Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Mattatoio N. 5 - Kurt Vonnegut

Titolo: Mattatoio N.5 o La crociata dei bambini   Titolo originale: SLAUGHTERHOUSE - FIVE   Autore: Kurt Vonnegut Traduzione: Luigi Brioschi Casa editrice: Feltrinelli pag: costo: 7,00

mattatoio n.5 copertinaL'ironia è un'arma potentissima: può ad esempio trasformare un racconto di fantascienza, su un uomo che viaggia nel tempo, nel resoconto realistico di uno dei più terribili bombardamenti della storia, quello della città di Dresda, avvenuto tra il 13 e il 15 Febbraio del 1945. Può anche operare un inatteso miracolo, privando la guerra di ogni aspetto epico, di ogni sbandierato eroismo, di qualunque pretesa di santità, per descriverla per quello che è realmente: un massacro inutile e stupido, in cui persone giovanissime, quasi bambini, vengono spedite ad uccidersi l'un con l'altra.
Raccontare una carneficina, quando la si è vissuta in prima persona deve essere difficilissimo: forse la paura di non trovare parole abbastanza potenti deve essere terribile. La scelta stilistica di Kurt Vonnegut, scrittore americano, originario dell'Indiana, che durante la seconda guerra mondiale assistette alla distruzione della città tedesca di Dresda, sulla quale vennero sganciate così tante bombe aree da uguagliare l'energia sprigionata dalla atomica di Hiroshima, e nella quale morirono 30.000 persone, è quella di ricreare nel lettore lo stesso stupore, la stessa sconvolgente sensazione di stordimento, di fronte alla spirale di assurdità in cui viene trascinato il protagonista di Mattatoio N.5, Billy Pilgrim, dagli eventi bellici del secondo conflitto mondiale. Per riuscirci Vonnegut racconta contemporaneamente due vicende: Mattatoio N.5 è sia  la storia di Billy , un uomo che è "spastico nel tempo", come lo definisce lo scrittore, incapace come è di avere una vita che scorra secondo un normale flusso temporale, e che salta in continuazione dal presente al passato, al futuro; sia il resoconto di quello che è il nodo centrale di tutta la vita di Billy, ma anche dello scrittore, un evento così tragico, così apocalittico, che non può mai smettere di essere e che come un'eco si propaga in ogni direzione temporale: il bombardamento di Dresda, che diviene simbolo di tutto quello che di stupido ha la guerra. Il viaggio nel tempo di Pilgrim diventa una specie di fuga dal dolore, un modo per trovare una forma di speranza contemplando istanti di quiete, di semplice normalità. In questo Billy è aiutato dalle lezioni apprese dagli extraterrestri di Tralfamadore, un popolo che vive in un flusso temporale continuo, in cui tutto perennemente accade allo stesso tempo: nessun presente, nessun passato, nessun futuro, ma la percezione contemporanea del tutto. Il risultato della fusione fra i due filoni fantascientifico e realistico ha lo straordinario effetto che a sembrare più incredibili non sono le escursioni temporali di Billy, ma le crude realtà della guerra, che è proprio il risultato che Vonnegut voleva ottenere, aggiungendo stupore a stupore.
Billy, un personaggio modesto, incolore, quasi senza una vera volontà, viene trascinato dalla storia in una situazione al di là di ogni immaginazione. Lo scrittore descrive in maniera molto dettagliata e lucida le pietose condizioni dei soldati americani, non solo da un punto di vista materiale, ma soprattutto morale: con scarso equipaggiamento, spediti senza una vera preparazione in mezzo ad un autentico delirio, in gran parte si tratta di ragazzini nemmeno ventenni che non provano alcuna solidarietà o spirito di corpo, che credono di giocare alla guerra ed invece muoiono di fame e freddo marciando. Vonnegut attacca non solo la guerra in sé, ma anche l'intera mentalità americana, fatta di sogni materialistici, senza umanità, in cui il denaro è quasi una religione. Chi comanda non ha pietà dei suoi sottoposti, se pure patiscono, perché l'indigenza, per un americano, qualunque ne sia la causa, è sempre una forma di colpa. Per questo l'esercito americano viene descritto come uno dei meno solidali di tutti, fatto di persone di umile origine che disprezzano sé stesse come i ricchi disprezzano loro.
Il linguaggio usato da Vonnegut è volutamente distaccato dal dolore di Billy e di tutte le sue disavventure, belliche e temporali, perché una partecipazione emotiva dello scrittore sarebbe troppo enfatica e potrebbe sembrare una sorta di epica elegia. Invece per quanto Billy possa soffrire, il suo dolore non perde mai una qualità fondamentale: è totalmente inutile, perché la guerra è inutile ed è priva di ogni grandezza. Non per nulla, come una specie di mantra ripetuto in maniera ossessivo-compulsiva, ogni qual volta nel libro viene nominata o la aleggia la presenza della morte, Vonnegut scrive la frase "Così va la vita", apparentemente per minimizzare, per aumentare il distacco dello stesso lettore, ma in realtà ripetendo la frase così tante volte, perché c'è così tanta morte a circondare Billy, che non si può che risultarne disturbati e giungere alla conclusione che non è così che deve andare la vita, se è umana.
Il libro ha come titolo alternativo "La crociata dei bambini", con riferimento ad una leggenda medioevale, secondo la quale nel 1212 un gruppo di bambini, fatto soprattutto di ragazzi di strada, cominciò a formarsi in europa e a divenire via via più grande, con l'obiettivo di andare in terra santa a liberarla dai mori, in una specie di crociata. La fine fu ovviamente tragica, perché i fanciulli  morirono o vennero catturati come schiavi. Non si sa quanto di questa storia sia reale, ma l'idea di Vonnegut è che ogni guerra sia in realtà una crociata di bambini e che su ogni fronte ci siano solo ragazzi che si uccidono per un ideale che esiste solo nelle loro teste, pedine di un gioco che non conoscono e che viene mascherato da una vagheggiata grandezza che non ha alcuna consistenza.

 
 
 
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- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
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