A proposito di moda

Post N° 1

A proposito di moda  e di costume…

DA COSA SI CAPISCE CHE SIAMO IN FASE DI RECESSIONE, alle soglie di un nuovo medioevo, inteso come voglia di mortificazione e di disconoscimento di ogni qualità umana per l’autoevoluzione personale?

Per esempio dalla bruttissima trasmissione televisiva di elezione di miss Italia, che ormai da qualche edizione , invece di presentare il meglio di ogni concorrente per fare emergere le più alte vette in uno scintillio di bellezza e grazia o talento, tende a esasperare la rivalità diretta, e tutta la brutalità di una competizione che alla fine non fa che svilupparsi tra i due poli dell’umiliazione e dell’ipocrisia, nel far accettare con un sorriso smagliante un’umiliazione diretta e cercata , quasi a volere soddisfare l’invidia di chi approfitta nel dover scegliere la migliore, per mortificare una “bella”, privilegiando quest’ultimo aspetto della competizione.

Invece di mostrare il bello, in una gara che spingerebbe al riconoscimento delle qualità altrui, si cerca in tutti i modi di scovare i punti deboli, ridicoli, sgraziati delle concorrenti; persino i costumi nelle due ultime edizioni sono stati fatti per sottolineare i difetti, piuttosto che accentuare ogni grazia. La femminilità mortificata o esasperata a volte anche in modo volgare, anche dai costumi, diventa poi comunque la vera discriminante, solo quando però viene “piegata” al “piacere” dei giudicanti. Questo potrebbe forse essere motivo di maturazione psicologica per tutti, concorrenti e spettatori, che dovrebbero con ciò accorgersi della relatività di ogni cosa, bellezza e giudizio; ma quando comincia ad essere troppo accettato come unica legge, non fa che condurre alla disgregazione morale.(Cioè: vuoi il successo? Allora devi rinunciare ad ogni senso del pudore, se no continua ad essere “nessuno” con la certezza della sconfitta continua).

Certo piuttosto che metter bombe a casaccio, meglio sfogarsi sulle miss che “liberamente” scelgono di competere; ma c’è da chiedersi : fino a che punto trasmissioni televisive così brutte interpretano le voglie del pubblico più vasto, scontatamente così basse? Oppure: non sono piuttosto queste stesse trasmissioni televisive a stimolare una mentalità sempre più brutale e barbarica?

E’ vero che uno può scegliere di spegnere il televisore, ma così è obbligato a rinunciare ad assistere a ciò che vuole solo per  esprimere il suo dissenso sui metodi; oppure deve accettare di essere alla lunga soggiogato. Chi è che decreta che tutti questi aut/ aut devono entrare a far parte del Diritto? Ciò non ha nulla a che vedere né con il rigore né con la giustizia, e ogni regola ha senso solo quando viene concordata; ed i giochi, per quanto leggeri, sono per definizione campo educativo e di apprendimento.