Veltroni ma quanto ci costi?

Post n°10 pubblicato il 10 Settembre 2006 da americanandros
 
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Ascoltando le dichiarazioni del Sindaco di Roma parrebbe che la”grandiosa idea” di fare la “notte bianca” a Roma abbia portato un incremento degli introiti derivanti dal commercio. Ora io mi chiedo, i cittadini romani hanno idea di quanta energia consuma una città come Roma? Quanto gli è costata questa bravata? L’ora legale è stata inventata per niente? Quanti inquinanti si immettono nell’atmosfera per produrre l’energia necessaria ad un evento di tale portata? È bene che i Romani sappiano che tra l’altro l’Italia è costretta ad importare una ingente quantità di energia elettrica per coprire il suo fabbisogno; forse di certe trovate che sanno più di propaganda imperiale,visto che siamo a Roma, che di scelte ragionevoli potevamo farne a meno. A mio parere l’organizzazione di una settimana “straordinaria” di eventi culturali avrebbe dato una buona spinta alla economia della città senza sottoporla a questo stress economico e non solo.

 
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Glasnost italiana (Missione trasparenza)

Post n°9 pubblicato il 10 Settembre 2006 da americanandros
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Non capisco per quale motivo ad ogni inizio legislatura ci sia il solito balletto nel tentativo di distribuire le colpe per veri o presunti buchi finanziari nei conti pubblici o per veri e propri disastri e poi si faccia la gara per prendersi i meriti se le cose dopo qualche mese vanno bene.

Penso che basterebbe obbligare i governi di turno a pubblicare la situazione dei conti pubblici ad inizio e a fine legislatura questo sarebbe uno stimolo per il governo entrante ad amministrare bene dal momento che sa già di dover rendere conto in maniera dettagliata del  proprio lavoro a fine d’opera. Come spesso accade la soluzione a grossi problemi sta in idee semplici tuttavia ho l’impressione che una cosa di questo genere non si farà perché la trasparenza non è una cosa gradita al potere, perciò ben vengano iniziative come quella dell’onorevole DiPietro che intende rendere noto passo per passo l’operato del governo, permettendo così a noi cittadini di avere un controllo sui nostri eletti ed eventualmente decidere se alle successive elezioni confermarli o mandarli a casa. Penso che in quello che ho scritto ci sia il succo della democrazia ovvero il potere spetta al popolo elettore non ai partiti.
 
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Ripresa o recessione?

Post n°8 pubblicato il 07 Settembre 2006 da americanandros
 
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C’è chi sostiene che l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della manodopera extracomunitaria a basso costo faccia parte di una strategia di politica economica voluta dai grossi gruppi industriali per la riduzione del costo del lavoro in Italia in modo da rendere la nostra economia più competitiva a livello internazionale, l’alternativa sarebbe quella di esportare le imprese e di conseguenza il capitale creando disoccupazione e recessione. In base a questa teoria andrebbero rivisti tutti i discorsi riguardanti le cause del malfunzionamento di certe leggi o dei controlli alla frontiera  o dell’inefficacia degli interventi del nostro governo in materia, sia dentro i nostri confini sia nei paesi da cui provengono gli immigrati. A questa politica si dovrebbe aggiungere con la privatizzazione degli enti statali avvenuta nel recente passato e la fusione di grandi gruppi bancari nazionali o di grosse imprese, quella di creare delle multinazionali che abbiano la forza per reggere il confronto in un mercato globale. In definitiva il cittadino italiano dopo un periodo di consumismo e di crescita salariale e del tenore di vita deve adattarsi ad una situazione che in termini economici credo si definisca di depressione economica, che ha fatto seguito ad un periodo di stagnazione cioè siamo nella terza fase del cosiddetto ciclo economico. La causa principale sarebbe da attribuire alla rapida espansione delle economie orientali fondate sulla produzione a bassi costi di impresa. Con lo stesso criterio di analisi sarebbe lecito pensare che la riduzione del potere d’acquisto che abbiamo vissuto con l’ingresso della moneta europea in Italia sia stata una manovra del precedente governo o dell’UE per farci passare dalla fase di crescita economica alla fase di stagnazione cioè abbiamo vissuto un periodo di recessione indotta in anticipo dal potere governativo. Se qualcuno è in grado di spiegarmi se il mio ragionamento è corretto è gentilmente pregato di farlo, e se è cosi gradirei anche capire perché si sono effettuate tali scelte e se sono scelte del nostro governo nazionale o prese a  Bruxelles. Inoltre volevo sapere se, ed eventualmente come, è possibile creare una economia che sia sempre in crescita. Mi chiedo se  non sarebbe possibile da parte degli organi di controllo del mercato internazionale stabilire dei limiti al ribasso vincolati alla tutela del benessere dell’uomo e  al rispetto dei diritti umani e dell’ambiente? D’altronde se la Cina vende è perché noi compriamo. Mi chiedo inoltre che fine stanno facendo i sindacati? Ed ancora: la politica fiscale dell’attuale governo in questo contesto che finalità ha? Il ricavato dal gettito fiscale proveniente dalla stretta sulle categorie abitualmente evaditrici verrà utilizzato per ridurre le aliquote? La riduzione del cuneo fiscale di 5 punti(aumento salariale a parte) non rischia di essere un semplice regalo a qualche imprenditore poco fortunato nelle sue scelte? Dubito che  tale operazione possa determinare un aumento di competitività significativo data la disparità di costo di produzione tra la nostra economia e quella da cui stiamo cercando di difenderci , forse era meglio favorire il reinvestimento nella ricerca o nella qualità di prodotto oppure migliorare il servizio di assistenza alle nuove imprese associandolo ad una politica di sburocratizzazione e di semplificazione delle pratiche a carico dell’imprenditore. L’impresa in Italia forse ha più bisogno di libero mercato effettivo e di uno stato che riesca a stabilire delle precise linee guida per la nostra impresa e che  la tuteli a livello internazionale ed in patria(perché così tanti cinesi stanno aprendo i loro mercati in Italia e vendono i loro prodotti non conformi alle normative vigenti senza che nessuno faccia niente?).Il cittadino italiano deve rassegnarsi a vivere d’ora in poi in una condizione di povertà?

 
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Un nuovo gruppo bancario

Post n°7 pubblicato il 06 Settembre 2006 da americanandros
 
Tag: banche
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In questo periodo si leggono dure critiche riguardo alla fusione tra le banche San Paolo e Intesa, penso che chi gestisca l’economia di un paese non possa limitarsi a tutelare il consumatore favorendo investimenti  di grossi gruppi esteri che magari offrono condizioni più vantaggiose  al momento, ma debba avere una visione a 360 gradi dell’economia, anche perché avere un grosso gruppo di proprietà italiana nel mercato mondiale significa  avere più peso e non venire esclusi dalle strategie economiche e dai più grossi affari internazionali avendo così la possibilità di tutelare meglio gli interessi nazionali. Non bisogna  dimenticare inoltre che così lo stato può garantirsi maggiori introiti fiscali.

Quello che voglio dire e che insomma, a mio avviso, a differenza di quello che pensano gli ultraliberisti, l’economia italiana deve essere seguita, tutelata e guidata da un governo che chiaramente con le sue scelte dimostri competenza; rimettersi completamente nelle mani del mercato non penso che alla fine sia conveniente per il nostro paese, è altresì vero che non debbono essere favoriti gruppi economici autoctoni che dimostrino incapacità, o scarso rispetto delle regole o spregiudicatezza finanziaria come magari è avvenuto in passato per qualche “quartierino”.

Ragionando come alcune persone finiremo “colonizzati” da altre economie e non avremo più potere decisionale ne tanto meno la possibilità di controllare lo sviluppo del nostro paese o di promuovere il made in italy. Questo discorso non esclude il fatto che comunque è necessario garantire la libera concorrenza ed evitare cartelli in Italia, ma una cosa è un grosso gruppo finanziario un’altra è un trust.

 
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Il cappio intorno al collo

Post n°6 pubblicato il 05 Settembre 2006 da americanandros
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Sto leggendo in questi giorni della intenzione del premier Prodi di tassare gli affitti, addirittura del 20%, ma siamo matti!! E’ ben noto a chiunque non abbia una abitazione di proprietà che l’onere economico per le pigioni è la voce più pesante nel bilancio economico di una persona specialmente in città universitarie dove le cifre per una stanza si aggirano  dai 250 ai 400 euro, cosa vuole fare? costringere la gente a dormire sulle panchine? Le programmazioni economiche fatte a tavolino da illustri professori amanti dei numeri mal si addicono alle scelte per un paese in cui la gente ha già difficoltà ad arrivare a fine mese. Alcune decisioni apparentemente a favore di tutti, non tengono conto della realtà dell’Italia, bisogna stare attenti perché certe azioni che hanno come bersaglio categorie privilegiate possono involontariamente arrecare danno proprio alle categorie più deboli. Ad  esempio la stretta sull’evasione fiscale, se non ben “ammortizzata”, rischia di piegare le gambe a piccole imprese emergenti o piccoli liberi professionisti che per poter sopravvivere inizialmente devono adottare degli accorgimenti a volte necessariamente border- line. Penso che per inserirci in quel “circolo virtuoso” in cui tutti pagano le tasse e non esiste il lavoro nero non si possa usare la ghigliottina  ma si debba adottare una strategia a lungo termine che permetta di risanare l’economia , e man mano ai piccoli imprenditori e professionisti di inserirsi nel circuito economico.

 
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La punta dell'iceberg

Post n°5 pubblicato il 04 Settembre 2006 da americanandros
 
Tag: iraq
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Il 25 agosto scorso una recluta di 19 anni  dell’esercito britannico si è tolto la vita per non dover essere costretto, una volta giunto in Iraq, ad uccidere dei bambini .La notizia è comparsa su Yahoo notizie ma non so quante televisioni italiane abbiano dato spazio all’episodio dal momento che non seguo più la tv. Il giovane ha preso la drammatica decisione dopo aver frequentato il corso di preparazione alla missione in Iraq organizzato dall’esercito di sua Maestà, durante il quale si spiegava che i bambini, in determinate circostanze , possono diventare dei bersagli da colpire in quanto potenziali kamikaze ; il fatto che i bambini siano oggetto di efferatezze durante le guerre non è per niente una novità ne tanto meno lo è il fatto che si decida a mente fredda di eliminarli da una parte e di utilizzarli dall’altra. Spesso l’infanticidio è frutto di una calcolata strategia adottata per fiaccare la resistenza morale del nemico. La vera novità è costituita dal fatto che sta ormai prendendo risalto anche sui mass media quella che è una situazione da parecchio presente nelle truppe britanniche, sia per il protrarsi della guerriglia, che già di per se è fonte di notevole stress, sia perché i soldati sono costretti ad operare in una condizione in cui a livello di poteri decisionali si è assunto il perniciosissimo atteggiamento di chi vuole polverizzare il nemico senza lasciare spazio alle trattative; tali atteggiamenti oltre che creare atmosfere lugubri e sfiducia, rischiano di far cronicizzate la situazione se non addirittura inserire le premesse per tragedie assai più grandi. A testimonianza di ciò che ho scritto ci sono 1541 soldati britannici che hanno operato in Iraq dall’inizio della guerra che soffrono di problemi di natura psichiatrica.

                                                                                                       

Per onorare la memoria del giovane soldato cito qui il suo nome: JASON CHELSEA
 
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D'alema e la Storia

Post n°4 pubblicato il 27 Agosto 2006 da americanandros
 
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Voglio fare i complimenti al nostro Ministro degli
Esteri per come sta conducendo la sua attività
diplomatica sul MedioOriente. 
Sebbene non condivido diverse sue scelte del passato, mi accorgo
che sta dimostrando competenza, intelligenza e lungimiranza:  ha capito che questa
volta la crisi mediorientale rischia di portare con se guai molto grossi.
Il sacrificio economico per l’impiego del più grosso contingente militare in Libano potrebbe essere ripagato da una  PACE STORICA, il miglior modo per spegnere gli incendi è quello di creare una zona in cui il fuoco non può bruciare, togliendo la legna secca dalle mani dei piromani. Si alla presenza dell’ONU sulla Striscia di Gaza è necessario porre sotto il controllo internazionale “tutte” le zone a rischio per evitare di spostare semplicemente il conflitto invece di fermarlo. Dispiace invece vedere l’atteggiamento del Presidente Bush che nel momento in cui si presentano le difficoltà diplomatiche manda
avanti la signora Rice come un parafulmine, quando invece la crisi da l’impressione di
risolversi la mette da parte presentandosi in prima persona.

 
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Immigrazione clandestina

Post n°3 pubblicato il 24 Agosto 2006 da americanandros
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In merito ai recenti episodi di sbarchi illegali avvenuti
sulle nostre coste  ho letto degli autorevoli commenti
che attribuivano la responsabilità di questa
situazione ormai insostenibile in parte
alla inefficienza della legge "Bossi-Fini"che
in sostanza non permette ad un immigrato
clandestino, anche se ben inserito in società,
di regolarizzare la propria posizione,
e soprattutto al comportamento scorretto
(saràuncaso) del governo  libico.

                                                                                                                                       C'è chi sostiene che il il presidente Gheddafi  stia attuando una strategia che
mira a ricattare il Governo italiano favorendo il lavoro dei"mercanti di carne"
in barba agli accordi presi in passato che tanta soddisfazione avevano dato
al ministro Pisanu.In particolare Gheddafi ambirebbe ad ottenere il
finanziamento di una nuova super strada(circa 3 miliardi di euro) come
risarcimento per la nostra "villeggiatura" in epoca coloniale terminata 
nel 51 grazie ad una risoluzione delle NazioniUnite. Preso atto che in passato
il leader libico non ha proprio dato dimostrazione
di limpidezza e correttezza a mio avviso la sua richiesta per quanto sia
anacronistica e probabilmente dettata più da opportunismo che da ideali
di giustizia non è del tutto inappropriata il problema stà eventualmente
nello stabilire l'entità del risarcimento. Penso inoltre che in un periodo in
cui è presente una forte crisi del mercato del petrolio e del gas naturale
potrebbe essere conveniente avere o mantenere rapporti privilegiati con
i libici, ciò non toglie che nell'eventualità venga accertato effettivamente
 l'uso da parte del regime libico dell'immigrazione clandestina come ricatto
 il nostro Governo avrebbe tutti i motivi per non prendere in
considerazione la richiesta di Gheddafi. Dico questo perchè se andiamo
a vedere i libri di storia anche se il colonialismo italico era una forma
edulcorata di quello diffuso all'epoca è anche vero che noi abbiamo
imposto la nostra presenza in quei territori con l'uso delle armi, non
certo per spirito caritatevole e abbiamo privato un popolo della sua
libertà, ai voglia di dire che i nostri coloni hanno lasciato li i loro
averi, i libici certamente non gli hanno chiesto di appropriarsi delle
loro terre. Per tornare al discorso iniziale sulla immigrazione dall'Africa:
anche a me pare evidente l'atteggiamento "lassista" della frontiera
libica però mi viene il dubbio che questo malaffare non abbia degli
appoggi in territoro italico e che la malavita di casa nostra non aiuti
in qualche modo questo traffico per rifornirsi di manodopera e di,
usando un brutto termine, "merce umana"; inoltre anche le coste
tunisine e algerine sono dei punti di partenza per queste persone.
A conti fatti tuttavia do ragione al "parere autorevole" per quanto
riguarda la soluzione, perchè se si vuole evitare  che questa situazione
si perpetui bisogna intervenire più che a casa nostra in quei territori di
frontiera che fungono per così dire da "trampolino" e nei paesi di origine
di questi disperati, attuando una politica lungimirante e di "solidarietà"
aiutando certe zone del mondo a svilupparsi (certo se le multinazionali
continuano il loro progetto di sfruttamento delle risorse e di armamento
delle varie fazioni per il loro interesse.....!!).  

 
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cosa stà facendo israele?

Post n°2 pubblicato il 23 Agosto 2006 da americanandros
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Sono notizie di questi giorni che pur essendo stato sottoscritto un accordo internazionale che stabilisce il cessate il fuoco e lo schieramento di una forza di pace internazionale che ripristini  l'ordine in MedioOriente, Israele continua, anche se con sporadici attacchi, a venir meno ai patti: prima con gli attacchi aerei nella regione della Bekaa,  adesso col bombardamento a distanza della cittadina di Sheeba ; nel primo caso Israele si è giustificata dicendo di voler impedire un presunto riarmo di hezbollah  da parte siriana nel secondo dichiarando che l'attacco costituirebbe un deterrente in una zona tra l'altro che risulta già presidiata dall'esercito libanese.Ora io mi chiedo se già c'erano dei dubbi sull'atteggiamento "pacifista" di legittima difesa da parte israeliana, e tenuto conto che data la disposizione dei campi minati al confine col Libano risulterebbe assai ardua una azione di hezbollah in territorio israeliano con effetto il rapimento di soldati se non ci fosse quantomeno una disattenzione da parte del'esercito dello stato ebraico e data anche la evidente spropositata azione di quest'ultimo, cosa vuole veramente lo stato di David?       Risulta del tutto evidente che: innanzitutto una risoluzione del conflitto è possibile con solo arbitro la comunità internazionale, come d'altronde è avvenuto, in secondo luogo se si è scelto di far intervenire l'ONU anche in caso di qualche presunta irregolarità perchè non aspettare l'intervento delle truppe internazionali insomma Israele si fida o non si fida dell'ONU, o forse è meglio dire la comunità internazionale si può fidare  o no di Israele?                                                                                     Ora dal momento che tali problematiche sono evidenti a tutti e data anche la non massima chiarezza del mandato ONU con il quale anche il nostro contingente dovrebbe presentarsi in quelle zone, capisco benissimo le precauzioni del nostro premier: già questa missione ci costerà un sacco di soldi quantomeno vogliamo precise garanzie per l'incolumità dei nostri uomini alla quale teniamo sopra ogni altra cosa a differenza forse di Israele  per i suoi; spero comunque che Israele ci dia una dimostrazione di correttezza.

 
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Messaggio di inizio viaggio

Post n°1 pubblicato il 11 Agosto 2006 da americanandros

Salve a tutti queste sono le prime parole che si posano su questa pagina tante altre passeranno : alcune leggere ed effimere se ne andranno nel silenzio, altre invece lasceranno il segno del loro passaggio e forse le porterete con voi.

 
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