addestrasinistri0
addestrasinistri0 il 24/08/06 alle 10:38 via WEB
....ATTENZIONE cervelli in avaria ATTENZIONE.... Tutti ammirano cuba...... ma perchè non si trasferiscono LI.. Una mia amica di Pisa per uno scambio con la scuola o qualcosa del genere ha preso una cubana a casa sua per 2 settimane allo scadere del soggiorno questa è scappata perchè non voleva + ritornare a Cuba è successo un casino ....soprattutto perchè x questa ragazza avevano garantito i genitori di Lei
 
davide19581
davide19581 il 25/08/06 alle 19:01 via WEB
EMBARGO A CUBA????Strano, ma mi sembra di capire che ci sono qui un paio di deficentelli che oltre a dimostrare un'ignoranza supina, riescono solo a fare copia e incolla senza comprendere il significato di cio che c'e' scritto.Comunque per chiare un particolare: L'embargo a Cuba e' applicato SOLO E SOLAMENTE DAGLI STATI UNITI , non e' applicato ne dalla comunita europea, ne dai paesi del Patto Andino ne' dal resto del mondo!!!!Ribadisco SOLO E SOLAMENTE gli Stati Uniti.Ergo se per ipotesi domani il mio fornaio vicino casa rifiuta di vendermi il pane cosa faccio io, muoio di fame???Eh no,mica sono rimbambito come castro, vado dal fornaio 2 isolati piu in la' e lo compro sto cazzo di pane e ovviamente non muoio di fame. Come mai allora sto deficente di castro piange sull'embargo da una vita??E' cosi' cretino da non poter comprare cio che serve alla popolazione in Venezuela?Messico?Spagna?Italia?Angola?Argentina o dove cazzo gli pare????Eh no!!!!Troppo facile. Altrimenti a chi darebbe poi la colpa dello schifo che devono sopportare i cubani da 50 anni sull'isola, ai pinguini????
 
pessimo82
pessimo82 il 26/08/06 alle 10:14 via WEB
Gli USA applicano restrizioni economiche ai paesi che commerciano con Cuba. Le altre obiezioni all'embargo sono abbastanza risibili, e non meritano commenti.
 
 
davide19581
davide19581 il 26/08/06 alle 10:49 via WEB
Si???DAVVERO???Ma guarda un po'!!!La Spagna possiede,in societa con il regime cubano, diverse aziende dedite alla trasformazione della carne,in territorio cubano, non mi risultano che gli Usa abbiano applicato delle restrizioni alla Spagna!!Societa italiane, francesi, spagnole e olandesi possiedono decine di alberghi e resorts a Cuba,ma non mi risultano che gli Usa abbiano applicato delle restrizioni all'Italia,all'Olanda o alla Francia!!Gran parte dei prodotti informatici presenti sull'isola provengono dal Regno Unito, dalla Germania e dalla Cina,ma non mi risultano che gli Usa abbiano applicato delle restrizioni alla Germania e all'Inghilterra.!!Poi per farla breve, in tutti i free-shop degli aeroporti americani trovarai ottimi SIGARI CUBANI!!!
 
pessimo82
pessimo82 il 26/08/06 alle 11:11 via WEB
Non confondere l'economia globalizzata con i casi specifici... Gli scambi con gli altri paesi riguardano lo strettisimo necessario e non sono sufficienti al sostentamento della nazione cubana, che nonostante tutto contiene la denutrizione garantendo una serie di diritti avanzati che nel resto dell'America latina si sognano (mense pubbliche, sanità, istruzione, sport a livelli invidiabili ecc.). C'è un testo di un economista francese che spiega bene tutte le subdole restrizioni economiche che da anni gli USA applicano a chi commercia (oltre un certo limite) con Cuba (vedi l'esempio della Spagna, cui è stato ridotto del 15% l'intensità dei traffici del petrolio)
 
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