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Pensieri alla deriva  

Post n°149 pubblicato il 12 Dicembre 2006 da amya
 
Foto di amya

mi chiedo:   perqualecazzodimotivolagentenonusipiùipuntievirgola

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                                                                 dal diario di un amico     uno
"A me piace scrivere. A me serve scrivere. Ora sto ascoltando "April come she will" di Paul Simon; fu scritta nel gennaio del '68 a Londra, in una giornata di pioggia intensa che sanguinava sull'asfalto di Seven Sister un bel po' di illusioni e parecchia merda. Il mood di Paul, capite? Mica cazzi.
Mi sono mai chiesto perché un arpeggio in La sia in grado di farmi piangere? No, ma non mi sono neppure mai domandato, a distanza di anni, per quale cazzo di motivo io abbia cantato lacrime abbondanti la prima volta che ho sentito Mel Gibson urlare "Libertà!" alla fine di Braveheart. A me piace scrivere. A me serve scrivere. A me serve scrivere. A me piace scrivere. E basta, e basta, e basta. Niente domande, per favore. E chi se ne frega se qualche collega mi chiede se è vero che dietro a quel famoso scrittore da 500mila copie a botte ci sono io, "come si dice nell'ambiente". Me lo ripeto sempre, come fossi qualcuno che regala consigli a qualcun altro. E-chi-se-ne-frega.

Caro collega, io scrivo "po'" con l'accento. Pò, capisci? E sono italiano. E ho un uso orgasmico delle virgole. E delle coniugazioni, soprattutto dopo la fine dei periodi, dopo il punto.. O i due punti. Ti pare possibile che possa essere davvero io la mente di Grande Scrittore Americano Stuprato Da Bambino?

Come si dice nell'ambiente.

Sai cosa me ne frega dell'ambiente?

Niente.

A me piace scrivere. A me serve scrivere.

Ho comunque un ottimo traduttore, questo è fuori di dubbio." 
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Make it a Mc Donald's night
Sally waiting                                 
                                                                                 e   due                        
" Ho appena finito di costruire l'identità di Milkshake, una puttana di quattordici anni che J. incontra mentre afferma il suo ego contro la parete di un muro, a pochi metri da un camion. Con il pennello di piscio il protagonista cerca di scrivere le prime lettere che compongono la frase "Le cinque persone che incontri in cielo di Mitch Albom è una cagata pazzesca". Milkshake scende e lo guarda. Quello che succede è già stato scritto.

Ma vuoi perché manca per natura l'energia idrica per compiere un tale postulato, vuoi perché il mio protagonista non può aver avuto modo di leggere questo libercolo di 265 pagine, vuoi *anche* che per una serie infinita di motivi è difficile pensare a un ragazzino americano mezza-puttana che si scopa un libro di Albom tra un pompino in autogrill è una cagata - nel senso letterale del termine - in bocca a un cinquantenne, vuoi per tutti questi motivi e tanti altri che qui risparmio, ho deciso di cassare la scena della pisciata. Il protagonista si allontana dall'autogril, che era bello di quel che bello che può essere una stazione di servizio americana del Minnesota (e quindi non molto diverso nella sua interezza dal cesso scozzese di Trainspotting), si allontana, dicevo, e incontra Milkshake, la puttana quattordicenne.

La mia puttanella dura poche pagine, ma non crediate che scrivere di un personaggio contingente e non determinante sia una cosa semplice.Per farlo, per delineare la sua personalità, ho pensato a come dovesse essere mia madre a quell'età, a come sarei stato io se fossi stato donna, a come si sarebbe comportata A., la figlia minore di un amico di famiglia; che puttana lo era di passione, che di anni ne aveva 14, ma che di cazzi, però, se ne era mangiati pochi.
Cosa faccio, me la scopo per capire meglio? L'idea mi è passata per la testa e mi è uscita un metro circa sotto, l'unico luogo dal quale evacuano i residui nobili della mia morale. Non me la sono scopata. Avevo solo 20 anni mentre stavo scrivendo quel capitolo del libro.


Sono le 23 di un sabato; vado in Stazione dove un supermercato rimane aperto tutta la notte da quando ne ho memoria; guardo l'orologio che da orge di anni rossi a questa parte segna sempre lo stesso orario e afferro una confezione da 750 grammi di Taralucci del Mulino Bianco. Mi chiama il mio editor americano. Mi chiede se sto andando avanti con il libro. Improvviso uno "Sure, carl" che sa di formaggio e intanto mi chiedo perché nessuno usa più i punti e virgola; pago per la mia creatività e torno a casa; mangio un biscotto; mi chiedo perqualecazzodimotivolagentenonusipiùipuntievirgola; ingoio due biscotti; nel giro di dieci minuti tutto il sacchetto mangia me. Ho il ventre pieno. Scrivo di Milkshake. Scrivo dodici pagine, il mio editor sarà contento: sono piene, cattive, crudeli, ciniche. Poi, visto che a quel tempo mi serviva essere pieno solo per godere del vuoto che riuscivo ad avere dopo, vado in bagno e senza nemmeno ficcarmi due dita in bocca vomito tutto.

Così è nato un personaggio contingente. "

*a presto! *A


 
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