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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Scorpacciate letterarie e dilemmi etici

Post n°842 pubblicato il 06 Maggio 2012 da bluewillow

Circa un mese fa, durante una conferenza sulla biodiversità nel Mar Mediterraneo, il commissario europeo per la pesca Maria Damanaki ha detto di aver scritto una lettera allo scrittore Andrea Camilleri, autore della celebre serie di libri polizieschi del commissario Montalbano, perché il personaggio creato dall'autore siciliano rischiava di minacciare la fauna ittica dei nostri mari a causa di una sua catttiva abitudine.
Può sembrare buffo, ma secondo Damanaki  le scorpacciate di pesce di Montalbano, che nei libri di Camilleri è un vero gourmet, a  base di "novellame", cioè pesce molto giovane, rischiano di mettere in serio pericolo la biodiversità. Infatti il pesce non dovrebbe essere catturato quando troppo piccolo, cioè prima di riprodursi, perché questo ne riduce la quantità totale.
Il fatto che quelle di Montalbano siano scorpacciate immaginarie di pesce inesistente non sembra rendere la cosa meno grave per Damanaki. Detto in poche parole: il commissario sta minacciando la fauna immaginaria del Mediterraneo, quindi forse anche quella creata dalla vostra fantasia.
Potrebbe essere a rischio la fauna ittica letteraria di tutto il Mediterraneo: se non leggerete più di personaggi che mangiano pesce in quantità, ora sapete a chi dare la colpa.
Considerazioni ironiche a parte, forse Damanaki ha avuto paura, data la popolarità del personaggio di Camilleri, che il suo tipo di preferenze culinarie potesse influenzare negativamente i suoi lettori, il che richiederebbe tre requisiti fondamentali: che i lettori fossero la maggioranza della popolazione, che leggessero tutti i libri sul commissario Montalbano e che in Italia tutti potessero permettersi mangiate di costoso novellame quotidianamente. Tutte considerazioni estremamente ottimistiche in questi tempi di magra.
Intervistato, Camilleri ha risposto che in realtà il suo personaggio ama anche le triglie di scoglio che non sono vietate.
La questione, che può far sorridere, porta però a galla un vecchio dilemma della letteratura: uno scrittore dovrebbe sempre preoccuparsi delle implicazioni etiche di quel che scrive, oppure nel campo di creatività e immaginazione si può derogare ai limiti che ci sono imposti dal vivere quotidiano?
Una domanda che viene di solito associata a quella se la letteratura debba in qualche modo educare oltre che intrattenere.
Il problema è incredibilmente complesso e probabilmente non troverà mai una soluzione, vista anche la fluidità di alcune questioni morali, percepite in maniera completamente opposta a seconda dei periodi storici o delle culture, come nel caso di adulterio, omosessualità o anche solo del fumare una sigaretta (atto banale a metà del secolo scorso, grave pericolo per la salute ora che sappiamo cosa comporta il fumo).
Probabilmente a guidare gli scrittori (e i lettori) sarà sempre e solo la coscienza, anche perché in fondo nessuno può davvero prevedere tutte le conseguenze di un atto creativo.

 
 
 
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