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Sui pacs o unioni civili

Post n°2 pubblicato il 11 Febbraio 2006 da anna999

NUOVI PACS : quando il riconoscimento dei diritti civili passa attraverso la tutela delle scelte del più forte : ovvero : il contratto, che scarica le responsabilità individuali del più ricco sulla collettività, batte il diritto del singolo.

Hai già dei figli, e forse un legittimo consorte che ti ha aiutato ad avere ciò che hai e che però ora vuole limitare le tue scelte di totale autonomia affettiva e/o di utilizzo esclusivamente personale delle tue ricchezze? Oppure non ti va che alla tua morte si ridistribuisca tra i tuoi fratelli ciò che i tuoi genitori ti hanno permesso di raggiungere? Pas de probleme : basta trovare un poveraccio che è disposto ad “accudirti” (lavorando o prostituendosi o non avendo molto altro di meglio da fare), naturalmente senza paga o riconoscimento oggi, giusto magari un po’ d’accoglienza e mantenimento, extracomunitario o no che sia; ovviamente senza minimamente intaccare le tue risorse, finchè sei in vita!, o rischiare troppo coinvolgimento. Ci penserà poi la collettività (pensioni di reversibilità etc…) ad onorare le tue scelte, togliendo forse a chi ha più diritto.

Chi è in ospedale ha diritto alle visite di chiunque e questo è un diritto dell’individuo che come tale va regolato. Così come si possono anche eventualmente ritoccare le legittime per quanto riguarda le eredità, se questo è più giusto. E chiunque può decidere di convivere con chi gli pare: amici/che per aiutarsi ad alleggerire le difficoltà della vita o per il semplice piacere della compagnia.

Soprattutto esiste comunque sempre la libertà di dare, intestare o cointestare i propri averi con chi ci pare mentre siamo ancora in vita. Ma certo coi pacs si potrebbe persino creare un bel po’ di scompiglio e fare tanti dispetti a parenti eredi anche dopo morti, senza avere avuto il coraggio di farlo in vita.

I nuovi pacs, alla faccia del nome,non interpretano altro che la rinnovata supremazia dei vincoli di dipendenza e del piacere del più forte sui diritti dei singoli, i quali andrebbero tutelati nella loro individualità negli ambiti specifici e non riconosciuti solo attraverso i legami cui devono sottostare.

Infine, se uno non vuole sposarsi,pur potendo,perché mai dovrebbe voler stipulare un altro patto, comunque ispirato al matrimonio di concezione cristiana, senza l’impegno e la coerenza di questo? Si vuole forse che costituisca il primo passo verso nuove forme di bigamia? Accettando i pacs i rapporti umani perdono ogni profondità e solidità, riducendosi a vincoli di convenienza estemporanei e tutt’altro che liberi e gratuiti : perché mai si dovrebbe altrimenti stipulare un patto scritto? Rinnovabile e velocemente ritrattabile (da chi?…entrambi, o solo il più forte…).

Esiste già una gamma più che ampia di opzioni per tutelare gli interessi di qualcuno a cui vogliamo bene, anche se non accettati dalla famiglia di origine, per es. una gran varietà di polizze assicurative e investimenti di tutti i tipi. E di certo non si può imporre il rispetto per alcuna categoria con le leggi (come fortemente e ampiamente dimostrato dalla Storia) ma solo attraverso una maturazione culturale di rispetto per le diversità. Molto meglio sarebbe piuttosto riconoscere esplicitamente, formalmente e civilmente le unioni gay come tali, in modo differenziato, se è solo questo quello a cui si mira : esplicitamente come alternativa, “laica” e legale, esclusivamente per omosessuali dichiarati, al matrimonio,che, per definizione, così come oggi è concepito nella nostra società, coi suoi diritti, doveri e tutele, ha il suo fondamento nella religione cristiana ; mentre in ogni cultura in ogni tempo è sempre stato considerato come l’unione di base per avere dei figli, quindi necessariamente tra uomo e donna.

Ancora, accettare i pacs significa legalizzare lavoro nero, schiavitù e prostituzione, ovviando socialmente a tante situazioni di disoccupazione e clandestinità, attraverso rapporti legali di serie B. Non sarebbe molto meglio e meno ipocrita allora snellire e razionalizzare i rapporti lavorativi di serie A, per garantire maggiore dignità e uguaglianza per tutti? Passi per una certa Destra non cattolica, liberalista e insieme tradizionalista e razzista, ma che sia proprio la Sinistra a sostenere i pacs contemporaneamente contestando  ogni nuovo taglio di spesa pubblica anche inefficiente è veramente il colmo dell’ipocrisia.

I pacs sono senza dubbio un passo indietro nella civiltà della democrazia e dirigono verso un rinnovato sistema di caste sociali e discriminazioni; per chi vuole “mantenere le distanze”.

Perché fa dipendere i diritti dei singoli dall’accettazione di nuovi patti : i diritti degli individui ricominciano ad essere sorpassati da quelli della “coppia”.

 

 E con ogni probabilità costituiranno almeno 2 passi indietro sulla strada dell’emancipazione femminile. Invece di badanti, lavoratrici indipendenti o libere amanti torneremo ad avere le povere servette tuttofare senza paga e anche un po’ concubine, ma stavolta “legalizzate”. E chi potrà ambire al ruolo di moglie , a tempo indeterminato, dovrà considerarsi fortunata ( o vincitrice di una rinnovata ma antichissima e squallida competizione tra donne…?). Il peggioramento delle condizioni di vita di qualcuna sarà l’inizio del peggioramento per tutte ad effetto domino. Tra la disoccupazione, la crisi economica, nuovi ricatti e la concorrenza spietata di altre, naturalmente sempre più disponibili, diventerà davvero dura la vita per le donne che aspireranno a ruoli sociali e amori dignitosi. Anche perché ora non c’è più alcuna vecchia morale a proteggerle. Ma sarà solo questione di “libera scelta”.

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Commenti al Post:
nap28
nap28 il 11/02/06 alle 19:51 via WEB
esatto lasciamo scegliere siamo liberiiiiiiiii ciao buona serata
(Rispondi)
DeadStar
DeadStar il 12/02/06 alle 02:01 via WEB
uao..ci sarebbe tantissimo da scrivere, ma è tardi..per ora mi limito ad una cosa. "Chi è in ospedale ha diritto alle visite di chiunque e questo è un diritto dell’individuo" questo purtroppo non è vero. Puoi regolare come vuoi ma resterebbero sempre REGOLAMENTI e come tali subordinati alle fonti legislative superiore, appunto le LEGGI. La legge che prevede per esempio che I FAMILIARI E SOLO LORO abbiano il diritto di discutere con il merito sulle terapie per una persona in stato di incoscienza, la stessa legge che non considera un convivente come FAMILIARE. Questo significa che finchè c'è una situazione pacifica tra familiari di sangue e convivente non c'è problema, ma se i familiari vogliono negare al compagno di una persona in stato di incoscienza di essergli vicino, di discutere con il medico delle terapie etc... non c'è regolamento che tenga, perchè per legge un cugino di 3° grado è più "familiare" di una persona che convive da 30 anni. Per questo i regolamenti, le modifiche agli statuti, gli atti, le regolamentazioni, servono a poco. Andranno sempre a scontarsi (con cause legali conseguenti) con il principio legale del "legame di sangue" o del "legame di matrimonio" Salutoni
(Rispondi)
 
anna999
anna999 il 13/02/06 alle 20:41 via WEB
Forse non ho usato la terminologia esatta; avrei forse dovuto dire modifiche alla legge? Perchè di leggi si sta sempre parlando. Moralmente siamo sempre tutti d'accordo no; anch per me gli omosessuali devono avere gli stessi diritti. Inoltre considera che in un paese come l'Italia, però anche in generale, l'ambito di scelta in certe situazioni di salute gravi nonè così esteso : c'è tendenzialmente una prassi deontologica ed è persino previsto che sia la coscienza dei medici a dire l'ultima. Capisco i tuoi timori, ma credi che non è assolutamente questo il motivo vero per cui vengono proposti i pacs. Bensì uno "spirito fiscale" molto più pratico ( qui però sarebbe davvero troppo lungo e complicato entrare nei dettagli)ed anche una morale che molto più concretamente dopo pochi decenni di applicazione dell'uguaglianza di dignità di tutti gli esseri umani, ritorna al nostro innato desiderio di discriminazioni. Cosa ne pensi della poligamia? Non credi che i pacs conducano logicamente ad affermare la legittimità di tante altre situazioni "famigliari" diffuse soprattutto per adesso nel terzo mondo? Ma anche qui da noi quando la moglie non rientrava ancora nel nostro stato di diritto. E i figli avevano un valore diverso a seconda che la madre fosse una exmoglie di pari rango o una serva.Ok che per ora questo non c'entra, ma perchè secondo te uno non vuole nè convivere liberamente, nè sposarsi civilmente ma vuole sottoscrivere un pacs? Non per voler entrare nella testa degli altri ma per necessità di capire : quali casi reali e veri conosci o riesci a immaginare di utilità di questi pacs ( a parte l'ospedale di cui abbiamo già parlato)? Vorrei anche aggiungere altro sulla nostra percezione dell'omosessualità e quanto sia realmente oggettiva, ma per ora mi fermo qui.Quanti anni hai se posso chiedere? baci
(Rispondi)
 
 
DeadStar
DeadStar il 15/02/06 alle 00:08 via WEB
Ciao anna..un paio di chiarimenti prima di continuare. Ho 27 anni...first of all :) e secondari acosa io non ho parlato nel mio post di omosessuali, ma di COPPIE (che queste siano etero, omo o altro poco importa). Il mio punto di vista è questo: io mi considero un liberale, la nostra società si considera liberale, qual'è il principio della liberalità? mi rifaccio alla tradizione crociana che tanto ha dato a questo spirito. La liberalità consiste nel considerare lecito tutto ciò che "non crea danno". Il che significa che se anche 1 persona sente l'esigenza di una legge e la creazione di tale legge non comporta DANNO allora tale legge DEVE ESSERE CREATA ED APPLICATA. Ora andiamo la resto...riguardo la questione sanitaria come ti ho detto l'ultima parola spetta ovviamente sempre al medico, ma io parlavo di DISCUSSIONI forse con gli esempi ci si capisce meglio. Giorgio vive con Andrea da 30 anni, la famiglia di Andrea non ha mai accettato la sua scelta di vivere con un uomo, quando Andrea ha un incidente e resta in come la sua famiglia VIETA a Giorgio di essere vicino al suo compagno in punto di morte e Giorgio passa le giornate fuori dal reparto. Quando muore deve prendersi un permesso dal lavoro perchè il "lutto familiare" non prevede convivenza. Marco e Maria vivono insieme, non sono sposati, hanno un conto cointestato ed una casa che è di Marco. Marco muore e i suoi parenti che non vedevano di buon occhio la sua relazione svuotano il conto corrente e sfrattano Maria che si ritrova senza una casa da un giorno all' altro. Queste storie sono vere (i nomi li ho messi a caso non me li ricordavo) e rappresentano una realtà GRAVE. La realtà di una legge che non prevede il rapporto paritario tra CONVIVENZA e MATRIMONIO. Tu mi dici "perchè uno dovrebbe fare i pacs?" perchè il matrimonio dovrebbe esser euna scelta, non un modo di "avere diritti". Io appartengo a quella schiera di etero che non si vogliono sposare perchè non credono nell' istituto del matrimonio ma non per questono vogliono lasciare la propria compagna senza una minima tutela economica. Il discorso dei PACS come "diritti senza doveri" è sbagliato, i PACS prevedono dei DOVERI oltre che diritti (assistenza, coabitazione, mutuo sostentamento etc...)e (riferendomi alla tua domanda del primo post) possono essere sciolti sia unilateralmente che di comune accordo (nel primo caso con valenza dopo 3 mesi, nel secondo con valenza immediata). Non capisco poi il discorso sulle badanti etc.. ma perchè non esistono i matrimonio per la cittadinanza o i matrimoni "riparatori" o i matrimoni per sgravio fiscale? (l' elusione più vecchia del mondo..mi sposo e intesto tutto a mia moglie...se mi arrestano nno possono toccarmi niente), queste realtà esistono a prescindere se la forma di legame sia un PACS o un matrimonio civile o un matrimonio sacro. Esistono e basta. Della poligamia cosa penso? Innazitutto che non c'entra con i pacs (i pacs si fanno tra 2 persone non si possono fare se è già in atto un altro pacs per uno dei due o entrambi)..penso che è una forma di legame familiare che dipende dal tipo di società. In alcune società, conme quella indoeuropea si è sviluppata la monogamia, in altre (come in quella africana e medio-asiatica) la poligamia, in altre (zona indiana e nord asiatica) la poliandria, sono forme di consolidamento familiare che si sviluppano sulla base di fattori sociali, culturali e ambientali, non sono ne giuste ne sbagliate. Saluti
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anna999
anna999 il 01/03/06 alle 18:52 via WEB
Siccome non ho più voglia di ripetere altre cose desidero solo +farti 1 domanda per cercare ancora di capire : tu dici di non voler sposarti ma che faresti un pacs; mi sfugge la distinzione vera. Che motivo consistente hai per scegliere, cosa fa esattamente una reale differenza per te, tra una forma e l'altra? Ovviamente intendo matrimonio civile.
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