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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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SATIRA? ALTRO CHE SATIRA, PER LORO CI VORREBBE LA GOGNA!

Post n°361 pubblicato il 16 Novembre 2006 da bargalla

                     immagine

Conoscendo l'ambiente in cui per celare il repellente olezzo sulfureo che emana il frusciante e diabolico ondeggiare di tonache e talari si brucia ad libitum il sacro incenso ed essendo io un convinto e fervente anticlericale, trovo servile e idoleggiante la stucchevole levata di scudi dei papisti volta a proteggere la lesa maestà di un papa e del suo chiaccheratissimo lacchè, fra i bersagli preferiti e indovinati di una satira che da sempre per sua natura "castigat ridendo mores".
Un esimio imbrattacarte per contestare la libertà di pensiero e di parola, ivi comprese le espressioni di satira, che a suo dire nascondono la volontà di offendere la dignità delle persone, ha pensato bene di citare un passo del "Trattato Lateranense" un altro contratto capestro che vincola (ancora?) lo Stato Italiano alla chiesa cattolica.

Così facendo non ha fatto altro che confermare che il bonario sberleffo di questi personaggi configura proprio quel reato di lesa maestà, volgare retaggio di un periodo storico buio e oscurantista che qualcuno vorrebbe restaurare a sua maggior gloria. Amen
Il Trattato Lateranense considera "sacra e inviolabile la persona del sommo pontefice" e stabilisce, udite, udite che "le offese e le ingiurie pubbliche commesse nel territorio italiano contro la persona del sommo pontefice con discorsi, con fatti e con scritti, sono puniti come le ingiurie alla persona del Re".  
Alla faccia dell'uomo della provvidenza!
Il clericalume imperante, il sinedrio e i suoi servili laudatores si stracciano le vesti e si indignano scandalizzati per il trattamento riservato al papa re e al suo reggi moccolo, da una mordace quanto intelligente parodia che con molto riguardo e un pizzico di sana e dilettevole malizia accomuna i titolati esponenti del sacro cavolo ai comuni crauti alemanni.
Her ratzinger nonostante le presunte, divine e dogmatiche apparenze è un comune mortale, mangia, respira, dorme, defeca e minge come tutti.
Forse non copula più o non ha mai copulato, trasgredendo un esplicito e biblico comandamento divino, ma da un misogino cresciuto a teologia e sessuofobia non ci si deve aspettare altro che divieti e discriminazioni.   
Più o meno altrettanto dicasi per her georg, il suo fido segretario, che da bieco e altero scudiero teutonico ha il suo bel da fare, per parare i colpi bassi e mai sufficientemente minchionatori di chi non fa altro che imitarli con molta bonomia accentuando alcuni aspetti caratteriali del loro discutibile modus vivendi, in cui i soliti fondamentalisti catto-cristianisti hanno visto il dileggio lo sberleffo e lo sfottò, senza coglierne l'ironica giovialità.
Per inciso, giusto per inquadrare meglio il personaggio che in quanto a copule oltre che a far intendere di saper volare, meglio del suo capo e come uno di quegli "Uccelli di rovo" del romanzo della McCullough cito il passo di un'intervista ripresa da "Novella 2000" che il segretario particolare dell'omino bianco rilasciò alla "radio vaticana" l'estate scorsa in occasione del suo cinquantesimo compleanno.
A proposito di donne, affermò "I miei sensi sono sani e chi ha i sensi sani li usa..." A buon intenditor, poche parole!  
Nessuno penso avrà messo in dubbio il voto o la promessa di castità, la "rettitudine sessuale" e le preferenze etero del redivivo padre Ralph, ma con i tempi che corrono anche un prete che usa naturalmente i suoi sensi, senza reprimerli e senza essere affetto da turbe devianti della sfera sessuale, come tanti dei suoi confratelli, può essere una notizia. 
All'aitante aiutante di campo del pastore tedesco suggerisco comunque un testo di alta spiritualità sul quale cogitare, fra un set e l'altro del gioco in cui sembra eccellere, può declamare gli illuminanti sonetti del Belli.
Troverà certamente versi arguti, pane per i suoi denti e anche le sue palle di tennista consumato e consacrato al dio opusdeista dello spirito poco santo e tanto banchiere, avranno un motivo in più per orbitare gaie e felici intorno al camauro dell'ex prefetto della santa inquisizione.
Dopo l'anatema lanciato dall'Avvenire, il quotidiano dei vescovi italioti foraggiato dallo Stato Italiano con i sostanziosi contributi previsti dalla Legge sull'Editoria e il miserrimo codazzo degli strali dei suoi bigotti scribacchini rivolti alle esilaranti gag satiriche di Crozza e di Fiorello, con borioso disprezzo teutonico è arrivato l'alt risentito del feldmaresciallo genswein: "Queste cose non hanno livello intellettuale e offendono uomini di chiesa...Il papa non ha commentato e poi un commento del santo padre o una sua qualunque reazione sarebbero veramente troppo onore per questa gente".
L'onore! Questo pretacchione delle mie rotanti sfere, parla di onore, proprio lui e quelli come lui che ogni giorno assumono un comportamento omertoso e vigliacco per coprire quanti fra le loro schiere abusano dell'abito e delle funzioni che indegnamente esercitano per disonorare, circuire e violare quanto al mondo vi è di più sacro: i bambini.
Preti e monsignori pedofili, dediti alla più squallida delle perversioni sessuali! Sono stati redarguiti per la prima volta giorni fa dall'omino bianco, preoccupato più dai risvolti economici e finanziari di una piaga che sta gettando finalmente sul lastrico l'opulenta chiesa statunitense (e spero e prego che anche la chiesa cattolica italiana vada a ramengo) ridotta quasi alla fame dagli astronomici risarcimenti danni che i suoi maggiorenti devono alle vittime dei loro abusi, che non dalla evangelica presa di coscienza di un male endemico che abita stabilmente nei sacri palazzi apostolici e la cui sentenza di condanna pronunciata dallo stesso Cristo Gesù non lascia adito a dubbi, suggerendo l'unica pena degna di lavare la colpa: il suicidio.
Ultimo in ordine di tempo il caso di un monsignore francese, Tony Anatrella, influente consigliere di ratzinger, psicoprete gesuita, censore vaticano dell'omosessualità, autore di diversi documenti sulla cosiddetta morale sessuale e curatore per il "Lexicon" del capitolo "Omosessualità e Omofobia".
E' accusato di abusi sessuali per aver sottoposto a esercizi di "lavoro corporeo" sfociati in rapporti sessuali, un paio di seminaristi i quali si erano affidati alle sue cure per controllare la loro omosessualità.
Uno dei due ragazzi all'epoca dei fatti mise al corrente l'allora arcivescovo di Parigi, card. jean-marie lustigier, il quale, dopo avergli promesso di intervenire, avrebbe poi in realtà lasciato cadere le accuse.
Uno dei tanti sepolcri imbiancati che predicano malissimo e razzolano peggio.
Altro che satira, per il loro farisaico mondo, ci vorrebbe la gogna!

 
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