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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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OBBROBRIO CARDINALIZIO

Post n°331 pubblicato il 05 Settembre 2006 da bargalla

Il solito cardinale di santa romana chiesa, prefetto affatto perfetto del pontificio consiglio per la Famiglia, quello il cui nome richiama uno di quei conquistadores spagnoli che, col pretesto di "convertire e battezzare le genti pagane e selvagge" del Sud America saccheggiarono, sterminarono e distrussero la millenaria civiltà pre colombiana, ha pronunciato un'altra delle sue solite esecrabili e spregevoli scomuniche.
Anche in questo caso il bersaglio preferito del suo censorio e inutile boomerang è un'equipe medica colpevolmente accusata e condannata dall'esimio cardinale colombiano per aver interrotto la gravidanza di una bambina di undici anni, rimasta incinta perché brutalmente violentata dal patrigno pedofilo.  
 
Stavolta il cardinale ha superato se stesso perché bisogna essere fin troppo bastardi dentro e fuori per non voler capire la portata di una decisione che va al di là dell'ipocrita morale vaticana e dell'insulso codice di un diritto buono solo per essere usato come carta poco igienica nei laidi cessi dei cosiddetti palazzi apostolici, perché l'aborto praticato su di una bambina di undici anni, ha la valenza di un atto terapeutico e come tale praticato per salvaguardare quel che restava di un'infanzia che prima di essere stata violentata nel fisico, è stata orrendamente mutilata nell'Anima.
Sua eminenza Alfonso Lopez Trujillio ha lanciato il suo anatema citando il canone 1398 del codice di diritto canonico ed ha dichiarato:
"Quanti hanno partecipato all'intervento sono dei malfattori, perché hanno stroncato la vita di un innocente".
L'interruzione della gravidanza è stata eseguita nell'Ospedale "Simon Bolivar" di Bogotà, dando seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale che "ha depenalizzato l'aborto nei casi di stupro, rischio di malformazione del feto e pericolo di vita per la madre".
 
Scusate, ma quando leggo di un cardinale fondamentalista che non vuole o non sa  discernere il Bene dal male e definisce "malfattori" coloro i quali hanno applicato la Legge di uno Stato Sovrano, mi incazzo più di quanto il mio carattere vorrebbe perchè conosco il putridume nel quale sguazzano fintamente beati questi emeriti figli di puttana e so di quali prevaricanti ingiustizie son capaci, per questo non riesco a trattenere la mia rabbia e il mio livore anche dinanzi a delle "ferendae sententiae" che dovrebbero lasciarmi del tutto indifferente.
Ma come, invece di scomunicare il patrigno che l'ha violentata e con lui tutti i pedofili di merda che si rendono autori della più turpe delle nefandezze e fra i quali pedofili di merda ad eccellere per mostruosità inenarrabili sono proprio i preti, che cosa fa il principe di santa romana chiesa?
Scomunica tutti quelli che hanno partecipato all'intervento e, forse indirettamente scomunica anche la stessa bambina, la cui unica ed irreparabile colpa è stata quella di sottostare alla bestiale violenza carnale del patrigno e di portare nel suo grembo acerbo, l'immaturo frutto della colpa.
Chi uccide l'innocenza di una bambina segnandone drammaticamente per sempre l'esistenza, viene per così dire graziato dalla ottusa ipocrisia
catto-vaticanista che, per applicare il controverso principio di una fideistica morale dogmatica, abortisce crudelmente l'Umana Pietà e aborrisce la Divina Misericordia, sputando una sentenza che di certo nessun Dio, men che meno il loro, avrebbe mai pronunciato.

P.S. Ho molto apprezzato il gesto di quel prete laziale accusato di 
        pedofilia che nei giorni scorsi si è suicidato impiccandosi.
        In pratica non ha fatto altro che applicare quasi alla lettera il  
        Vangelo:
 "...se qualcuno scandalizzasse uno di questi piccoli,
        che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al
        collo una macina d'asino e venisse sommerso nel fondo del mare".
   

                                                                       - Matteo, cap. 18 vers. 6-

 
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