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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

Gesù è venuto per servire, non per essere servito

Post n°2184 pubblicato il 19 Ottobre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 10,35-45: (In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, questo racconto del Vangelo di Marco denota uno dei paradossi perenni della Parola di Dio, cioè la più sorprendente auto­definizione di Gesù: «colui che è venuto per servire». Tutto nasce dal fatto che Giovanni e Giacomo chiedono di essere al primo posto: la ricerca del primo posto è una passione così forte che penetra e av­volge il cuore di tutti. E pericolosamente: «Voi non sapete quel­lo che chiedete!». Per il Vangelo, essere alla destra e alla sinistra di Cristo, vuol dire occupare due posti sul Golgota, quell'ultimo venerdì; vuol dire es­sere con Gesù lungo tutta la sua vita, quando è voce di Dio e bocca dei poveri, e fa dei piccoli i principi del suo Regno, quando è disarmato amore. Stare a destra e a sinistra di questa vita vuol di­re bere alla coppa di chi ama per primo, ama in perdita, a­ma senza contare e calcola­re. I grandi della storia erigono troni al proprio ego smisurato, ma Dio non ha troni, cinge un asciugamano e vorrebbe fasciare le ferite della terra con bende di luce. L'Onnipotente può solo ciò che l'amore può: ser­vire ogni respiro; invece di mietere le nostre povere messi, seminare ancora ad o­gni stagione. Appare un tutt'altro mo­do di essere da cui germina la parola di Gesù: «Tra voi non sia come i grandi della Terra!». Tra voi cose di cielo! Tra voi un altro mondo! Tra voi un'altra storia, un al­tro cuore! E farete così, perché così fa Dio. Ma per noi è così difficile pensare a farsi piccolo per gli altri! Il cuore è subito stanco. Non resta che lasciarsi abitare da lui, irradiarsi di vangelo. Se Dio è nostro servitore, servizio è il nome nuovo della storia e deve essere il nome segreto della civiltà. Amen).

 
 
 

Gesù e il giovane ricco

 

Gesù e il giovane ricco

Dal Vangelo secondo Marco 10,17-30: (In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, il Vangelo di questa domenica ci fa riflettere sul possedimento della ricchezza e dei beni materiali. Ma cosa pensiamo noi riguardo a queste cose? Senza cadere nel moralismo possiamo affermare con crudezza e realismo che in questo terzo millennio a comandare ogni scelta, a orientarla, è ormai l'economia. Gesù non condanna a priori la ricchezza, né esalta la povertà. Lo dico perché spesso noi cattolici scivoliamo nel superficiale moralismo, criticando i soldi e invitando a generosità. Gesù ama il giovane ricco, lo guarda con tenerezza, vede in lui una grande forza e la possibilità di crescere nella fede. Gli chiede di liberarsi di tutto per avere di più, di fare il miglior investimento della sua vita. Gesù frequenta persone ricche e persone povere, è libero. Ma ammonisce noi, suoi discepoli: la ricchezza è pericolosa perché promette ciò che non può in alcun modo mantenere. Dunque, dice Gesù, la ricchezza può ingannare, può far fallire miseramente una vita, la pienezza è altrove, non nella fugace emozione di avere realizzato il sogno di possedere il giocattolo prezioso cui anelo. Ma la povertà non è auspicabile, la miseria non avvicina a Dio ma precipita nella disperazione. Perciò il Signore ci chiede di avere un cuore libero e solidale: la povertà è scelta dai discepoli come sequela incondizionata a Cristo e per avere una ricchezza cento volte più grande nel regno dei cieli, "dove tarlo e ruggine non consumano e dove ladri non scassinano e non rubano". Il Signore vuole da noi che non apparteniamo ai beni materiali, ma che viviamo nel mondo senza appartenere ad esso, coscienti che una cosa sola è quella che conta veramente, e cioè la vita eterna, che è più preziosa di qualsiasi altra ricchezza che si può avere. Amen).

 
 
 

L'uomo non divida ciò che Dio ha unito

Post n°2182 pubblicato il 05 Ottobre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 10,2-16: (In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, al tempo di Gesù il divorzio era un fatto consolidato, addirittura attribuito a Mosè, quindi intangibile. Il divorzio, però, era un divorzio maschilista: solo l'uomo, stancatosi della moglie, poteva rimandarla a casa con un atto di ripudio. Nessuno avrebbe mai osato mettere in discussione una norma così favorevole ai maschi: la domanda che viene posta a Gesù è retorica, tutti si aspettano che, ovviamente, Gesù benedica questa norma. O forse no: la domanda viene posta proprio come un tranello, per far diventare Gesù improvvisamente antipatico alle folle che lo ha così presto elevato al rango di profeta. La risposta di Gesù è una rasoiata: voi fate così, ma Dio non la pensa così, Dio crede nell'amore come unico, crede nella possibilità di vivere insieme ad una persona per tutta la vita. Senza sopportarsi, senza sentirsi in gabbia, senza massacrarsi: l'obiettivo della vita di coppia non è vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre! Gesù dice che è possibile amarsi per tutta la vita, che Dio l'ha pensata così l'avventura del matrimonio, che davvero la fedeltà ad un sogno non è utopia adolescenziale ma benedizione di Dio! Quando due persone decidono di sposarsi e parliamo della fedeltà, non stiamo disquisendo di una norma di indissolubilità che propone un modello superato: stiamo parlando del sogno di Dio. Per questo motivo bisogna riscoprire, in questa società, in cui con un battere di ciglia si volge le spalle al coniuge, l'importanza del matrimonio e la responsabilità dinanzi a Dio, coscienti che non si può venir meno ad un giuramento fatto dinanzi all'altare).

 
 
 

Chi non è contro Gesù, è per Gesù

Post n°2181 pubblicato il 28 Settembre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco: (In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla 26' domenica del tempo ordinario. Il Vangelo in questione mette in luce la questione delle divisioni in materia di apostolato e di fede, il cosiddetto "settarismo". Ma esiste anche un settarismo "extra": la voglia di difendersi da un mondo che sempre meno capisce e tollera la presenza cristiana. Dobbiamo impegnarci a fondo per ottenere quell'alchimia che da una parte connoti un'identità, quella cristiana, che ha diritto di cittadinanza, ma che dall'altro non diventi contrapposizione. Uno sguardo ottimista sulla realtà e sul cammino dell'uomo, sguardo del Nazareno, ci permette di riconoscere e valorizzare i tanti semi di bene e di luce che lo Spirito semina nel cuore dei tanti credenti. Non accogliere i semi che Dio sparge anche nel cuore di chi non appartiene alla nostra stessa identica fede, ci fa capire il Signore, è un peccato di orgoglio e ostinazione. La divisione fra i cristiani resta comunque uno scandalo gravissimo, che ostacola coloro che desiderano avvicinarsi a Gesù. Noi dobbiamo essere lo spazio pubblicitario di Dio per il mondo, chiamati a vivere rapporti al nostro interno da "salvati" e a far diventare le nostre piccole e acciaccate comunità, città sul monte, segno di speranza per i cercatori di verità. Un invito che rivolgo a me e a voi, a qualunque esperienza ecclesiale apparteniate, a vivere con responsabilità evangelica: è Dio che converte e salva il mondo. Noi, al più, dobbiamo cercare di fare la sua volontà e permettere che il suo disegno di salvezza si realizzi per ciascuno dei suoi figli. Amen).

 
 
 

Chi vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti

Post n°2180 pubblicato il 21 Settembre 2024 da francesconapoli_fn
 

 

Gesù

Dal Vangelo secondo Marco 9,30-37: (In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento: (Cari lettori, Gesù, in questo pezzo di Vangelo, si confida con i suoi, parla delle sue visioni: ormai sa che la situazione volgerà in negativo. Non sono bastati i suoi discorsi, il suo modo nuovo e sereno di parlare di Dio, non sono bastati i segni eclatanti, non è bastato il suo volto sorridente. La folla, dopo i primi entusiasmi, si è raffreddata: Gesù, turbato, è disposto ad andare fino in fondo al suo disegno d'amore, è disposto a donare la sua vita e ne parla con i suoi, cerca conferma, conforto, incoraggiamento. Intorno a sé Gesù ha gli apostoli: con loro ha condiviso tre anni della sua vita, giorno e notte. E invece nulla, Gesù riceve in risposta dai suoi un imbarazzato silenzio e, subito dopo, Marco annota un fatto da far accapponare la pelle: "avevano discusso tra loro chi fosse il più grande". Gesù parla della sua morte e loro stanno distribuendosi i posti, litigano sui privilegi, misurano le priorità. Gesù cerca conforto e riceve meschinità, attende un consiglio e annega nell'indifferenza. E Gesù, l'immenso Gesù, il Rabbi Gesù, questo Dio paziente e misericordioso, ancora una volta si mette da parte, non pensa al suo dolore e insegna: "tra voi non sia così: chi vuole essere il più grande, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti". Perché agli occhi di Dio non sono più grandi i potenti e coloro che occupano un posto altolocato nella società, ma coloro che sanno abbassarsi nell'umiltà fino a diventare un nulla, coloro il cui cuore diventa semplice come quello di un bambino, coloro che si pongono al servizio di tutti. Impariamo in questa domenica la logica di Dio e sicuramente ne trarremo abbondanti frutti spirituali per la nostra vita eterna).

 
 
 
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San Michele Arcangelo, donaci la forza per tenere lontano le insidie del maligno. Ricaccia negli inferi gli spiriti malvagi e custodisci con la tua potenza i figli di Dio. Amen.

 

Sacro Cuore di Gesù

Sacro Cuore di Gesù purificaci da ogni macchia di peccato e donaci salute e salvezza.

Amen.

 

San Pio

O San Pio da Pietrelcina, intercedi per noi presso Gesù affinché ci siano concesse le grazie materiali e spirituali necessarie per ottenere la salvezza eterna di ognuno di noi, cosicché possiamo rendere gloria a Dio come Lui vuole, con cuore, anima e mente. Amen.

 

 

Sant'Antonio di Padova

O Sant'Antonio, che hai preferito abbandonare la dottrina per vivere nella semplicità, sul tuo esempio, aiutaci a vivere come umili cristiani pieni di sante virtù, la cui grande ricchezza sta nell'essere con Cristo, Salvatore del mondo. Amen.

 

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