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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« IL BUIO OLTRE L'ALTAREPAPI E PAPPONI »

ATTUALITA' DI TRASIMACO

Post n°507 pubblicato il 02 Giugno 2008 da bargalla

Ho letto il messaggio che il Presidente Napolitano ha indirizzato agli italiani per la Festa del 2 giugno, al di là delle frasi di circostanza legate al sessantesimo compleanno del Trattato Costituzionale  e a quel pizzico di immancabile retorica patriottarda, ciò che più mi ha colpito è stato il richiamo alla “regressione civile” e al “ribellismo contro legittime decisioni dello Stato” due aspetti che, a guardar bene, sono la logica e sciagurata conseguenza dell’asserita “negazione dei valori e principi costituzionali” i quali, evidentemente, non sono più riconosciuti come tali nemmeno dal legislatore più “disinteressato” che, invece, dovrebbe lasciarsi ispirare da essi e restano perciò lettera morta in quel libro dei sogni che è la Costituzione Italiana.  
Basta leggere distrattamente i Principi Fondamentali e qualche articolo della Parte Prima per rendersi conto che il declino e la regressione non sono altro che l’effetto della mancata attuazione di quei Principi, da qui il passo verso il degrado etico e morale che ha investito in primo luogo proprio le Istituzioni; il conseguente clima di sfiducia che circonda gli abitanti dei palazzi del potere è all’origine di quell’antipolitica, di quel “ribellismo” che, seppure bollato come sovversivo, è l’unico mezzo rimasto al cittadino-suddito di far sentire la propria voce.
La protesta popolare, civile e democratica, non è mai fine a se stessa, fingere di non capire le motivazioni di chi vorrebbe in primo luogo difendere il diritto inalienabile alla salute e addurre un superiore “interesse generale”, spesso impunemente calpestato a fini privatistici (silvio docet), non è certo il massimo per uno Stato che si vorrebbe democratico, specie se a farne le spese è il popolo bue abituato a tirare il carro e l’aratro, e a dire sempre signorsì.
Non sia mai che il comune mortale alzi la testa, reclami un po’ di giustizia e faccia valere la sua “sovranità” manifestando il diritto costituzionale di opporsi a scelte non condivise e calate dall’alto; in caso contrario, ecco pronte le forze armate e quelle dell’ordine schierate in assetto antisommossa, pronte a imporre manu militari decisioni già prese a prescindere (è tornato di moda il me ne frego!) dal risultato delle analisi e dalle conseguenze che potrebbe avere sull’ambiente, sulla falda freatica, l’attivazione di una megadiscarica ricavata in un parco naturale, nel cui raggio d’azione insiste un polo ospedaliero che, buon senso vorrebbe, fosse tenuto al riparo da fonti di inquinamento ambientale.
Finché la Campania (il Sud) è stata la pattumiera del nord Italia, nessuno ha avuto niente da ridire, nessuno fra le alte sfere ha osato denunciare gli interessi della camorra né le collusioni fra criminalità organizzata e potere politico; quando le discariche sono state colmate oltre il limite e i siti di stoccaggio si sono esauriti perché saturi, si sono accorti che l’immondizia ammucchiata per le strade poteva essere “riciclata” a fini politici e impiegata anche per fertilizzare una exit-strategy che alla fine potrebbe salvare dall’inchiesta della Magistratura sia le capre che i cavoli: i politici inetti e la multinazionale del settentrione incaricata di completare la costruzione dell’inceneritore di Acerra, che insieme agli altri tre termovalorizzatori programmati, creerebbe le premesse per poter guadagnare miliardi di euro su una “monnezza” che fino a ieri era un problema. 
Ora bisognerebbe bonificare certe discariche a cielo aperto (palazzi del potere compresi) dissotterrare i rifiuti speciali e pericolosi, ricaricarli sui camion e rispedirli al mittente, in quel nord opulento che, pur di non inquinare il proprio orticello, ha preferito sporcare il giardino degli altri venendo a patti con quella criminalità che si vorrebbe confinata nel meridione; magari la manovalanza è qui, ma i colletti bianchi sono lì, al nord e sanno come far fruttare le varie emergenze che il popolo bue vive, con italica rassegnazione, sulla sua pelle. 
Si parla tanto di emergenza ambientale, di ordine pubblico e ci si dimentica dell’emergenza democratica che investe l’intero Paese, anzi, sembra che la deriva antidemocratica acquisti vigore e si alimenti proprio dal profondo malessere in cui è costretto a vivere l’ex Belpaese da una classe dirigente succube dei vari “poteri forti”: si bolla il “ribellismo” degli abitanti di Chiaiano, si ricorre a leggi speciali, si attua la politica dell’apartheid, si fanno le retate sui filobus; si giustificano le ingiustizie quotidianamente perpetrate ai danni dei più deboli, si finge un interesse che è solo di circostanza e legato alle sempiterne contingenze emergenziali, si accetta l’ingerenza della gerarchia ecclesiastica che bussa a denari per la scuola cattolica (dimenticando quanto recita l’art. 33 della Costituzione), si persegue la tolleranza zero (ovvero l’intolleranza) e si tollera l’esibizione federal-secessionista dei legaioli che vorrebbero far la festa alla Repubblica Italiana fondando un improbabile stato nello Stato, magari ricorrendo anche all’uso delle armi. Con buona pace della Parte Prima della Costituzione Italiana.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se un simile piano, chiaramente eversivo, fosse stato solo prefigurato da un comune mortale.
Due pesi, due misure. Un più generale doppio pesismo che diventa impossibile da accettare proprio considerando il clima di montante razzismo, prossimo alla xenofobia, e la distinzione che qualche opinionista prezzolato ha proposto di fare anche nell’ovile italiota ponendo degli steccati fra la cosiddetta “società civile” che naturalmente sta con il governo, e la “plebe campana” considerata evidentemente incivile, perché protesta per difendere semplicemente il proprio diritto a manifestare contro uno Stato che se non è già “tirannide” poco ci manca.
Mi viene in mente un brano tratto da “La repubblica” di Platone, è un dialogo fra Trasimaco e Socrate: può essere considerato l’apologia dell’ingiustizia e visto l’attuale contesto, può essere benissimo adattato alla realtà italiota. Purtroppo!
Giova rileggerlo in questo giorno di festa nazionale che difficilmente potrà essere considerato festivo, almeno fino a quando il popolo bue rimarrà sotto il giogo di un mandriano e di un branco di bovari che hanno già fatto intendere di voler applicare l’unica legge che conoscono: la legge del più forte.     

“Trasimaco… esclamò: “Dimmi, Socrate, tu hai una balia?”.
“Cosa?!” dissi io. “Non sarebbe meglio rispondere, anziché fare domande simili?”
“Il fatto è che ti lascia con il moccio al naso, e non te lo soffia quando hai bisogno, e non ti ha neppure insegnato a distinguere il gregge dal pastore”.
“Ma che cosa vuoi dire, insomma?” chiesi.
Il fatto è che tu credi che i pastori o i bovari vogliano il bene delle pecore o dei buoi, e li ingrassino e li curino per uno scopo diverso dall’interesse dei loro padroni e di loro stessi. Analogamente tu immagini che negli Stati i governanti veramente tali si comportino con i sudditi in modo diverso da come ci si comporterebbe con le pecore, e giorno e notte essi pensino ad altro che a ricavarne un profitto personale.
E sei così progredito nella conoscenza del giusto e della giustizia, e dell’ingiusto e dell’ingiustizia, da ignorare che la giustizia e il giusto in realtà non ci appartengono perché sono l’interesse del più forte che comanda, mentre chi obbedisce e serve ha soltanto il danno, e l’ingiustizia al contrario si impone su chi è veramente ingenuo e giusto.
I sudditi fanno l’interesse del più forte, e servendolo lo rendono felice, ma per sé non ne ricavano il più piccolo vantaggio. Considera, stoltissimo Socrate, che in ogni circostanza l’uomo giusto ha la peggio nei confronti di chi è ingiusto. In primo luogo, negli accordi privati in cui si associano due individui così, non troverai mai che alla fine del loro rapporto l’uomo giusto abbia guadagnato più dell’ingiusto, anzi proprio al contrario. E negli affari pubblici, quando occorre versare dei contributi, a pari censo l’uomo giusto paga di più e l’ingiusto meno. Se invece si tratta di guadagnare qualcosa, l’uno non ricava nulla e l’altro ci guadagna molto. E se l’uno e l’altro rivestono qualche carica, all’uomo giusto accade, come minimo, di trascurare per mancanza di tempo i propri interessi domestici e di non ottenere, appunto perché giusto, nessun vantaggio dalla cosa pubblica, e inoltre di attirarsi l’odio dei parenti e dei conoscenti, qualora si rifiuti di favorirli contro giustizia. Invece tutto il contrario capita all’uomo ingiusto, ossia a chi sa imporsi efficacemente sugli altri. Costui devi considerare, se vuoi comprendere quanto sia meglio, per il proprio interesse, essere ingiusti anziché giusti. Ma lo capirai se ti spingerai fino all’ingiustizia più assoluta, che rende felicissimo chi la commette e sventuratissimo chi ne è vittima e non vorrebbe comportarsi ingiustamente. Tale ingiustizia assoluta è la tirannide, che non si appropria dei beni altrui a poco a poco, ma prende tutto insieme: sacro e profano, pubblico e privato, con l’inganno e la violenza.
Chi viene sorpreso a compiere uno solo di questi delitti, viene punito e svergognato: a seconda del crimine commesso, lo chiamano sacrilego, schiavista, scassinatore, rapinatore, ladro. Ma chi abbia ridotto in schiavitù i suoi concittadini, oltre ad averli spogliati dei loro beni, invece di questi appellativi infamanti ottiene la reputazione di uomo felice e fortunato non solo da parte dei suoi concittadini, ma anche da chiunque venga a sapere dell’assoluta ingiustizia che egli ha commesso. Perché si condanna l’ingiustizia non per timore di praticarla, ma per paura di subirla. Dunque, Socrate, l’ingiustizia in misura adeguata è una cosa più forte, più nobile e più autorevole della giustizia; e quest’ultima, come dicevo all’inizio, è l’interesse del più forte, mentre l’ingiustizia è vantaggiosa e utile di per se stessa.”
                                               
               
Da “La repubblica” di Platone – Libro I Cap. XVI

          

                               

 
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