Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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L'eterno marito – Fёdor M. Dostoevskij


Titolo: L'eterno marito Titolo originale: Večnyi Muž (Вечный муж ) Autore: Fёdor M. Dostoevskij Traduzione: Anna Maria Capponi Glouchtchenko Casa editrice: Giunti pag: 220 costo: 6,90 euro

Nel 1870, anno in cui la giovane rivista "Aurora" pubblicò in due puntate il racconto lungo "L'eterno marito",  Fёdor M. Dostoevskij aveva sulle spalle 49 anni, una infanzia infelice, una ricorrente epilessia, due matrimoni, molte intense passioni amorose, talvolta anche adulterine, un passato da incallito giocatore d'azzardo, una condanna a morte tramutata in extremis ai lavori forzati in Siberia, la pubblicazioni di capolavori immortali come "Delitto e Castigo" e "L'idiota", una recidiva passione per l'attività sovversiva ed una vita passata a barcamenarsi tra povertà e grande fama letteraria.
 Nessuno stupore che i suoi romanzi siano sempre pieni di una moltitudine di personaggi, finemente caratterizzati e descritti con grande amore per il dettaglio: la vita aveva regalato a questo scrittore un corso accelerato di esperienze umane e tragedie bastanti per più di una esistenza.
Ci sarebbe da credere che Dostoevskij avrebbe potuto scrivere qualunque cosa avesse voluto, eppure persino i grandi a volte devono arrendersi di fronte a qualcosa più grande ancora di loro: forse esiste un "karma" letterario, una specie di destino che controlla la creatività umana, per cui se si è sempre scritto in chiave fondamentalmente drammatica, improvvisarsi umoristi è impossibile o perlomeno molto difficile.
Infatti nelle intenzioni dell'autore "L'eterno marito" avrebbe dovuto essere un'opera satirica, tendenzialmente umoristica, sulle disavventure nate dall'incontro tra un vedovo e l'ex-amante della moglie. E' facile immaginare Doestoevskij dibattersi fra due opposte forze: la sua volontà (scriverò qualcosa di leggero ed ironico finalmente!) e la sua natura (come sfuggire al desiderio di rivalsa di questo Trusozkij? Questo personaggio che a tutti i costi vuole raccontarci le sue sofferenze e non ha nessuna intenzione di farci fare impunemente due risate alle sue spalle?).
Il risultato fu che Doestoevskij  odiò profondamente scrivere questo romanzo, come ci ricorda nell'interessantissima introduzione al volume Elena Mantelli, che riporta stralci di una lettera dello scrittore, in cui afferma:

"Ho odiato questo racconto breve, nauseante fin dall'inizio. Pensavo di non scrivere più di tre pagine di stampa, ma mi si sono presentati tali dettagli che sono arrivato a scriverne undici"

Forse pretendere da Doestoevskij  un romanzo umoristico, sarebbe come volere che Wagner componesse  la sigla di un cartone animato: di certo si otterrebbe  sempre qualcosa di notevole, visto il talento in gioco, ma probabilmente non quello che ci si aspetterebbe di solito in simili occasioni.
"L'eterno marito" è un breve romanzo, o racconto lungo, se preferite, che non riesce ad essere distaccato e cinico quanto vorrebbe l'autore, che non può fare a meno di farci scivolare nel dramma e nella partecipazione emotiva. Le vicende narrate sono tali che non c'è davvero molto da ridere e nemmeno da sorridere, se non forse proprio nel finale.
La storia è ambientata a Pietroburgo, dove Vel'čaninov, un uomo di "trentotto o trentanove anni", dedito a piccoli affari, vede sfuggire la propria giovinezza in una incipiente mezza età (erano altri tempi! Oggi siamo giovani a tempo indeterminato!). Per alcuni giorni consecutivi  Vel'čaninov si accorge di essere seguito da un uomo con un cappello bordato di crespo nero, segno di lutto: la figura dello sconosciuto gli sembra famigliare, eppure il suo nome continua a sfuggirgli.
L'uomo misterioso si presenta infine proprio a casa dello stesso  Vel'čaninov, lasciandosi riconoscere come Pavel Pavlovič  Trusozkij, vedovo di Natal'ja Vasil'evna, una donna un tempo amante dello stesso Vel'čaninov. E' evidente che Pavel Pavlovič  è perfettamente al corrente della relazione clandestina avuto dal suo antagonista, eppure sembra pretendere che sia egli stesso a confessare, come se attendesse una sorta di risarcimento. Allo stesso tempo  Vel'čaninov è del tutto intenzionato a non dare alcuna soddisfazione a  Trusozkij e a fingere di essersi comportato sempre entro i termini di una perfetta onestà. Quella fra i due protagonisti sembra una lunga, ossessionate, quasi morbosa, partita a scacchi, fra due individui che sembrano non poter fare a meno di detestarsi e di essere allo stesso tempo legati. C'è qualcosa di non detto da entrambe le parti: infatti Pavel Pavlovič  ha una figlia, Lisa, e ben presto Vel'čaninov  intuisce che quella triste, trascurata bambina, quasi odiata dal padre ufficiale, è probabilmente proprio frutto della sua relazione con Natal'ja Vasil'evna.
Dostoevskij tratteggia in Pavel Pavlovič  un personaggio meschino, odioso, debole e  incredibilmente viscido. Un uomo che sembra cercare di buon grado l'umiliazione, purché gli dia anche la minima possibilità di esercitare una vendetta che non si può fare a meno di trovare ripugnante. "L'eterno marito" di Dostoevskij ama circondarsi solo di donne che lo soggiogano e lo ingannano, ma nonostante tutto non è mai innocente, perché in realtà sembra quasi crogiolarsi nell'illusione, come qualcuno che sia cieco solo a metà: allo stesso tempo perfettamente consapevole di quanto accade alle sue spalle, eppure fintamente candido e innocente, quasi come se invocasse il privilegio di essere una vittima.
Il  personaggio  Pavel Pavlovič  Trusozkij è così efficiente nella sua strategia da finire per prendere il controllo di mano perfino al suo inventore: alla fine tutta la storia non può fare a meno di piegarsi al suo desiderio di coinvolgerci nella sua frustrazione, trasformano magicamente la commedia in melodramma.
Sebbene questa non sia certo una delle opere migliori di  Dostoevskij, conserva intatta la grande capacità dello scrittore di tratteggiare caratteri e, soprattutto, ossessioni. La lettura è molto breve, ma istruttiva: ci sono persone che amano "soffrire" e niente potrà impedire loro di privarsi di questo tipo di divertimento.

 
 
 
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-nessuno mi regala i libri
-nessuno mi regala i biglietti del cinema
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- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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