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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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BENTORNATO KASH

Post n°357 pubblicato il 04 Novembre 2006 da bargalla

                      immagine

Bentornato Gabriele, bentornato a casa "Kash" !
Bentornato nel nostro Salento che oggi ti accoglie con il calore della sua gente e con il vento freddo di una tramontana che da qualche giorno soffia gelida e increspa di bianche rughe il nostro mare.

Bentornato a casa, bentornato nella tua Alessano che ha trepidato per la tua sorte stringendosi come una grande famiglia attorno alle persone che ti vogliono bene.
Abbiamo imparato a conoscerti attraverso le tue foto.
Un obiettivo che per un attimo si è aperto per catturare tante volte la luce di un mondo fermo nel tempo, istantanee in bianco e nero di una realtà della quale avvertiamo il battito del cuore e ne indoviniamo i colori e le speranze, abbiamo visto in poche immagini quello che mille parole non riusciranno mai a dire, abbiamo visto con i tuoi occhi la disperazione e la speranza e incontrato lo sguardo di chi ha solo gli occhi per parlare.
Sguardi espressivi e profondi, grandi occhi scuri che si aprono sulla vastità di un Cielo in cui gli Ultimi forse non saranno mai primi, così come non saranno mai Beati quei costruttori di pace che ai giorni nostri hanno vissuto cercando di realizzare nella mitezza dell'impegno sociale quel Vangelo altrimenti buono solo per dotte quanto false disquisizioni teologiche e filosofiche che nulla hanno a che fare con lo Spirito della Buona Novella.
Penso a don Tonino Bello, mite sacerdote di paese, nato e sepolto nella nuda terra della tua Alessano, prete prima e vescovo poi di una Chiesa che santifica a furor di papa, cani e porci e dimentica, non dico di venerare, ma solo di ricordare, i suoi figli migliori, veri campioni di quelle eroiche virtù che sfidano le umane convenzioni e aboliscono gli steccati ideologici e religiosi.
Vite parallele, quella di Gabriele e di don Tonino, entrambi figli di un paesino del Capo di Leuca che un giorno è assurto agli onori della cronaca per delle vicende che hanno in comune l'impegno per la pace e la solidarietà fra i Popoli.
Come non ricordare, oggi caro Gabriele, don Tonino, il suo impegno di prete di frontiera, in questa terra meta e approdo di migranti, lo scandalo che suscitò, la sua decisione di ospitare nel vescovado di Molfetta i clandestini che arrivavano dall'Albania.
Come non ricordare il suo rifiuto per gli orpelli, per l'esteriorità e per i fronzoli di un ministero vescovile che si appesantisce di vili metalli preziosi perdendo di vista il Bene più grande.
Volle che il suo pastorale fosse di umile legno di ulivo, così come il crocefisso per il pettorale che altri tempestano di pietre preziose, per l'anello si fece fondere quello nuziale dei suoi genitori.
Come non ricordare la sua ultima marcia per la pace nella martoriata Sarajevo, prima che morisse ancora giovane, stroncato da un male incurabile.
C'è ancora Pax Christi?
Come non ricordare il giorno del suo funerale, sul molo del porto di Molfetta, affollato di gente.
C'era vento quel pomeriggio, proprio come oggi.
Ora riposa nel piccolo cimitero di Alessano.
Caro Gabriele, anche se tu ormai hai abbracciato la fede musulmana, sono certo che don Tonino non lo hai dimenticato, qualcosa del suo insegnamento è rimasto anche nel tuo cuore e per questo sono sicuro che troverai il modo per ricordarlo.
Bentornato Kash, bentornato a casa Gabriele.

 
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