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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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LE MANI SPORCHE SULLA CITTA'

Post n°355 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da bargalla

immagine

I megafoni e i tromboni della voce del padrone in questi giorni stanno diffondendo come non mai il verbo antistatalista, demagogico e peronista del novello omuncolo della provvidenza che a onor del vero ha dalla sua l'inimitabile capacità di imbonire, rincretinire e guidare come un mandriano del selvaggio west il già soggiogato e confuso popolo bue, smarrito nella foresta di Sherwood infestata dai gabellieri del governo ladro.
Perfino nei programmi delle sue reti televisive, quelli in cui la tivù sommerge di ammorbante spazzatura l'auditel drogato dall'effimero apparire, passa il messaggio non più subliminale di un silvio, sedicente Riccardo Cuor di Leone spodestato da un Giovanni Senza Terra (e senza partito) che non trova niente di meglio che affidarsi ad uno Sceriffo di Nottingham per imporre la ferrea logica tributaria di uno Stato nel quale è ormai impossibile trovare qualcuno che dia ragione a chi, come il Robin Hodd dell'antica ballata inglese, si decide finalmente a "rubare" ai ricchi un'infima parte del loro superfluo per ridistribuirlo eticamente ai poveri. 

L'etere come discarica abusiva di un messaggio politico che fabbrica il consenso producendo l'inquinante aria fritta che ossida e inacidisce quel poco di Stato a sovranità limitata e di incompiuta partecipazione che qualcuno si ostina ancora a definire "democrazia" e nel quale bicamerale Parlamento (con servizi deviati) fa più notizia l'onorevole diniego di Betty Garden la "pasionaria" dell'ac...cesso negato alle fisiologiche impellenze urologiche di un (o una) Vladimir in ritenzione urinaria, che non il dibattito su di una Finanziaria che dovrebbe a questo punto abolire anche i costosissimi rotoli di carta igienica il cui approvvigionamento quotidiano costa al contribuente italiano la schifosa...bellezza (si fa per dire) di due milioni di vecchie lire.
Sembra che Betty, esperta di fiction e di Consob, si sia sentita "violentata" dalla luxuriosa presenza di Vladimir e abbia invitato il transgender a tagliarselo, prima di entrare nel bagno delle donne.
Proprio secondo quanto prescrive la dottrina destrorsa che predilige evidentemente i...tagli, mentre la sinistra preferisce di gran lunga le...entrate, anche se tassativamente imposte da un governo in cui pochissimi sono quelli ancora in grado di...ergersi e di camminare a...testa alta senza provocare il giusto sdegno e il risentimento di quanti avrebbero voluto che fossero più convincenti, decisi e cazzuti nel fronteggiare la montante marea di un malcontento che rischia di riportare in sella quel cavaliere che benitamente pregusta di varcare nuovamente il soglio chiagiano.   
Intanto, insieme ai suoi fedelissimi bovari italioti e clericali incappati nelle maglie di un fisco che finalmente dovrebbe farli piangere di santa ragione, ha programmato per il prossimo 2 dicembre un'altra marcia su Roma che potrebbe rinverdire i fasti (e i fasci) di quella (di mussoliniana memoria) del 28 ottobre 1922.
Il ricorso alla protesta di piazza e a quel che ne consegue, fa parte del personaggio che nell'Urbe abita in via del Plebiscito (un nome, un programma) si accompagna a quelli che risiedono in via della Scrofa (no comment) e per ironia della sorte ha il suo quartier generale in via dell'Umiltà.
Ecco, prima di arrivare a Roma e giungere magari in Piazza Venezia, dove c'è ancora il balcone delle "decisioni irrevocabili" mi permetto "umilmente" di invitare quanti parteciperanno alla marcia di Santa Bibbiana, a partire tutti da Taranto.
Taranto, per me " Taras e Tarentum" la Città-Repubblica di Platone in fuga dal tiranno di Siracusa, di Archita e di Pitagora, la Capitale della Magna Grecia, la città dei due Mari, del Ponte Girevole, dell'Arsenale Militare e di quel mostro siderurgico che ha trasformato la periferia in un inferno in cui anche Dante si troverebbe a disagio.
Taranto, città così carica di Storia e di debiti, Taranto città allo s...fascio, emblema di un malgoverno delle destre che in pochissimi anni l'hanno portata prima sull'orlo della bancarotta morale e materiale e poi le hanno inferto il mortale colpo di grazia, il dissesto finanziario.
Il fallimento di una politica capace solo di rubare, di corrompere e di farsi corrompere, di fabbricare carte false e virtuali pur di continuare a prendere per il culo i duecentomila tarantini che ora si trovano a dover sopportare fra disavanzo certificato e debiti fuori bilancio, un onere pari a quasi mezzo miliardo di euro da ripianare con nuove salatissime tasse e con il contributo determinante del solito Pantalone.

"Le mani sporche sulla città" mi sembra il titolo di un vecchio film di Francesco Rosi, ma la realtà supera drammaticamente la fantasia con il risultato di posti di lavoro in pericolo, intere famiglie sconvolte dalla precarietà, stipendi a rischio, servizi comunali essenziali, come scuole e asili, al collasso. Non ci sono i soldi neanche per l'illuminazione pubblica: conti in rosso, città al buio e Questore nero di rabbia perché i reati della piccola (e grande) criminalità che agisce indisturbata col favore delle tenebre, sono in sensibile aumento.
Vivere a Taranto sta diventando difficile, ma morire lo è ancora di più, perché il crac finanziario ha fatto scattare temporaneamente anche il blocco delle tumulazioni.
Se la passano leggermente meglio i 130 cani randagi del canile comunale che dopo l'allarme lanciato dagli animalisti, hanno visto arrivare dalla Germania un furgone carico di due tonnellate di crocchette tedesche, tutte per loro.
I signori delle destre, le loro gazzette e i loro megafoni si guardano bene dal parlare dei loro fallimenti e di questa città del Sud che sconta la degenerazione di un sistema in cui l'intreccio "politica-burocrazia-appalti-affari" ha trasformato la "Res Publica" in "res privata" ovvero in "cosa loro" con gravissimo nocumento delle prerogative e dei diritti dei poveri cittadini che sarebbero anche ben contenti di pagare le tasse se queste fossero equamente distribuite e non servissero solo a pagare i debiti allegramente contratti, a foraggiare una casta di burocrati e di politici che hanno approfittato delle loro funzioni per ingrassarsi a spese dei contribuenti stupidi e citrulli che ancora si scappellano, li riveriscono, li ossequiano, li votano e invece di omaggiarli con un bel vaffanculo li mandano in quel Parlamento in cui gli onorevoli cessi dovrebbero fare una cosa soltanto: tirare lo scarico e dimettersi per essere sovranamente espulsi da un Popolo di "coglioni" che non merita di essere trattato a pesci in faccia.

Ultim'ora: Si arricchisce il palmares del cavalier menzogna, ha
                       collezionato un altro avviso di garanzia per corruzione in
                       atti giudiziari. 


 
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