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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« "TRADITORE E DOPPIOGIOCHISTA"DEMOCRATICAMENTE CRITICO »

TOCQUEVILLE DOCET

Post n°479 pubblicato il 07 Ottobre 2007 da bargalla

                        

Una volta tanto sono d’accordo con il signor luca cordero di montezemolo, il quale parlando ieri alla convention degli industriali rampolli notoriamente faziosi, destrorsi  e perbenisti, non a caso riuniti nell’isola che più di altre richiama gli ozi, ha affermato che “andare a votare con l’attuale legge elettorale, sarebbe un’offesa per gli italiani”.
Una volta di più sono in perfetto disaccordo con quanto strombazzato dal piazzista berluskoni silvio, massimo responsabile dell’attuale degrado italiota e per questo il miglior venditore pro domo sua dei prodotti telepromossi dalle dame di compagnia, dagli “stallieri” e dai cavalier serventi che bivaccano nei suoi maneggi per addomesticare l’Uguaglianza, senza la quale anche la sbandierata “libertà” associata al suo partito-azienda e ai circoli viziosi dell’aria fritto-misto, promossi dalla ramata pescivendola autoreggente, è una delle tante trappole tese alla democrazia dal “caimano”, il cacciatore di frodo che ancora infesta le paludi dell’agro italico.
Per non essere da meno dell’adulato boss e psiconano, altrimenti noto per l’uso “spregiudicato” del rialzo zeppato, la pesciaiola anche ieri si è presenta col tacco tredici e dal pulpito eretto su quelle vertiginose altitudini, il pronubo prestato alla politica tutta lustrini, paillettes, ricchi premi e cotillons, ha celebrato l’unione morganatica fra la sua creatura e quella generata dall’ittica signora delle lische.
Un matrimonio che, secondo l’officiante piduista, è il preludio di un’intesa che per essere produttiva e vincente, dovrebbe quanto prima sfociare in erezioni, pardon, in elezioni da celebrarsi secondo il rito della “vigente legge elettorale”. 
Non importa se per il popolo bue, tante volte plagiato infinocchiato e dileggiato con blandizie varie, quella pseudo legge è l’ennesima “democratica” presa per il culo, scientificamente perpetrata a danno dell’interesse generale da una casta arroccata nei suoi privilegi e per questo da castrare in modo altrettanto democratico, una classe politica da prendere democraticamente a pesci in faccia e a calci in culo.
Da una legge elettorale, meglio nota come “porcata” (e già questo la dice lunga sulle intenzioni del legislatore) partorita dalla suina mente del ministro delle riforme del malgoverno berluskoni, non poteva che produrre un parlamento che, come i maiali, si ingrassano e si rotolano compiaciuti nel loro stesso letame.
Invece di stupirsi per il comportamento di cotanta porcilaia, d’altronde rientra nelle loro prerogative evitare di finire sul banco degli imputati, bisognerebbe indignarsi fino al punto da costringerli alla resa facendoli morire di inedia mediatica, circondandoli cioè, di sana e santa indifferenza, ma senza per questo distogliere l’attenzione dal loro discutibile operato che ogni giorno di più se ne inventa una nuova per allontanare o eludere il redde rationem giudiziario.
Va a finire che, alla fine, li si dovrà anche ringraziare perché se loro non avessero così teso la corda, quasi nessuno si sarebbe accorto che dal tiro della fune poteva nascere un nodo scorsoio pronto per essere stretto al collo della democrazia.
Ben venga, quindi, il tanto temuto e osteggiato “grillismo”!
Tanto di cappello alla società civile che si sveglia dal sonno della ragione cercando di arginare la deriva antidemocratica e se, come alcuni dicono, il rimedio è peggiore del male, credo che il peggio, ahi loro e ahi noi, sia piuttosto permettere il consolidarsi di una leadership che ha già dimostrato tutto il suo potenziale patologico intaccando lo stato di Diritto e il sacro principio dell’Uguaglianza.
Secondo il berluskoni pensiero “il figlio del professionista non potrà mai essere uguale al figlio dell’operaio” e già questo dovrebbe far riflettere quanti, anche nel cosiddetto centro sinistra, fiacca banderuola ideologica e inane espressione di un governo che sembra essere la protesi della peggiore oligrarchia destrorsa, hanno aspramente criticato le comprensibilissime esternazioni di alcuni giudici che hanno peccato di lesa maestà, osando mettere il naso negli affaracci dei poteri forti, fra gli azionisti dei quali troviamo il fior fiore dell’attuale classe più che dirigente, digerente, e per questo, colpiti dall’ostracismo più feroce di un re così nudo, corrotto e impresentabile da non provare vergogna per le sue evidentissime malefatte. 
Evidentemente silvio ha fatto scuola e proseliti!
Molti politicanti da strapazzo più che servire lo Stato, si servono dello Stato per incrementare la loro “libertà” e i loro interessi a scapito della libertà degli altri e dell’interesse della Nazione, sul quale “interesse generale” percentualmente puntano per far fruttare “investimenti” altrimenti fallimentari, ma dal rendimento certo che ai soliti noti assicurano lauti dividendi, proventi, il più delle volte, dall’uso personalistico e disinvolto della “res publica”. Delitti compiuti avendo la certezza che nessuna pena mai potrà colpire mandanti ed esecutori di reati consumati nella complice indifferenza di una società distratta dal falso benessere, dalla crusca dell’apparenza e dal “panem et cicenses” propinati a larghe mani per ammansire un gregge da mungere e da tosare ad libitum senza provocare alcun moto di ribellione e semmai qualche belato dovesse levarsi, ecco pronta l’accusa di qualunquismo o quella, ben più grave, di "neo-terrorismo". Una sporca insinuazione dal chiaro intento indimidatorio, lanciata da un ministro dell'attuale governo, al quale non piace neanche "la spinta anticlericale" che, secondo il signor mastella clemente, contribuisce a generare "un clima di odio che porta al terrorismo".
Un'accusa pesantissima e irresponsabile, degna di chi l'ha pronunciata: mettere sullo stesso piano anticlericalismo e terrorismo serve solo ad innescare altre polemiche, è questo che si vuole? Forse la caccia alle streghe è appena iniziata.
Coincidenza vuole che proprio oggi abbia letto delle vecchie interviste rilasciate da Indro Montanelli, fra le tante, mi ha colpito questa frase: "Quando si accendono i roghi, mettiti sempre dalla parte dellla strega, anche a rischio di salire sul rogo con lei".
Il comune buon senso, specie nella congiuntura economica, etica e morale di questo periodo, imporrebbe per decreto legge l’eliminazione di assurdi privilegi medievali, così cari ad una oligarchia distante anni luce da quel popolo che crede di rappresentare, così come urgente sarebbe la drastica potatura degli onorevoli “mandarini” e del relativo concime che li fa vegetare a spese dei contribuenti. Obiettivi impossibili da realizzare, almeno fino a quando una legge elettorale degna di questo nome, non consentirà al popolo sovrano di scegliere davvero i suoi rappresentanti, facendo tabula rasa dell’attuale nomenklatura abituata ad autoperpetuarsi o a succedere a se stessa per via dinastica, così che a silvio succederà piersilvio, o un suo prestanome, a kossiga kossiga e a romano qualche filisteo del partente partito democratico.
Quel “democratico” così inflazionato, privo di significato e del costitutivo demos, sta al nuovo partito, come la supposta “libertà” sta al partito del padrone del biscione: un’equazione concettualmente espressa con voluta, esagerata arditezza, per dire che le due formazioni sono più simili e omologanti, di quanto gli scherani di entrambi i partiti vorrebbero far credere; tanto vale fare subito “il partito unico” e forse è proprio questo che c’è dietro l’angolo. Vero, silvio?       
La gogna mediatica, a sproposito evocata da chi dovrebbe finirci per davvero, è ben poca cosa rispetto al quotidiano mercimonio della res publica compiuto sotto gli occhi di tutti da una classe politica indegna, arrogante e incapace di svolgere il compito assegnatole e che, per giunta, unisce l’utile al dilettevole trovando anche il tempo di sniffare e di andare a puttane, come se il tutto rientrasse nei compiti istituzionali dell’onorevole parlamentare.
Il Parlamento ridotto a squallido lupanare o, al più, a foro boario dove a tempo perso si finge di legiferare e a tempo pieno si contrattano sottobanco appalti, nomine, cambi di casacca, si elargiscono contributi, si intessono intrighi di potere per imbavagliare la libera stampa e la Magistratura e si trama in totale spregio di norme e regolamenti per delegittimare l’avversario e le Istituzioni con la collaudata complicità dei servizi deviati. Hanno anche la faccia tosta di lamentarsi se qualcuno fa loro notare che no, così proprio non va; invece di governare e mantenere le promesse fatte, cazzeggiano, scimmiottano il cavaliere mascarato e tirano a campare fidando nel fattore “c”.
Delle risoluzioni programmatiche non c’è più traccia, le promesse sono ormai carta straccia, la stessa lotta all’evasione fiscale rischia di ritornare ad essere una pia intenzione ed è normalissimo, dal loro punto di vista che, in mancanza d’altro, se la prendono con i Magistrati ai quali tocca anche l’ingrato compito di svegliare le coscienze intorpidite dal lungo sonno dell’era del caimano.
Il fallimento della politica lo si misura dalla reazione scomposta di chi vive di politica e all’ombra della politica, parlano di antipolitica senza capire che sono proprio loro i germi patogeni di una malattia che sta portando questo povero Paese, un tempo Nazione, sulla soglia del collasso.
Confesso che quando sento berluskoni parlare di “implosione” in riferimento all’ingloriosa fine del governo attuale, da lui pronosticata per prossime idi di marzo, è come se l’antipolitica volesse riprendersi la rivincita, sconfiggendo ai punti un avversario messo, dalla suddetta “porcata” legge in condizione di non nuocere.
Gli effetti devastanti dell’antipolitica si manifestano in un Parlamento che non riesce a legiferare nell’interesse generale, gli effetti dell’antipolitica consentono ad un sedicente statista di riproporsi come premier dopo aver fallito miseramente e il “contratto con gli italiani” da lui firmato nel vespasiano del ronzante neo sta lì a dimostrarlo ed è lungi dall’essere stato onorato. Checché ne dicano i suoi agiografi.
Idem per quel che riguarda le promesse non mantenute dal governo prodi, neanche una delle fondamentali parole date è stata finora onorata: ridurre il cuneo fiscale a tutti i lavoratori dipendenti (e non solo ai soci confindustriali), non aumentare le tasse, combattere il precariato, cancellare le cosiddette leggi vergogna del corpus berluskoniano, porre fine alla lottizzazione della Rai e, magari, ridistribuire il surplus del reddito incamerato con i tesoretti che spuntano come funghi prataioli, ai ceti meno abbienti, i quali, a conti fatti, non mancheranno, lo spero vivamente, di mandare a quel paese berluskoni che ancora regnante, dimostrò di essere facile profeta di sventura, dichiarando: “L’esercito della sinistra la pensa all’opposto del candidato Prodi: continuano ad essere convinti che il fine del governo sia ridistribuire il reddito con le tasse rendendo uguali il figlio del professionista e il figlio dell’operaio”.
Poi si lamentano e si stracciano le vesti se un Magistrato si permette di denunciare pubblicamente il clima avvelenato nel quale è costretto ad operare; quindi piangenti, gementi e…inclementi si mostrano turbati presentandosi come improbabili capri espiatori di un regime partitocratico che, in verità dovrebbe essere processato in blocco e additato al pubblico ludibrio soprattutto perché, quotidianamente, viola l’articolo tre della Costituzione italiana ai cui principi quel Magistrato condannato anzitempo all’ostracismo, ha detto di ispirarsi.
A beneficio dei politici politic..anti, berluskoni compreso, che per censo e per nascita si ritengono al di sopra della Legge e di ogni sospetto, riporto per intero quanto recita l’Articolo 3 della Costituzione Italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla Legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
A beneficio dei più distratti e di quanti si sono lasciati abbindolare dalle sirene del regime mediatico, dedico invece un pensiero di Alexis de Tocqueville:
“Se un potere dispotico s’insediasse nei paesi democratici, esso avrebbe certamente caratteristiche diverse che nel passato: sarebbe più esteso ma più sopportabile, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli. Un sistema che potrebbe sembrare paterno, ma che al contrario cercherebbe di fissare gli uomini alla loro infanzia, preferendo che si divertano piuttosto che pensare…Vedo una folla immensa di uomini tutti simili, che girano senza posa su sé stessi per procurarsi i piaceri minuti e volgari di cui nutrono la propria anima. Ognuno di loro considerato in sé come estraneo al destino di tutti gli altri…Quanto al resto dei cittadini, non li vede: li tocca, ma non li sente. E se ancora la famiglia ha qualche significato per lui, è la società a non averne più alcuna.”
A tutti, indistintamente, offro una considerazione del grande Indro Montanelli che a proposito della degenerazione della politica e del politic…ante, ieri come oggi, sulla scena italiota, così si espresse: “L’Italia berlusconiana è la peggiore delle Italie che ho mai visto, per volgarità e bassezza. Il berlusconismo è la feccia che risale il pozzo. Gli italiani devono vedere chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con un vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, al Quirinale, al Vaticano, dove vuole. Soltanto dopo saremo immuni”.
Forse una dose di quel vaccino non è bastata, urge un richiamo, poiché l’immunità acquisita non è stata sufficiente a produrre un titolo anticorpale tale da contrastare in modo sicuro e adeguato “la feccia che risale il pozzo.”

                        
                                                  

 
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