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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« ALLERGIA ALLE SOPERCHERIEASPETTANDO IL QUORUM CHE VERRA' »

TRACCIATO QUASI PIATTO

Post n°402 pubblicato il 24 Febbraio 2007 da bargalla

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Di tutto ha bisogno la politica italiana, meno di un "pace maker" che regoli i battiti di una democrazia incompiuta, costituzionalmente aritmica e fibrillante, il cui tracciato sempre prossimo a divenire piatto, dovrebbe invece giovarsi di un salutare shock elettorale, depurato da ogni porcata fatta passare per legge, una scarica elettrica tale da ripristinare un ritmo sinusale tuttora fortemente influenzato da fattori esterni che condizionano pericolosamente con la loro virulenta ingerenza, il fisiologico battito di un cuore che, quantomeno, consentirebbe al paziente "Italia" di ritornare a vivere possibilmente senza quell'equestre qualcuno che come un ossesso continua a gridare "forza italia" fingendo di rianimare il cadavere di una nazione che lui più di ogni altro "yes-man" ha permesso che fosse preda di uno stormo di famelici sciacalli pacificamente schierati in assetto di guerra.
Di tutto ha bisogno la politica italiana meno di un governo di larghe intese e di un popolo dalle braghe scese ancora una volta pecorinamente prono e pronto a farsi infinocchiare da una torma di onorevoli burattini che trattano la res publica come se fosse res privata ovvero "cosa loro" asservendo di fatto Enti ed Istituzioni di un Paese falsamente democratico al volere di una machiavellica oligarchia attenta solo a perpetuare i propri interessi e quelli del clericalume imperante, a discapito del Bene comune la cui etica vorrebbe che i rappresentanti del Popolo legiferassero "nell'esclusivo interesse della Nazione" .  
Ci si illude che sia il popolo a decidere con il voto il destino di una Nazione, niente di più falso e quel che accade in Italia è la prova concreta di quanto i veri "poteri forti" se ne fottano grandemente del risultato uscito dalle urne, l'esito elettorale è una variabile insignificante che si può sempre condizionare in anticipo con qualche legge-porcata, appositamente studiata per impedire che questo povero Paese si scrolli finalmente di dosso la nomea di "popolo bue" che da sempre accompagna l'homo italicus.
E l'attempato cavaliere stempiato, nel cui maschio doppiopetto alberga un pace maker di ultima generazione impiantatogli oltreoceano nella clinica preferita dai riccastri sfondati e cardiopatici, se avesse davvero a cuore non tanto la sua salute quanto quella, cagionevole e a rischio infarto, di una Nazione intera dovrebbe capire che in cinque anni di malgoverno la sua politica da avanspettacolo di danni ne ha fatti parecchi, sarebbe quindi meglio per lui (e per noi) se si desse all'ippica o, magari, al giardinaggio, hobby nel quale il signore dei cactus e delle camelie eccelle come pochi, avendo dalla sua un inarrivabile "podice verde" ben concimato, come ogni altro suo chiaccherato avere, da quella che il buon Giovanni Raboni non a caso definì "inindagabile ricchezza".
Si, podice, non pollice, il cui significato, non tanto recondito, farebbe il paio con quel "fattore C" ("cuor contento il cul aiuta" goliardica variante del più noto proverbio) che non è bastato, però al ridanciano Romano, per superare indenne, insieme allo skipper Massimo, gli scogli perigliosi del più classico Capo di Buona Speranza, spavaldamente affrontato dai nostri eroi nell'emiciclo senatoriale di Palazzo Madama, una e...mozione troppo forte negativamente vissuta il mercoledì delle ceneri da chi da ha pensato di avere il vento a favore per portare in porto la tanto sbandierata "discontinuità" vera araba fenice di un governo che si sperava non fosse ipnotizzato dal mobbing di berlusconi.
Una speranza buona solo per illudere quanti tifavano per il suo equipaggio che dopo neanche nove mesi di navigazione, hanno assistito impotenti al naufragio unionista provocato non solo e non già dai due "ammutinati" sinistrorsi diventati, loro malgrado, i capri espiatori di una compagine governativa che ha fatto dell'incoerenza programmatica il proprio cavallo di battaglia, ma soprattutto è colato a picco grazie al comportamento di tre ottusi vegliardi, due dei quali da sempre sulla cresta di un'onda mai abbastanza anomala da sommergerli per sempre, bastian contrari per partito preso e sponsorizzati dai quei "poteri forti" che in Italia fanno da sempre il bello e il cattivo tempo.
Più cattivo, in verità, considerando quanto il cieco filoatlantismo  dell'emerito kossiga, il picconatore, si sposi con quello sulfureo e filovaticaneggiante del divo giulio, un gobbo che ha superato chissà come ogni tempesta, forse perché carrozzato "pininfarina" un nome, una garanzia, meglio noto quest'ultimo, per essere a doppio filo legato ad un sistema che pratica il cannibalesco culto del capitale i cui esegeti si giovano della benevola, interessata protezione di una chiesa cattolica, le cui mire temporali possono decretare finanche la morte di un governo considerato "ostile" e concedere o meno il loro placet a provvedimenti legislativi che non siano in linea con la dottrina papista.
Il gobbo giulio, il gladiatore kossiga e lo sfasciacarrozze pininfarina: tre grandi officianti di una trimurti alla quale è stato offerto in olocausto il sacrificio di un governo nato da una porcata e abortito prima che potesse balbettare "qualcosa di sinistra" con il determinante intervento di una mammana, la chiesa cattolica, che "una semper" applica le linee guida di un protocollo nei secoli ampiamente collaudato e  che attualmente trova nella scuola politica della monopotenza "Usa e getta" la sua massima espressione.
Ovvero: quando pensi che qualcuno non è più funzionale ai tuoi "desiderata" lo elimini, preventivamente, con ogni mezzo e senza scrupolo alcuno, ponendolo nella condizione di non nuocere e attribuendogli contemporaneamente tutto il male possibile.
Un coacervo di poteri così forti non poteva che costituire altrettanti fattori di rischio per un esecutivo cosiddetto di sinistra che per non capitolare si è dato dodici punti programmatici dettati dagli "estremisti di centro" la cui stretta osservanza non può certo garantirgli la sopravvivenza per l'intera legislatura.
Rianimare un governo già morto, precettandolo con un contratto capestro che snatura in corso d'opera l'originale percorso, serve a ben poco, lodevole il tentativo di rimandarlo alle Camere, attribuendogli una temporanea parvenza di fisiologica, fiduciaria legittimità, sperando che questa sia poi impiegata per riformare l'attuale legge elettorale e si restituisca quindi al popolo quella sensazione di essere almeno partecipe di una sovranità che ogni giorno viene apertamente calpestata da quanti confliggono apertamente per gli interressi di cui sono portatori sani e malati,  con i principi basilari di una democrazia e di una legislatura alla quale non bastano neanche i dodici comandamenti di Prodi per sopravvivere a se stessa. 

P.S. Dubito fortemente che Prodi & C. abbiano ancora la
        forza di cancellare le famigerate leggi vergogna di 
        berlusconiana memoria e regolamentare il  conflitto di
        interessi nel quale è impelagato il tricofilo minor, uno dei
        vulnus che rendono molto...vulnerabile una democrazia
        da sempre esposta agli attacchi dei suoi amici-nemici più 
        cari, quelli  che si fingono democratici e nel loro intimo
        propugnano la dittatura del pensiero dominante e
        dominato.   
 

 
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