Creato da bargalla il 30/01/2005
"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« 17 FEBBRAIO 1600TRACCIATO QUASI PIATTO »

ALLERGIA ALLE SOPERCHERIE

Post n°401 pubblicato il 19 Febbraio 2007 da bargalla

                  immagine

Mi è bastato leggere di sfuggita solo il titolo di un articolo "lanciato" in prima pagina sul "Corsera" di qualche giorno fa per mandare ancora una volta nel paese che tutti sanno l'ex presidente del consilvio, al quale evidentemente non piace il clima che circonda la sua augusta persona, clima che lui stesso, più di ogni altro presunto "nemico" ha contribuito ad inquinare e ad appesantire, già fin da quando decise di scendere in campo, sulla fascia destra, per mostrare un miracolo del quale solo lui e la corte dei miracolati che gli tengono bordone hanno avuto sentore.
"La sinistra mi odia" era più o meno questo il titolo dell'articolo e, di grazia, maestà, che cosa ha fatto vossignoria, per meritarsi quel sentimento che certo amore non è, né potrebbe mai essere considerando la malevola attenzione, al limite della più sciatta derisione da voscenza riservata a quella parte politica che per fortuna non abita nella casa della cosiddetta libertà della quale casa il bisunto silvio è padrone e signore?
Una "sinistra" che a fatica si barcamena fra le macerie lasciate dopo il passaggio di re silvio e delle sue orde destrorse, una "sinistra" che per un malinteso dovere di scuderia è chiamata a ratificare decisioni già prese, guarda caso dall'esecutivo filo buscista del tricofilo minor, una "sinistra" che se fosse tale a quest'ora avrebbe già abolito le famigerate "leggi vergogna" le "plurimae leges ad personam" che hanno consentito al signore di arcore di salvare se stesso, la sua schiatta, il suo impero e i suoi sodali dalla "persecuzione giudiziaria delle toghe rosse".
Che cosa ha fatto sua remittenza, uso a proposito questo doveroso attributo per rendere un piccato riconoscimento dovuto a colui il quale è riuscito a farsi rimettere i suoi peccati senza confessare colpa alcuna, né dando segni di ravvedimento, se ogni suo atto, ogni sua "bagattella" ogni suo gesto, anche quelli tipici della sua "politica" da avanspettacolo (per esempio, il dito indice esibito in un comizio elettorale a Bolzano) ogni suo malevolo pensiero rivolto puntualmente a screditare l'avversario,  induce a credere che, no, la sinistra non lo ama né mai potrà amare chi ha avuto la brillante idea di scavare un solco profondo nella coscienza degli italiani che (sia detto per inciso, rimane pur sempre un popolo bue che paga le tasse e tira senza fiatare il solito aratro) facendo passare l'idea ampiamente suffragata e benedetta dal clericalume imperante e dai giornali d'area destrorsa, quasi tutti megafoni della voce del padrone, secondo cui il "bene" abita a destra dove risiede re silvio e il "male" occupa stabilmente la sinistra.
Una sinistra, a detta del cavaliere mascarato, popolata da "coglioni" e infestata dai "gay" secondo la tipica visione di una destra strabica, classista e razzista secondo cui i buoni, i santi, i sapienti, le belle donne e i benpensanti stanno tutti da una parte, la loro naturalmente; i cattivi, i rovinafamiglie, le racchie, i finocchi, gli ignoranti e coloro i quali attentano all'ordinamento democratico, stanno tutti sull'altra sponda.
Ma è dal florilegio delle dichiarazioni di silvio che viene la risposta migliore alla sua constatazione che, per quanto vera, amara e a lui sgradita, trova pur sempre l'esatta rispondenza nella frase dal medesimo pronunciata nella scorsa campagna elettorale, in diretta televisiva, allorquando la sera del 3 aprile 06 parlando nel faccia a faccia col candidato dell'Unione ebbe a dire: "
L'esercito della sinistra la pensa all'opposto del candidato Prodi: continuano ad essere convinti che il fine del governo sia ridistribuire il reddito con le tasse,rendendo uguali il figlio del professionista e il figlio dell'operaio."
Questa frase raccoglie la summa del berlusconi-pensiero, la conservo per riproporla in post come questo, l'ho riportata fra le citazioni citabili inserendola alla voce "spazzatura" e ogni sera prima di dormire, io figlio di operaio contadino, svuoto il cestino dei cattivi pensieri e ringrazio il Cielo per avermi fatto conoscere quel che pensa il patrizio silvio berlusconi dei plebei e dei servi della gleba italici.
Fa specie il solo pensare che un personaggio simile, plurinquisito, amante dei cavilli e dei cavalli, riccastro sfondato, stracolmo di ubbie, di miliardi e di manie, compresa quella di persecuzione, affetto da un mostruoso complesso di superiorità che mal si concilia col suo becero vittimismo, abbia ancora l'ardire di presentarsi come l'indefesso paladino della libertà, la sua beninteso e quella della sua cricca, perché se fosse la mia e quella dei figli degli operai, l'avrei scritta con la elle maiuscola associandola al sacro principio dell'Uguaglianza, senza il quale non vi può essere vera Libertà.
L'Uguaglianza sublima la Libertà, la fortifica e la Legge uguale per tutti, la pone al riparo da ogni tentativo di svenderla al peggior offerente.
Checché ne pensi lo stesso silvio, dal quale più di ogni altro aspetto mi separa il concetto stesso di Libertà, valore mai sufficientemente affermato e difeso, praticamente sconosciuto a chi baratta la sovranità nazionale e la volontà popolare per un piatto di scipite lenticchie servite col baccalà vicentino dall'infido chef dello zio sam.
L'amico di george, il lupo silvio che perde il pelo ma non il vizio di credersi onnipotente, si è detto "triste" al pensiero che mentre i suoi lupacchiotti discettavano della solita libertà di ritenersi buoni e giusti, altri, i più cattivi e i più ingrati, manifestavano pacificamente in migliaia per protestare contro l'ampliamento della base militare americana nella città del Palladio, una grande lezione di democrazia impartita proprio a quei soloni che si riempiono la bocca di "libertà" senza digerire quanti vorrebbero che ciascuno esercitasse la propria senza dover subire quella degli altri.
Questa non è libertà ma sopraffazione!
L'assenza dei paventati incidenti, ha bloccato sul nascere l'offensiva mediatica scientemente scatenata con largo anticipo dagli sciacalli destrorsi, qualcuno sembrava quasi dispiaciuto costatando con una punta di amarezza che il tutto si fosse svolto senza disordini, magari si voleva che ci scappasse anche il morto per avvalorare l'equazione "sinistra uguale violenza e terrorismo".
Si accusa la sinistra radicale di essere antiamericana perché pacifista tout court, dimenticando che anche nel paese a stelle e strisce c'è chi protesta apertamente, pur non essendo "comunista" ma solo semplicemente "democratico" contro la politica buscista perché bellicista, guerrafondaia e in aperto contrasto con i principi che dovrebbero animare anche la più grande democrazia occidentale che pretende di esportare "il potere del popolo" imponendo manu militari la versione riveduta e corretta di un sistema di governo nel quale si spaccia per libertà quella che è solo la legge del più forte.

 
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