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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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PAX ROMANA

Post n°304 pubblicato il 24 Luglio 2006 da bargalla
Foto di bargalla

Sarà una coincidenza, ma nei giorni in cui Israele ha dato fuoco alle polveri, ravvivando il mai sopito incendio che purtroppo sembra destinato ad alimentare e ad aprire nuovi fronti di guerra, anche l’Etna si risvegliava dal suo torpore con un’attività effusiva che col passare del tempo è diventata eruttiva.
Quasi un segno, direbbero gli antichi aruspici, di quello che potrebbe essere lo sviluppo della tattica bellica che, come colata lavica, finirebbe per travolgere e render vana ogni speranza di pace, facendo scorrere altro sangue nel sempre martoriato Medio Oriente.
La mitologia pone l’officina di Efesto, il dio Vulcano per i latini, dio del fuoco e fabbro degli dei, nel cuore dell’Etna, dove insieme ai Ciclopi, forgiava le armi per gli dei dell’Olimpo, i quali spesso, irascibili com'erano, non mancavano di coinvolgere il genere umano nelle loro leggendarie, mitiche diatribe.
Miti e leggende, certo, che mal si conciliano con una visione del mondo in cui l’uomo e solo l’uomo, e Nessun altro, checché ne pensi qualche sommo sacerdote con l’hobby della teologia, continua ad essere l’artefice, il fabbro, sia delle sue fortune che delle sue disgrazie. Ieri hanno pregato, bontà loro, per la Pace in Medio-Oriente dimenticando di invocare anche la Giustizia, senza la quale anche i buoni propositi di Pace vanno a farsi benedire.
Finché ci saranno la prepotenza e l’arroganza come regole di un gioco in cui deve sempre e comunque vincere il più forte, le preghiere avranno solo il demerito di essere delle vuote formule magiche per implorare una pietà che il Buon Dio si guarda bene dal concedere a questa umanità che non è più a Sua Immagine e Somiglianza.
Se una superpotenza rifornisce con i suoi strumenti di morte l’arsenale bellico di un Paese che si considera  “il Popolo Eletto” e che in quelle latitudini ha l’esercito più potente e meglio organizzato, è chiaro che si punta a colpire ben altri e più corposi obiettivi, che non tendere alla semplice liberazione degli ostaggi israeliani, le cui vite per quanto preziose, per la legge del taglione, hanno già causato la morte di centinaia di cittadini inermi.
Per far valere i propri diritti si calpestano quelli degli altri “mors tua vita mea” e come succede da sempre, la morte degli agnelli mansueti continua a fare la fortuna dei soliti lupi famelici.
La strategia adottata, ancora una settimana d’inferno poi si vedrà, con l’intermezzo del summit di Roma, conferma che per ora le buone intenzioni vanno come al solito a farsi friggere insieme a quei missili anti bunker a guida satellitare, omaggio dello zio Sam, buoni solo ad accendere altre micce.
Invece di aiuti umanitari, si riforniscono gli arsenali di altri micidiali ordigni bellici.
Il solo pensare all’idea di Pace in un contesto simile diventa paradossale!
Una legittima reazione punitiva nata dal rapimento di due militari Israeliani, si è trasformata in una rappresaglia che ogni giorno semina morte e distruzione soprattutto fra i civili libanesi.
Una reazione sproporzionata, un eccesso (colposo?) di legittima difesa, stante il dispiegamento delle forze in campo e l’altissimo numero di vite umane sacrificate sull’altare di un dio che schiera i suoi eserciti in battaglia senza preoccuparsi delle donne e dei bambini. Istantanee di guerra, nuove tragiche icone da conservare nell’album di una Storia che ha sempre rimandato l’Epilogo nella speranza che l’uomo riscriva un capitolo di Pace.
Ora le strade della pace per una provvidenziale Nemesi storica, passano per Roma, mai come in questi frangenti chiamata a dare un saggio e un segno della sua Eternità.
Strade che si intersecano per incrociare, si spera senza crocifiggere, i Destini di altri Popoli, in quella “caput mundi” che un tempo usava le sue legioni per imporre con la forza delle armi una ferrea quanto incondizionata “Pax Romana” sinonimo, secondo il dettato augusteo, di Civiltà, Ordine e Giustizia.
Quella Giustizia la cui bilancia spesso viene fatta pendere verso chi usa due pesi e due misure per parlare di Pace mentre già pensa alla prossima guerra come al mezzo più efficace per imporre “manu militari” la sua personalissima idea di Democrazia e di Libertà. 

 
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