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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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I Watson – Jane Austen

Post n°276 pubblicato il 22 Marzo 2007 da bluewillow
 

immagine“I Watson” è il nome generalmente utilizzato per indicare uno scritto incompleto di Jane Austen, redatto tra il 1804 ed il 1805, anno in cui fu abbandonato. In realtà la scrittrice lasciò solo una serie di fogli senza titolo: il nome fu scelto da James Edward Austen-Leigh, nipote della scrittrice, che pubblicò questo frammento insieme ad altri scritti incompleti a corredo del  “Memoir”(1871), una biografia sulla vita di Jane Austen. Di quello che quest'opera avrebbe potuto essere abbiamo solo poche pagine, nelle quali viene descritto un ballo al quale partecipa la giovanissima Emma Watson ed una serie di eventi che si susseguono a questo, come conseguenza delle conoscenze fatte la sera dell'evento mondano. Emma trascorre le ore che precedono il ballo in compagnia degli Edwards, una famiglia di ricchi vicini che la scorteranno alla locanda nella quale si svolgerà la serata. Abbiamo il privilegio di respirare l'aria frizzante che precedeva  uno dei pochi momenti che movimentavano la vita di inizio '800: un occasione per divertirsi, per incontrare le altre famiglie del vicinato, ma soprattutto per conoscere giovanotti e stringere fidanzamenti.
Emma non mancherà ovviamente di suscitare ammirazione fra le sue nuove conoscenze e più di un giovane si darà da fare per attrarre le sue attenzioni:il rubacuori Tom Musgrove, lo snob Lord Osborne (un precursore meno piacevole di Darcy) e l'amabile curato Mr.Howard  sono ad esempio tra coloro il cui interesse viene maggiormente messo in evidenza. Purtroppo mai nessuno ci dirà chi sarebbe stato infine il “prescelto” dell'eroina.
L'ultima parte del poche pagine di questo scritto incompleto ci mostra una imprevista riunione famigliare interrotta dall'arrivo di Tom Musgrove, nella quale vengono aggiunti molti dettagli sulla protagonista.
Alla fortuna in società di Emma, non corrisponde  una analoga felicità famigliare: la ragazza è infatti quasi un'estranea per la propria famiglia. Sappiamo che Emma è stata allevata da una coppia di zii senza figli,i Turner,con cui aveva trascorso tutta l'infanzia e l'età adulta, dei quali si riteneva la probabile erede. Una volta rimasta vedova però la signora Turner aveva deciso di risposarsi con un militare irlandese, che non tollerava la presenza della nipote della moglie, causandone quindi il ritorno nella famiglia d'origine, sola e senza un penny dell'eredità dello zio. Una vicenda questa che presenta molti punti in comune con la vera storia di Edward, un fratello di Jane Austen. Edward Austen era stato infatti adottato da una coppia di ricchi zii del padre,i Knight, anch'essi senza figli, con la tacita promessa che ne sarebbe divenuto l'erede. Per il bene del figlio, e visti gli scarsi mezzi degli Austen, i genitori avevano quindi acconsentito a far allevare il figlio da questi parenti di maggiori mezzi: come loro pupillo non sarebbe stato nemmeno costretto a guadagnarsi da vivere, avrebbe vissuto come un gentiluomo. Alla morte di Thomas Knight ,però, questi aveva lasciato tutto il proprio patrimonio alla sola moglie, lasciando Edward senza denaro. Fortunatamente la signora Knight si mostrò molto più gentile della zia di Emma, e tentò di riparare al torto fatto ad Edward lasciandogli di fatto quasi tutto quanto era entrato in suo possesso.
Rispetto ad altri scritti successivi, “I Watson” potrebbe essere considerato un tentativo di scrittura “realistica”, nel quale sono presenti molti dettagli che la penna elegante di Jane Austen non avrebbe mai fatto notare in epoca più matura: una sorella si dice troppo impegnata con il bucato (per quanto povere le eroine della Austen non sembra siano mai impegnate in nulla di più faticoso del ricamo) e si premura di descrivere ad Emma ogni flirt di Tom Musgrove in maniera che denota forse un eccessiva attenzione per i movimenti del ragazzo; Lord Osborne consiglia ad Emma di indossare solo stivaletti con la pioggia ; il fratello maggiore di Emma viene rimproverato dalla moglie per non essersi incipriato a sufficienza i capelli (e qui se siete lettori fedeli della Austen capite cosa voglio dire quando parlo di realismo: incipriarsi i capelli è una di quelle attività che forse accadevano, ma di cui nessuno , o almeno la Austen a cui siamo abituati, avrebbe mai parlato in romanzo).
Sebbene ne “I Watson” la scrittrice non abbia ancora raggiunto la grazia nello stile che la contraddistingue, soprattutto nelle descrizioni fisiche dei personaggi che sono tratteggiati in modo ancora troppo classico (occhi, figura, colore dei capelli, etc), mentre sarà poi capace di infondere quelle stesse parole della capacità di dirci cose sul carattere dei personaggi oltre che sulla loro apparenza, questo romanzo ha davvero tutti gli elementi che avrebbero potuto farne un'opera finita. Fu abbandonato in seguito alla morte del padre della scrittrice, che portò tanti e dolorosi cambiamenti che forse impedirono alla Austen di ritornare su quanto già scritto. E' comunque possibile anche che i troppi elementi simile alla storia del fratello l'abbiano fatta desistere dallo scrivere qualcosa che aveva un carattere forse troppo personale.
A tentare di dare un seguito al frammento incompleto ci pensò una  nipote della Austen, Caterine Hubback , che cercò di far evolvere gli eventi descritti dalla celebre zia in “The younger sister”, evidentemente senza troppa fortuna. Altri artisti in seguito hanno tentato di completare quest'opera, ma evidentemente nessuno possedeva “il tocco Austen”.
Una versione in italiano di “I Watson” può essere trovata nel libro “Sanditon – Lady Susan – I Watson” pubblicato da Carte Scoperte.
Se sapete l'inglese invece potete trovare il testo gratuito di "The Watsons"  a questo indirizzo:

http://www.pemberley.com/janeinfo/watsons1.html

 
 
 
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