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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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DICO E NON DICO

Post n°416 pubblicato il 01 Aprile 2007 da bargalla

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Più passa il tempo e più si rafforza in me la convinzione che non posso non essere anticlericale specie dopo aver sentito le aberranti farneticazioni del signor angelo bagnasco di professione vescovo della chiesa cattolica, il  quale inserendosi nel dibattito sulla regolarizzazione delle convivenze more uxorio, sciaguratamente si è chiesto: "Perché dire di no a forme di convivenza giuridicamente riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no all'incesto come in Inghilterra dove un fratello e una sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda, se ci sono due libertà che si incontrano?"
Ho letto e riletto il delirante discorso del vescovo, lui e la chiesa che rappresenta vorrebbero far passare l'idea che in assenza del "criterio oggettivo per giudicare il bene e il male" criterio evidentemente sconosciuto al popolo bue in quanto di esclusiva pertinenza clericale, l'eventuale approvazione dei famigerati "Dico" avrebbe per lormonsignori una valenza tale da essere facilmente equiparati all'incesto e alla pedofilia.
Sono rimasto inebetito dinanzi a tanto squallore intellettuale, d'altronde da un militale-cappellano-vescovo, non è che ci si possa attendere una lezione di spiritualità, al limite può fare, come ha fatto, un predicozzo le cui implicazioni falsamente antropologiche hanno più il sapore di una difesa all'arma bianca delle proprie posizioni moralisteggianti piuttosto che la conquista di un improbabile consenso eticamente plausibile.
Il signor bagnasco col suo estremismo verbale e parolaio segue le orme del suo predecessore, il signor camillo ruini, il quale, secondo una voce mai smentita, ama collezionare soldatini giocattolo e si diverte nel  guidarli sui campi di battaglia in miniatura, un hobby decisamente indicato per un cardinale cattolico votato alla guerra santa. Il bagnasco, invece, i soldati veri e i campi di battaglia li ha frequentati davvero, non per niente è un generale e, magari ancora pensa che bastino le greche e le stellette appuntate sul bavero della sua tonaca per richiamare all'ordine una Nazione e un Parlamento che, in verità, ha già ceduto le armi della laicità alzando pavidamente bandiera bianca dinanzi alla potente lobby clericale. Tralascio l'aspetto non certo trascurabile dell'insopportabile ingerenza clericale, del mancato rispetto della sovranità e dell'indipendenza di uno Stato che per legiferare deve chiedere e ottenere il nihil obstat del vaticano, ciò che più mi dà fastidio, oltre ai termini di paragone improponibile che solo un vescovo di una chiesa ipocrita e senza dio riesce a fare, è la convinzione di essere davvero "pastori" di un gregge che in quanto tale è obbligato a restare negli stazzi decisi e circoscritti dalla morale dogmatica del vaticano. 
 
Ragionano, si fa per dire, in questi termini perché pensano di avere a che fare con un "gregge" di minus habens, di minorati mentali, ai quali mancherebbe il lume della Ragione e il bene dell'Intelletto.
 
Forse alcuni lo sono davvero, ai teo-dem, ai teo-cons, agli "atei devoti" di ogni latitudine e schieramento che necessitano di una guida, di un cane pastore per discernere il Bene dal male, dedico questa citazione di Kant: "Minorità è l'incapacità di avvalersi del proprio intelletto senza la guida di un altro...La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanta parte degli uomini dopo che la Natura li ha da lungo tempo fatti liberi da direzione estranea - naturaliter maiorennes - rimangono ciò nondimeno per l'intera vita minorenni".  
 
Ci vorrebbe un nuovo Illuminismo per dare il benservito a questi precettori delle mie rotanti sfere, ci vorrebbe un altro Kant per ridurre al silenzio un branco di cani rognosi che abbaiano alla luna piena.
Provo rabbia e indignazione, vorrei che il mio odio fosse tangibile, come quel calcio che per reazione diedi, tanti anni fa (gli anni del seminario) colpendo le invereconde pudende di un prete che invano tentò di abusare della mia innocenza, vorrei tanto gridare tutto il mio sdegno e vomitare loro addosso tutto il mio disprezzo, per la strana e angosciante sensazione che ancora una volta avverto dinanzi ad un vescovo che parla di "pedofilia" fingendo di non sapere che nella chiesa di cui egli fa parte tantissimi preti e monsignori pervertiti, sono dediti alla più turpe delle nefandezze.
Ho riletto un vecchio diario che riporta la cronaca di quel dramma, prima o poi dovrò bruciarlo, per tentare di esorcizzarne il ricordo.
I giorni che seguirono furono terribili e liberatori insieme perché contribuirono a far di me un feroce anticlericale e quando vedo un prelato che "non guarda la trave che c'è nel suo occhio, ma scorge invece la pagliuzza che forse c'è nell'occhio del fratello" allora non posso fare a meno di mandare a lui e alla gerarchia grigio-porpora della chiesa vaticana il mio più risentito vaffanculo.
  
Da allora, forse per non rivivere penosi stati d'animo, non tengo più nessun diario degno di questo nome, quella mezza bruttura ha cancellato un vezzo che non coltivo più, un'abitudine perduta insieme agli anni di un'adolescenza vissuta a metà, sottratta, rubata, dalle grinfie di una chiesa che già mi vedeva fra i suoi figli...peggiori "e io che ti vedevo già prete!" mi disse infatti quel vecchio rettore, quando gli comunicai la mia decisione di abbandonare il seminario.
Felice d'avervi deluso, felicissimo d'essere diventato un "vituperato laicista" che in quanto a vituperi, se non fosse per quel poco di pietas, che ancora provo per voi, avrebbe di che coprire d'ignominia un clero per niente degno nemmeno di esser preso a calci come continuo idealmente a fare quando vedo un rappresentante della chiesa cattolica.
"Odio il regno dei preti" scriveva il poeta Paul Eluard.
Mi ispiro a questo suo verso e dico: Odio quasi tutti i preti, li odio con tutto il cuore, l'anima e la mente!
Riprendo infine una delle sette opere di misericordia corporale e pur sopportando pazientemente le persone moleste, prego il Buon Dio che le abbia presto in gloria.

 
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