Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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PopCo - Scarlett Thomas

Post n°482 pubblicato il 16 Aprile 2009 da bluewillow
 

Titolo: PopCo Titolo originale: PopCo Autrice: Scarlett Thomas Traduzione: Carla De Caro Casa editrice: Newton Compton pag: 464 costo: 12,90 euro


Dopo aver letto questo libro ho l'impressione che se per caso incontrassi Scarlett Thomas e le chiedessi una qualunque informazione, anche facendo una domanda banale come "sa per caso che ore sono?", questa donna sarebbe capace di tenere un monologo per giorni interi, raccontandomi prima la storia della scienza della misurazione del tempo, dalla meridiana agli orologi basati sulle oscillazioni degli elettroni, poi dilungandosi nella avvincente storia che ha portato l'orologio che indossa proprio lì sul suo polso e dei legami complessi fra lei e la persona che glielo ha regalato, fino a risalire a tutti i suoi parenti e conoscenti, indietro nel tempo fino ad Adamo ed Eva, fino a che non sarebbe passato così tanto tempo dalla mia incauta domanda che probabilmente Scarlett non potrebbe dirmi altro che "Oh mi spiace, non so che ore sono: mi si sono scaricate le pile già un paio di divagazioni fa".
In poche e semplici parole, Scarlett Thomas ama divagare e soprattutto adora aggiungere particolari assolutamente superflui ed inutili alla trama e allo sviluppo della sua storia. Ricorderò sempre con dolore il fatto che ci siano ad esempio due intere pagine dedicate alla descrizione di una partita di un gioco inventato dalla scrittrice stessa, un specie di volano. Utilità di questa descrizione nello sviluppo della trama: nulla. Utilità nell'approfondimento dei personaggi: meno di zero.
Quindi alla domanda fondamentale su questo libro, cioè "di cosa parla PopCo?", vorrei tanto che rispondesse la scrittrice in persona, che immagino capace di scrivere post così chilometrici da riuscire ad esaurire la memoria disponibile su questo portale, visto che in realtà questo volume ha decine di temi sovrapposti l'uno sull'altro.
Il tema fondamentale apparente, in mezzo al quale sono inzuppate come biscotti nel tiramisù le divagazioni, è inzialmente la crittografia, condita da una infarinata dei più interessanti aneddoti matematici che sembrano tratti dai libri di maggior successo a tema matematico degli ultimi anni, in particolare da "L'enigma dei numeri primi" di Marcus du Sautoy, che non per nulla è citato tra le fonti del volume.
Alice Butler lavora per la multinazionale del giocattolo PopCo e viene invitata a partecipare ad un gruppo di lavoro per sviluppare un nuovo gioco per ragazzine adolescenti, tenuto in un grande complesso di edifici dove gli impiegati prescelti passano tutto il giorno dedicandosi a "focus group," per elaborare nuove strategie vincenti per catturare l'attenzione di giovani potenziali acquirenti.  Alice però comincia a ricevere strani messaggi in codice, dal significato per lei oscuro, da qualche misterioso personaggio. Quale migliore occasione per divagare? Alice comincia quindi a  ricordare infanzia ed adolescenza, nei quali i suoi nonni non hanno perso occasione per allenarla a crittare  e decrittare codici, in particolar modo illustrando tutto quanto collegato alla collana che porta da sempre al collo, nella quale suo nonno ha nascosto uno strano codice che non è mai riuscita a decodificare.
Ai flashback sul passato si mescolano le riunioni lavorative del presente, fino a che il tema principale, quello sulla matematica, non diventa in realtà secondario rispetto a quello fondamentale e, forse, reale del libro: "Come lavorano le multinazionali?","come manipolano le persone, l'opinione pubblica?" "Come condizionano i nostri desideri, in modo che vogliamo solo quello che loro vendono, infischiandocene se ottenuto a prezzo di lavoro sfruttato e sottopagato?".
A questo punto delle divagazioni, il libro si fa, inaspettatamente, e con gran sbigottimento della scrivente (cioè me), interessante. Ecco come la Thomas ottiene il successo: ti prende per stanchezza! Scarlett Thomas illustra molte delle subdole tecniche utilizzate per condizionare i giovani fin dalla più tenera infanzia, in modo che credano che l'unico modo che hanno per esprimere sé stessi sia acquistare qualcosa che li rappresenti. Quello che compriamo diventa quello che siamo: non ci viene venduto un oggetto, ma l'idea che il marketing ha associato ad esso e che noi vogliamo vedere attribuita a noi stessi come persone.
Le multinazionali sfruttano persino chi le boicotta: creano false sottomarche, apparentemente indipendenti, che in realtà fanno capo a ditte più grandi. Pagano impiegati per creare centinaia di finti profili di chattatori, forumisti e blogger, per lanciare i prodotti che gli interessano, fingendo che i prodotti citati finiscano casualmente in alcune conversazioni.
Creano giocattoli per bambini che poi li porteranno a comprare certi tipi di prodotti da adulti.
Impressionante un brano in cui la scrittrice afferma che se Hitler avesse fatto pubblicità alle proprie folli idee come viene fatta oggi per prodotti inutili, forse avrebbe persino convinto i suoi avversari:

"Hitler cerò di imporre il suo ideale di un mondo tirato a lucido, biondo, ordinato, brillante e noi abbiamo resistito. Allora mi domando: perché se McDonald's e Disney e The Gap e L'Oreal e tutti gli altri cercano di fare lo stesso noi diciamo semplicemente "OK"? Hitler aveva bisogno di un po' di marketing, tutto lì. La sua propaganda era molto acuta per quei tempi, questo è certo. Un'idea fantastica quella di far credere alla gente di appartenere a qualcosa, di essere speciale per la sua identità. Se Hitler avesse potuto arruolare un reparto marketing del ventunesimo secolo, sarebbe riuscito a vendere nazismo a tutti? Perché no? Immaginate una donna bellissima, magra, con i lunghi capelli biondi che si agitano dolcemente al vento e il sottotitolo: "Perché io valgo". Io valgo. Io. Io valgo le vite degli altri"

La seconda parte del libro riscatta decisamente la precedente (persino la finta partita a volano e non è poco!), anche se il volume in realtà sfrutta anch'esso tutte le subdole tattiche attribuite alle multinazionali per piacere a quello che è il suo target, cioè  adolescenti e giovani adulti, con una protagonista che, seppure ventinovenne, ricalca il modo di vivere e di pensare di questa fascia d'età: non a caso tutti i personaggi vivono ogni giorno fianco a fianco, come un gruppo di collegiali.
Ai due temi principali si mescola quello del mistero legato alla collana, oltre ad un assortito numero di aneddoti sulle difficoltà di essere adolescenti e non omologati.
Se immaginate ogni divagazione come una svolta su un percorso altrimenti rettilineo, questo libro è un gigantesco labirinto: alla fine ho avuto l'impressione di essere arrivata all'uscita e che tutti i temi si siano stati chiusi in maniera coerente, ma lo ammetto, quando si divaga troppo io mi distraggo, quindi è possibile che tutte le chiacchiere di Scarlett Thomas mi abbiano semplicemente stordito.
Amo decisamente un altro tipo di scrittura, più essenziale e meno dispersivo, ma riconosco a questo libro il merito di trattare in forma comprensibile anche per persone molto giovani ( o distratte) temi invece molto difficili persino da sfiorare, tanto sono connaturati al modo in cui viviamo  (consumismo, edonismo, apparenza) e di lanciare il seme del dubbio sull'opportunità di essere usati come pedine sulla scacchiera delle multinazionali.

Qui trovare il link ai primi capitoli del libro in italiano (dal sito Newton Compton)

 
 
 
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-nessuno mi regala i biglietti del cinema
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- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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