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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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IL LIEVITO DEI FARISEI

Post n°408 pubblicato il 11 Marzo 2007 da bargalla

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Continuo a seguire con una certa interessata curiosità la partita a scacchi fra la chiesa cattolica e lo Stato Italiano, sto annotando le "mosse" più strategiche adottate dai due contendenti, parteggio apertamente per lo Stato e in tutta sincerità non riesco proprio a capire il comportamento di una squadra di buoni a nulla capitanati da un certo Prodi, il quale non conoscendo neanche la differenza che c'è fra un alfiere, una donna e un cavallo, si lascia volentieri mettere sotto scacco da un papa-re, la cui tattica sembra invece risultare ahimè vincente. Arroccandosi nella sua medievale turris eburnea, il teutonico sovrano trova sempre il modo di infinocchiare l'avversario stravolgendo le regole di un gioco nel quale le sue riconosciute doti di baro planetario vanno di pari passo con la becera e servile inettitudine di troppi onorevoli doppiogiochisti, cosiddetti laici, i quali essendo più papisti dei cortigiani del papa-re, finiscono per sacrificare i pedoni e decretano con il loro tradimento la sconfitta di uno Stato sempre perdente e mai "indipendente e sovrano".
Se i vari mastella, casini, volontè, binetti (con cilicio) berluskoni, ruini, betori, bagnasco e compagnia cantando, vogliono essere servi di due padroni, sono liberissimi di farlo, l'importante è non costringere altri ad essere succubi del pensiero dominante e dominato, concedendo a tutti, indistintamente, quella libertà della quale lormonsignori, campioni mondiali di ipocrisia applicata, spudoratamente abusano per imporre un credo e un modus vivendi che spesso risulta liberticida per le sorti dei comuni mortali italioti, inconsapevoli pedoni di un gioco senza più regole.

A proposito del succitato "cilicio" esco un attimo dal seminato per una nota di colore che comunque è indicativa del clima sulfureo e clericaleggiante che da troppo tempo condiziona anche le scelte "penitenziali" di certi onorevoli schierati nel difendere una tradizione nella quale l'inveterata misoginia di qualcuno si sposa con la sessuofobia di tanti altri. 
Lo scorso otto marzo (Corsera n. 57 pag. 12) l'onorevole uddiccino Giuseppe Gianni "per chiedere scusa alle donne" ha partecipato ad un corteo nel quale volendo fare ammenda dei propri peccati, avrebbe sfilato indossando quel cilicio che nell'attuale medioevo delle coscienze trova tantissimi estimatori, non solo fra i cattolici opusdeisti, ma anche fra gli onorevoli integralisti.
La colpa del deputato Gianni risale allo scorso anno, allorché furono bocciate le "quote rose" l'onorevole Giuseppe Gianni sentenziò lapidario:
"Le donne non scassino la minchia".
Questi signori hanno tuttora l'ardire di difendere la famiglia e il "sacro vincolo del matrimonio" fra uomo e donna, così come sancito dalla Costituzione e bla bla vari, quando poi le loro muliebri attenzioni da machi patentati, sono cattolicamente oggetto di una fallocentrica mentalità degna solo di essere esposta al pubblico ludibrio.  
Il modello di famiglia, proposto e difeso dai "non possumus" del giornale dei vescovi italioti, è forse quello dei vari campioni di sanfedista coerenza che si chiamano casini, berlusconi, calderoli, etc. etc. che da qualche mese si sbracciano per combattere i famigerati neoDico-exPacs?
Perché se così fosse, bisogna far presente a ratzinger & c. che i parlamentari italioti, bacchettoni, concubini, fedifraghi, adulteri e col vizietto di accompagnarsi a segretarie tuttofare, i "pacs" ce li hanno già e se li sono attribuiti "motu proprio" undici anni fa, senza sentire il parere vincolante dei cosiddetti pastori e del popolo bue che li ha eletti perché legiferassero per l'interesse generale e non per quello, esclusivo, di una casta.
Torno in argomento, rischio di ripetermi, ma non riesco proprio a digerire l'ingerenza del clero cattolico nella vita politica italiana, la pervicace ossessione di her ratzinger e dei suoi accoliti nel difendere quei valori da loro ritenuti "non negoziabili" mi ricorda "il lievito dei farisei e dei sadducei" dove per lievito è da intendersi la dottrina, come chiarisce senza mezzi termini l'evangelista Matteo, il mezzo cioè più squallido e subdolo da sempre usato, per condizionare le scelte di vita altrui e per avvelenare il cuore e la mente di chi si lascia spiritualmente "uccidere" dalla fallace ideologia del clericalume imperante, i moderni scribi e farisei di evangelica memoria.
In Matteo 23,4 e seguenti, così Gesù parla di loro: "Legano carichi pesanti e li mettono sulle spalle degli uomini, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Fanno tutte le loro opere per essere notati dagli uomini...amano il primo posto nei banchetti e i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle pubbliche piazze ed essere chiamati dagli uomini: rabbi...Guai a voi scribi e farisei ipocriti che serrate il regno dei cieli in faccia agli uomini. Voi infatti non entrate, né lasciate entrare quelli che vorrebbero...Guai a voi scribi e farisei che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino e non osservate i punti più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà...Guide cieche, che filtrate il moscerino, ma inghiottite il cammello...Guai a voi scribi e farisei ipocriti che purificate l'esterno del bicchiere e della scodella, ma all'interno sono pieni di rapina e di intemperanza. Fariseo cieco, purifica prima l'interno del bicchiere, affinché anche il suo esterno diventi puro. Guai a voi scribi e farisei ipocriti, che somigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori sembrano belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni impurità. Così pure voi, di fuori sembrate giusti agli occhi degli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità..."
E a proposito dei lacci e laccioli posti dai farisei cattolici al progresso e alla ricerca scientifica, in Luca 11 versetto 52, Gesù è ancora più diretto: "Guai a voi dottori della legge perché avete rubato la chiave della scienza: voi non siete entrati e avete impedito di farlo a coloro che volevano entrare."    
Un passo di Isaia citato dallo stesso Cristo per condannare l'inveterata ipocrisia dei farisei di sempre è ancor più chiaro e sembra scritto apposta per questo nostro presente, nel quale a volte dal pulpito si ha l'ardire di ben predicare, salvo poi farsi clamorosamente smentire con una biasimevole condotta di vita, la cui manifesta incongruenza col messaggio che si vorrebbe trasmettere, viene spesso tacciata di anticlericalismo.
Ben venga tale accusa, soprattutto se a rivolgermela sono i farisei che dimorano da gran parassiti oltre quel Tevere dal quale straripa l'universale, ipocrita, impostura della chiesa cattolica.
"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me.
Invano essi mi prestano culto, insegnando delle dottrine che sono precetti di uomini".
Il dottrinario dogmatismo della chiesa cattolica viene spacciato per verità rivelata col solo unico fine di rendere maggior gloria a "uomini" ai quali il buon Dio si guarda bene dal concedere una "rappresentanza" il cui esclusivo mandato viene però arbitrariamente reclamato dalle vuote parole di questi insulsi presbiteri che rappresentano solo se stessi e una lobby clerico-affarista che ogni giorno tradisce il messaggio evangelico e discrimina con parole, atti e omissioni, altre religioni, altre etnie e orientamenti sessuali diversi e per questo a ben vedere meriterebbe di essere "processata" per plagio e millantato credito.   
Gli scribi e farisei cattolici riuniti nel sinedrio d'Oltretevere sfruttano la credulità popolare e l'intimo bisogno di Dio insito nel cuore dell'uomo per i loro bassi interessi di bottega. Ogni cosa, perfino i neoDico-exPacs, in verità argomenti molto terreni e poco spirituali, torna loro utile per dividere e imperare.
Seminando zizzania avvelenano un dibattito politico che si infiamma se una sveglia suona in Piazza Farnese per svegliare dal torpore oscurantista un'opinione pubblica drogata da un esercito di reverendi pusher clericali, veri agenti patogeni di un male che ha intaccato dal profondo la vitale laicità di uno Stato che se fosse davvero sano "normale, indipendente e sovrano" dovrebbe finalmente dare il benservito a questi farisaici parassiti dello spirito, ai monsignori, ai telecardinali, ai generali di corpo d'armata che predicano la guerra santa, tagliando loro i viveri con l'abolizione del concordato, dell'otto per mille e delle altrettante prebende che permettono a questi pretacchioni delle mie rotanti sfere di sputare nel piatto in cui mangiano reclamando altro appetitoso companatico fermentato da un lievito che gonfia di ipocrita e rancida boria la loro farisaica supponenza.   

 
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