Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Esercizi di stile - Raymond Queneau

Post n°520 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da bluewillow
 

Titolo: Esercizi di stile Titolo originale: Exercices de style Autore: Raymond Queneau Traduzione: Umberto Eco Casa editrice: Einaudi pag: 236 costo: 10,50 euro Nota: con testo originale a fronte

Vi piacerebbe ascoltare novantanove volte di seguito la stessa storia? E credereste di poterla trovare ogni volta interessante? Se non pensate sia possibile, potreste provare a leggere "Esercizi di stile" di Raymond Queneau, un libro in cui la stessa, brevissima storia, di appena una decina di righe, viene ripetuta per novantanove volte, variando unicamente lo stile scelto per la narrazione.Se avete sempre pensato che lo stile sia un ornamento superfluo e che la chiave di una storia stia nella trama, credo che Queneau vi convincerà del contrario. Anzi, alla fine penserete che la storia non conta nulla, che in realtà conti solo lo stile visto che l'aneddoto che funge da modello per le novantanove narrazioni non è certo dei più avvincenti. Su un autobus affollato, il narratore vede un uomo di circa ventisei anni, rimasto in piedi,che litiga con il suo vicino perché questi lo spinge ogni volta che passa qualcuno per scendere. Appena il giovane vede un posto libero, si affretta ad occuparlo. Più tardi il narratore rivede lo stesso uomo al Cour de Rome, dove un amico gli dice che dovrebbe mettere un bottone in più al soprabito. Fine della storia.

A prima vista non è una trama che invoglierebbe a farne una saga fantasy in tre tomi in effetti, forse manca di complessità, ma è sufficientemente articolata (anche se io ho omesso nel mio riassunto alcuni dettagli), perché Queaneau riesca a trasformala in praticamente qualunque cosa voglia: un'opera teatrale, un testo latino, un racconto dialettale, un paragrafo aulico ed ampolloso, una poesia ermetica, e così via. Leggere per credere (date una sbirciata in libreria, tanto ci vogliono pochi minuti per leggere un paio di "esercizi"!).Un'idea, quella di Queneau, geniale: il primo libro che ha per personaggio principale un'entità astratta, lo stile. Il libro, pubblicato da Einaudi, è tradotto da Umberto Eco e presenta il testo originale francese a fronte. Il volume è stato pubblicato per la prima volta nel 1947, ma nel 1969 l'autore volle eliminare alcuni esercizi per aggiungerne altri, mantenendo sempre il numero totale di novantanove.Il gioco di Queneau potrebbe in realtà continuare all'infinito e fa venire voglia di scrivere la propria versione, di sfidare l'autore Ma questa è una recensione, e come blogger che recensisce libri, non posso derogare dal compito che mi sono autoimposta: recensire. Pertanto non vi darà un saggio di stile sulla base del racconto base di "Esercizi di stile", ma mi limiterò ad un esercizio leggermente differente, sperimentando diversi stili di recensione.

Boxeur

Un pugno nello stomaco, uno schiaffo in faccia, un calcio a tradimento, una scardinata alle gengive. Questo è Queneau. Scrittore che ha il coraggio di scrivere e che fa della scrittura un'arma letale. Vi farà male senza pietà, piangerete lacrime amare, rimpiangerete di essere venuti al mondo, ma amerete questo libro, anche se vi dilanierà nel profondo. Nessuno è più lo stesso dopo aver letto "Esercizi di stile". Imperdibile.


Edificante

Consiglio vivamente a chiunque si accinga ad intraprendere il nobile, faticoso cammino che porta il lettore ad una più alta consapevolezza nel suo ruolo di esploratore delle arti, a leggere con estrema attenzione il libro di Queneau di cui sopra. Mai un uomo riuscì con maggior successo a rendere vivo il concetto di stile, a trasmetterlo non con semplici parole, ma attraverso novantanove nobili esempi che parlano al lettore moderno, come a quello di un tempo, con la medesima forza, proclamando a gran voce: "non basta avere una buona storia, bisogna saperla raccontare".

Haiku

Novantanove samurai nella neve

Ognuno racconta una storia

Il vento sussurra alle mie orecchie

I molti che vedo, in realtà ,sono uno.


Mitomane

Ho letto questo libro e alla fine ho capito che questo non è solo un elenco di esercizi. No, Queneau parla un linguaggio universale, lancia un messaggio che parla all'io più profondo di ognuno di noi. Ti fa capire che dentro di te c'è qualcosa. Qualcosa di importante, di vero, di unico. Ognuno di noi ha uno stile e quello stile è ciò che alla fine ti descrive. Quindi questo libro alla fine parla anche di me: mi sono rivista nell'episodio "dunque, cioè" con i miei intercalare di quando non so che dire;in quello "esitazioni" quando invece non so come affrontare la vita con coraggio. Ogni esercizio dà risposte ai tuoi problemi, persino a quelli che non ti eri mai posto. Questo libro rimarrà sempre nel mio cuore. Ogni tanto lo sfoglio per trovare conforto. Raymond, sei un grande.


Cospirazionista

E voi credete che un uomo vi racconti novantanove volte di essere passato per il Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare, senza un motivo? Credete davvero che Queneau si divertisse a guardare i bottoni del paltò di uno sconosciuto? Che si preoccupasse di discorsi sulla sciancratura di un abito? Aprite gli occhi, quell'uomo voleva lanciarci un messaggio! Cosa si nasconde al Cour de Rome? Perché il giovane sull'autobus era di cattivo umore? Sapeva qualcosa di importante ve lo dico io, qualcosa che nemmeno Queneau aveva il coraggio di dire apertamente. Leggete fra le righe, scavate a fondo. C'è un codice in questo libro, è evidente. L'ho capito non appena ho saputo dell'ossessione di Queneau per il numero 99. Perché non ha semplicemente aggiunto altri racconti alla seconda edizione, perché ha voluto che fossero sempre 99 esercizi di stile? Un cabalista il mio buon Quenau, ci giurerei! Scavate a fondo, lo stile è là fuori.



Epico

Lo sguardo di Queneau si sofferma cinico su una realtà squallida, umile, triste e la trasfigura.La quotidiana lotta per la sopravvivenza, l'uomo che sopraffà l'altro per la minima inezia, lottando persino per un posto in autobus, diventano un modo per proporre una visione differente dell'esistenza. Quel bottone sul soprabito che manca non è altro che un simbolo di ciò che manca a tutti noi per essere completi. Affaccendati dalla lotta quotidiana crediamo di avere tutto, invece non siamo altro che giovani ventiseienni senza speranza, la cui sciancratura dell'abito difetta, così come facciamo difetto di una vita soddisfacente. Ma Queneau ci mostra il suo personale riscatto. Sì, manca un bottone, sì non c'è posto sull'autobus, ma quelle stesse cose che rendono la vita difficile possono diventare lo spunto per fantasie sfrenate, per reinventare la realtà, per sfuggire all'orrore del banale, del sempre uguale. Nessuna ironia per Queneau, no l'ironia ci porterebbe ad un troppo gelido distacco, ci porterebbe lontano da quell'uomo sull'autobus che perderebbe la sua umanità, smettendo di essere il povero infelice che è, diventando solo un episodio senza importanza, osservato da uno scrittore in cerca di ispirazione. Noi invece dobbiamo partecipare del suo dolore. Viverlo, renderlo catartico. Non leggete questo libro con leggerezza. Lo stile è più di quanto pensiate!

Propositivo

Termino dicendo che vi invito a scrivere la vostra versione della storia citata all'inizio. Dramma, commedia, pezzo di giornalismo? Date prova delle vostre capacità e trasformate l'uomo sull'autobus in un personaggio!

 

 
 
 
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-nessuno mi regala i libri
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- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
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