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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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L'ULTIMA DEL CAVALIERE VOLANTE

Post n°411 pubblicato il 20 Marzo 2007 da bargalla

           immagine

Una barzelletta al giorno toglie silvio di torno e l'effetto è ancor più efficace se a raccontarla è lo stesso tricofilo minor il cui spirito di patata si sublima nei momenti in cui sua remittenza (da remittere ) è chiamato a dare un saggio della propria ineguagliabile "vis comica" al servizio della politica da avanspettacolo, un teatrino nel quale egli eccelle grazie alla sua megalomane concupiscenza, un genere in cui è solo il riso ad abbondare sulla bocca di quei servi sciocchi e fedeli che debitamente si acconciano per enfatizzare la performance del loro signore e padrone altrimenti meritevole della più grande e corale pernacchia.
Il "cavalier menzogna" è convinto di essere spiritoso e, oltre a vendere frottole e aria fritta, credendosi più che unto e bisunto, parla per "parabole" e spaccia per "barzellette" storielle, muliebri "bagattelle" e lepidezze varie nelle quali è impossibile rinvenire la traccia sia pur minima di un umorismo che, nelle intenzioni del burlesco...ni, oltre a fare da collante per il suo pensiero politico, dovrebbe accompagnare e palesare un senso recondito o una "morale" che, seppur ci fosse scapperebbe via inorridita dalla sua vita e dalle sue favole.    

E' impossibile fingere finanche di sorridere dinanzi all'ultima freddura di silvio, nella quale il suo pensiero politico si giova dei servigi di una cameriera cubana (i soliti servi della gleba!) per allietare quei patrizi come lui che aspettano ansiosi la caduta dell'attuale governo e la sicura vittoria alle prossime elezioni per riprendere quella "bella vita" che la barzelletta sembra voler anticipare con un cotè la cui grassa volgarità ben si sposa col falso perbenismo di una clerico-borghesia destrorsa che da un lato difende la famiglia fondata sul matrimonio, meglio se religioso, dall'altra offende la donna "cameriera" che nella pietosa barzelletta di silvio (come da cliché) è tenuta anche a soddisfare ben altri istinti.
"Uno (è il cavaliere che parla) chiede ad un altro: come va? L'altro risponde bene, ho una cameriera cubana che alla mattina si presenta in baby doll, mi fa uno zabaione, io lo mangio e me la faccio. A pranzo mi prepara il pesce, io lo mangio e me la faccio. A cena mi prepara la macedonia, io la mangio e me la faccio. L'altro allora chiede: ma quando hai iniziato questa vita? La risposta è: incomincia domani".
Conclusione: "Aspettiamo le elezioni per stare meglio..."  
Già, aspettiamo le elezioni, magari con una nuova legge elettorale al posto dell'attuale così fermamente voluta dal cavalier barzelletta che non a caso vorrebbe rivotare con il porcellum sia pure emendando il premio di maggioranza previsto per la Camera Alta, così giusto per riproporre una porcata con i fiocchi, i cui effetti sono deleteri per una democrazia già incompiuta di suo, che continuerebbe perciò ad essere anche "bloccata" dall'impossibilità di esprimere un voto di preferenza essendo l'elettore obbligato a votare per i candidati decisi dai vari partiti secondo un ordine di lista che di fatto decide in anticipo gli eletti.
Per il momento l'ex presidente del consilvio ha annunciato di voler politicizzare "al massimo la campagna" per le prossime elezioni amministrative "per far sì che il 57% attribuito al centro-destra dai sondaggi, conti anche nelle elezioni dei sindaci e dei presidenti di provincia". I sondaggi lo danno vincente come certi pronostici che attribuiscono la vittoria ai brocchi, lasciando al palo i veri purosangue e lui, pensando di essere tale, se la prende con gli alleati (forse pensa ad un certo pierfurby, un baio brizzolato) criticando i loro "egoismi" che sgomitano per anteporre "il loro interesse" mandando "avanti il nome sbagliato".
I personalismi, ha aggiunto "stanno facendo danni enormi".
Probabilmente un rigurgito di resipiscenza lo costringe a parlare per sé stesso, perchè in quanto a "egoismi" silvio non è secondo davvero a nessuno.
Avendo il culto della debordante personalità e del super io, la presenza di altri concorrenti, in definitiva, finisce per danneggiare in primis proprio lui e gli interessi di cui è portatore sano e malato.
Prepariamoci quindi a vederlo volteggiare sulle italiche piazze con il suo bianco elicottero che plana in terra e ascende al cielo per una "campagna" che si preannuncia degna di cotanto genio aviotrasportato.
Magari per volare attiverà i rotori dell'ultimo acquisto, il nuovissimo Aw 139 il top degli elicotteri executive dell'Agusta, un "giocattolo da oltre 10 milioni di euro" verniciato di bianco perlato con alcuni inserti marrone che sulla coda reca lo "stemma di famiglia" il telebiscione.
Gli interni di questo elicottero, dicono le cronache "sono estremamente lussuosi con un salottino di pelle blu notte, un tavolinetto di radica con frigo bar e un sistema multimediale di intrattenimento per gli ospiti" che hanno anche la possibilità di godersi il paesaggio attraverso sei grandi  finestroni con vetri fumé. Ha un'autonomia di volo di oltre tre ore, sufficienti per coprire agevolmente la distanza Milano-Catania ed è provvisto di un sistema di navigazione strumentale per il volo notturno e con visibilità zero, la macchina ideale quindi per spostarsi in lungo e in largo per l'Italia evitando ingorghi e code varie.
Naturalmente non tutti possono permettersi un simile elicottero, anzi sembra che il cavaliere volante sia l'unico privato a possedere l'Aw 139, una fuoriserie a elica che va ad aggiungersi alla flottiglia di cinque aeroplani, fra cui il Gulf stream V, un'altra "jaguar" dei cieli, e "svariati elicotteri a disposizione del management" Mediaset".
Ora io mi chiedo come possa un simile epulone continuare ad infinocchiare il popolo bue interpretando nel modo più squallido possibile una piece dove, ancora una volta, pesano il pregiudizio di classe e la convinzione di poter fare e disfare "pro domo sua" prendendo a pretesto la difesa della libertà (sic) minacciata "dalle sinistre" e riducendo a macchietta il lavoro e la fatica fisica degli umili, degni solo di ben figurare nelle sue "barzellette" per far ridere i polli che lo circondano.

 
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