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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Schiavo d'amore - William Somerset Maugham

Post n°625 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da bluewillow
 

Titolo: Schiavo d'amore Titolo originale: Of Humane Bondage Autore: William Somerset Maugham Traduzione: Bruno Traversetti Casa editrice: Newton Compton pag: 538 costo: 7,00 euro Nota: non so se al momento questa edizione, molto economica, sia in commercio. In compenso è in commercio quella della casa editrice Adelphi, che credo costi sui 24 euro (in pure stile Adelphi, cioè cose bellissime a prezzi salatissimi)

Cosa ci lega agli altri, su cosa si basano amicizia ed amore, quali complessi meccanismi fanno accendere brucianti passioni proprio per le persone più sbagliate e distruttive, o viceversa ci rendono indifferenti alle più calde dimostrazioni d'affetto?
Nel suo "Of Humane Bondage"(1915), noto in Italia con il titolo "Schiavo d'amore", William Somerset Maugham si interroga proprio sulla natura dei fili sottili che intrecciano tra loro le vite, in quello che per sua stessa ammissione, nella prefazione al volume, è il più autobiografico di tutti i suoi libri.
Philip Carey, protagonista di questo lungo romanzo di formazione, ambientato tra l'ultimo quarto del XIX secolo e i primi anni del '900, sembra infatti un quasi perfetto alter ego dello scrittore.
Come Maugham, Philip rimane presto orfano dei propri genitori e viene allevato senza molto calore dall'anziano zio, vicario della chiesa anglicana, e dalla moglie. I luoghi dell'infanzia di Philip sono gli stessi dello scrittore: la campagna del Kent (Whitstable nella realtà, Blackstable nella finzione)  ed un duro collegio, dove vessazioni e nonnismo sono all'ordine del giorno. Entrambi durante l'adolescenza passano un periodo in Germania. Infine sia Maugham che Philip finiscono per studiare medicina,  sebbene il loro destino si concluda in maniera assai differente.
William Somerset Maugham, uno dei più celebri drammaturghi e romanzieri del novecento, iniziò infatti a pubblicare i propri libri già durante gli ultimi anni universitari e, baciato da un immediato successo, non esercitò mai la professione medica.
Mentre nella realtà lo scrittore soffrì molto, soprattutto durante la gioventù di una forte balbuzie, resa ancora più complicata dal strano accento dovuto al  fatto di essere stato allevato nei primi anni di vita in Francia, il personaggio di Philip Carey è contraddistinto da una menomazione fisica: ha un piede equino, che non poggia normalmente a terra, e che lo costringe ad una andatura claudicante.
william somerset maugham da giovane, il volto di Philip CareyPhilip e William, la creatura ed il creatore, sono uniti da molto più che da dettagli biografici: la vita di Philip è quella di chi sente costantemente una differenza fra sé e gli altri, una separazione che nasce da motivi che sembrano materiali (la balbuzie dello scrittore, il piede equino di Philip), ma è in realtà molto più totalizzante, perché investe un intero modo di sentire e di vivere il rapporto con gli altri esseri umani. C'è chi è fatto per gridare felice con gli altri in uno stadio, o cantare in un coro, o chi, come Philip, sente che la vita in comune con gli altri equivale  ad essere sempre  l'unica forma quadrata ad essere spinta a forza in uno stampo fatto solo per chi è tondo.
Educato a rispettare la forma, ad aspirare ad una vita da "gentleman", senza mai varcare i confini della propria classe sociale, di limitate vedute e desideri, il cuore di Philip è troppo inquieto, troppo costantemente diverso per adeguarsi ad un destino disegnato da altri ed adagiarsi in una quieta mediocrità, senza sorprese. L'iirrequietezza  che lo affligge non sembra avere nome: a volte sembra il desiderio di diventare un grande artista, altre quello di raggiungere finalmente una rivelazione su quale sia il vero significato della vita, ma infine sembra essere solo il mai soddisfatto desiderio di amore, unica certezza in una vita troppo caotica per nascondere, tra le sue pieghe, un qualche significato superiore.
Proprio l'amore, il più agognato e tormentato dei sentimenti, è la strana chiave che prima distrugge e poi salva Philip, che proverà tutta la gamma possibile delle gradazioni affettive: essere amato senza amare, o provando solo una tiepida gratitudine, o inconsapevolmente adorato in silenzio da qualcuno ancora più solo, per raggiungere il culmine emotivo  in una degradante, morbosa relazione con donna che desidera appassionatamente per nessun motivo al mondo, se non forse la sua crudeltà.
La contorta e spesso umiliante relazione con Mildred, una ragazza totalmente differente da Philip per estrazione sociale, istruzione e soprattutto sensibilità, che si diverte cinicamente a sfruttare il proprio spasimante, sembra essere la chiave di una specie di teorema alla base del libro: non si scelgono i legami d'amore con gli altri, essi "ci possiedono", ci tormentano, ci dannano, ma mai la ragione può completamente dominarli  Infatti Philip, illudendosi che aiutando Mildred ne potrà ricevere gratitudine, se non amore,  finirà per perdonarle l'imperdonabile: tradimenti, bugie, cattiverie, ma soprattuto sembrerà accettare il fatto di non essere ricambiato come un fatto naturale, rendendosi in parte "complice" della propria tortura.
In poche parole, Philip, è una specie di "crocerossina", al maschile (se non sapete di cosa sto parlando, leggete "Donne che amano troppo" di Robin Norwood, recensito nel post n° 103)
william somerset maugham - 1934Nella parte finale del romanzo,di forte ispirazione Dickensiana (del resto come non ispirarsi a Dickens quando si è avuta una infanzia infelice e si è orfani?), dopo molte traversie economiche, e la discesa negli inferi della povertà e del declassamento sociale e la successiva risalita, Philip riuscirà infine trovare una propria dimensione affettiva, in una tarda maturazione che lo porterà fuori dalla propria lunghissima "adolescenza emotiva", attraverso una amicizia ed un amore davvero "puri", sebbene non travolgenti e privi di ideali romantici.
"Schiavo d'amore " è considerato da molti il capolavoro di Maugham, è un romanzo in cui è racchiuso forse l'intero sistema di pensiero dell'autore e un universo di rapporti affettivi, dal più forte al più debole: dalla madre abbracciata da bambino sul letto di morte, alle amicizie intellettuali  basate sull'amore per l'arte, a quelle nate per una inspiegabile affinità, nonostante tutte le apparenti differenze. Come sempre, Maugham è impareggiabile nel tratteggiare caratteri perfettamente realistici e unici, tratteggiando l'essenza di un essere umano con pochi tratti. Tutti i sentimenti, per quanto ambigui, come quelli di amore-odio per i freddi zii che lo allevano, sono inequivocabilmente  nati da qualcosa di vero. Nonostante questo, ammetto che ho preferito altri romanzi di questo scrittore a " Schiavo d'amore" ,  forse perché mi è stato difficile provare una autentica simpatia per il personaggio di Philip nel momento in cui questo indulge nella sua autodistruttiva relazione con Mildred , degradandosi senza ritegno (se non si è capito: non sono solidale con le crocerossine, perché non sono vittime, ma carnefici di sé stesse). Forse in questo romanzo l'autore è stato un po' troppo duro con sé stesso dipingendosi nei panni di Philip.

 
 
 
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