Creato da bargalla il 30/01/2005
"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

 

Ultime visite al Blog

rdapiaggiossimorasteph27nikya1pinellogiuseppenapoli891540mariomancino.mluisinioIl_Signore_RaffinatocamarossogiacintoingenitoMaurizio_ROMAmonacoliomassimo.sbandernopmichepel
 

Area personale

 
Citazioni nei Blog Amici: 10
 

Ultimi commenti

insisto...nella speranza di risentirti...anche in privato...
Inviato da: ossimora
il 16/02/2016 alle 10:03
 
Sarebbe bello rivederti comparire...con qualsiasi scrittura...
Inviato da: ossimora
il 06/07/2014 alle 17:07
 
torna....
Inviato da: ossimora
il 23/03/2012 alle 02:52
 
Adoro gli idra!
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 10:51
 
Carino sto post ... :-)
Inviato da: fantasista76
il 03/11/2010 alle 08:33
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« L'OSCENO PISTILLO TITIL...IL PRESERVATIVO COME PRO... »

PRELATI DA ABORTIRE

Post n°556 pubblicato il 07 Marzo 2009 da bargalla

 

Leggo di un prete lefevriano e fascista che fa il saluto romano, celebra messa per “il martire” mussolini benito e recita il rosario contro l’invasione islamista nelle contrade legiole.
E nel considerare la rivisitazione della talare dal bacherozzolo assimilata ad una lunga camicia nera, non posso non ricordare uno slogan che andava per la maggiore fra i sessantottini: “
Se vedi nero spara a vista, o è un prete o è un fascista”.
L’attualità di quello slogan la dice lunga sia sulle camicie nere, sia sulle tonache sostituite da sartoriali clergyman sfoggiati in luogo di un abito sotto le cui mentite spoglie si celano lupi travestiti da agnelli. Anche se l’abito non fa il monaco, resta pur sempre un habitus, un modo di intendere la politica e la religione sovente adoperate in funzione di interessi di bottega impossibile da definire ideali per i quali c’è ancora chi vende l’anima al diavolo.

La cruda realtà a volte supera la fantasia, sognare non costa niente, sogno quindi un mondo con un Dio che spazzi via chiese, papi, preti e cardinali; un po’ come fece il Nazareno che cacciò dal Tempio i mercanti sbattuti fuori dalla porta e rientrati in pompa magna dalle finestre con vista oltretevere dove il clericalume imperante continua a spacciare l’oppio dei popoli e a drogare le coscienze di un gregge che si lascia docilmente pascere nutrendosi di quella ipocrisia che consente al fariseume trionfante di ergersi a paladino del falso perbenismo borghese.
Dai tumuli melmosi di quel cimitero di sepolcri imbiancati non a caso sorto su di un colle circondato da una triste nomea a ridosso del quale le vecchie mappe riportano una emblematica “vallis inferni” e noto per essere, così come scrive Tacito, uno degli “infamibus vaticani locis” sempre più spesso si ergono minacciosi gli spettri in…tonacati di furioso fanatismo e vomitano tutto il loro putrescente dogmatismo sugli invasati inseminati dalla fideistica concezione che predica e impone il primato della fides sulla Ratio, ponendo la legge di dio al di sopra di quella degli uomini. Come se il genere umano, natualiter maiorennes, avesse bisogno di un tutore per improntare la sua vita secondo i dettami di una morale che ogni giorno di più lo trasforma in un minus habens incapace di discernere il bene dal male e perciò bisognevole di essere “condizionato” fino al punto da giustificare la prostituzione mentale dei prosseneti dello spirito e la “violenza” perpetrata dai loro magnaccia che arrivano finanche a giustificare la violenza carnale, a condannare l’aborto e la ricerca scientifica e a scomunicare quanti hanno impedito il compiersi di un’ingiustizia che grida vendetta agli occhi di un dio per il quale anche la vittima, innocente, si è macchiata del peccato.

Non essendo più cattolico, e per giunta scomunicato, dovrei fregarmene di quel che accade nel lussureggiante “giardino del papa” re e nel suo parco mondo fatto di banchieri di dio, di politici corrotti e di paradisi artificiosamente costruiti sul nulla di una bolla speculativa che continua a mietere vittime alla borsa di quei valori ritenuti non negoziabili fra, i quali evidentemente abbondano le virtù teologali e mancano la coerenza, e l’onestà di coloro i quali pur definendosi cristiani, cattolici e romani, dimenticano di essere semplicemente uomini, diventano vescovi, cardinali, presidenti del consilvio, perfino papi e si comportano con la faziosità tipica di quei farisei per i quali ciò che conta non è l’essere, ma l’apparire. Sembrano santi e taumaturghi, il popolo bue di ogni paese e latitudine li percepisce come tali, ma grattando via quella spessa coltre di tignoso, farisaico, belletto viene fuori l’orripilante immagine di una setta fondata sull’universale ipocrisia.
Ne consegue che la santimonia seminata a piene mani dai gerarchi catto-vaticani ha trovato il terreno ideale nel sottobosco di una giungla di un plebeismo populista in cui il tartufismo gesuitico dei suoi maggiorenti cresce di pari passo con la disonestà e l’empietà di caste avvezze a praticare il delitto e a predicare la penitenza, salvo darsi quella parvenza di moralismo sotto cui vive e regna la chiesa dei papi, dei lacchè e dei cardinali, giacché più si sale nella gerarchia (di ogni ordine e grado) più aumenta l’ipocrisia dei maggiorenti.
Di campioni simili ce ne sono in giro fin troppi, sembrano i replicanti di certi detentori di poco invidiabili record di cui è zeppo il guinness dei primati (senza offesa per le scimmie) e ad onta di una frequentazione lontana nel tempo, dovrei stendere il classico velo pietoso su vicende che dovrebbero scuotere come un uragano tropicale le intorpidite coscienze di quanti si lasciano infinocchiare dalle pontificie accademie delle clericali idiozie.

Uno dei tanti vassalli di santa romana setta, diletti discendenti (degni scendiletto della chiesa dei papi) il cui patronimico ricorda quei “conquistadores” spagnoli che, col pretesto di “convertire e battezzare le genti pagane e selvagge” del Sud America saccheggiarono, sterminarono e distrussero la millenaria civiltà pre-colombiana, imbeccato dal codice di diritto canonico, ha pronunciato un’altra delle solite esecrabili, inumane e spregevoli scomuniche, al solito nemmeno buone per essere usate in mancanza della carta igienica.
Anche in questo caso il bersaglio preferito degli strali dei porporati, mai sufficientemente rossi di vergogna, è un’equipe medica brasiliana colpevolmente accusata e condannata dalla filiale brasiliana della setta catto-vaticana, per aver interrotto la gravidanza di una bambina di nove anni rimasta incinta perché brutalmente violentata dal patrigno.
La chiesa dei papi è come la mamma dei cretini: è sempre incinta e anche stavolta ha partorito l’obbrobrio di una scomunica dinanzi alla quale la Ragione non può non riconoscere un limite alla peggior follia, giacché bisogna essere fin troppo bastardi dentro e fuori per non voler capire la portata di una decisione, sia pur priva di ricadute reali, che va al di là dell’ipocrita morale vaticana e dell’insulso codice di un diritto buono solo per essere usato come carta igienica nei laidi cessi dei cosiddetti palazzi apostolici, poiché l’aborto praticato su di una bambina di nove anni, ha la valenza di un atto terapeutico e come tale praticato per salvaguardare la salute di una bambina e quel che restava di un’infanzia che prima di essere stata violentata nel fisico, è stata orrendamente mutilata nell’Anima non solo dal patrigno ma anche da quegli “eminentissimi padri” per i quali non c’è gogna né inferno che tenga.

Questi soloni dei miei coglioni hanno lanciato i loro boomerang scomunicanti in forza del canone 1398 del codice di diritto canonico come se la loro “legge” fosse quella di uno stato sovranazionale che impone e detta principi ai quali tutti, volenti o nolenti, devono conformarsi. Forse la cosa vale nel paese dei baciapile e in qualche altra satrapia teocratica, non certo nelle democrazie e in quegli Stati nei quali la Laicità è un principio irrinunciabile di sovranità al netto di ogni ingerenza clericale.
Bene ha fatto il ministro della Sanità (in Brasile c’è un ministro della sanità, in Italia no!) il quale ha accusato la setta vaticana di aver adottato una posizione "estremista", "radicale" e "inopportuna" avendo deciso di scomunicare i medici che hanno fatto abortire la bambina di nove anni. "Sono scioccato per la posizione radicale di questa religione che - si è lamentato il ministro -, nell'affermare a torto di voler difendere una vita, mette un'altra vita in pericolo".

Scusate, ma quando leggo di prelati e di scherani fondamentalisti, di atei devoti e inginocchiati che per partito preso non vogliono o non sanno discernere il Bene dal male e definiscono “protagonisti di una scelta di morte” coloro i quali hanno applicato la Legge di uno Stato Sovrano, mi incazzo più di quanto il mio carattere vorrebbe perché conosco il putridume nel quale sguazzano, fintamente beati, questi emeriti figli di puttana (senza offesa per chi meritoriamente esercita l’arte più antica del mondo) e so di quali prevaricanti ingiustizie son capaci; per questo non riesco a trattenere la mia rabbia e il mio livore anche dinanzi a delle “ferendae sentenziae” che pure dovrebbero lasciarmi del tutto indifferente.
Ma come, invece di scomunicare il patrigno che l’ha violentata e con lui tutti i pedofili di merda che si rendono autori della più turpe delle nefandezze e fra i quali pedofili di merda ad eccellere per mostruosità inenarrabili sono proprio i preti, che cosa fanno i principi di santa romana setta? Scomunicano tutti quelli che hanno partecipato all’intervento e, forse indirettamente scomunicano anche la stessa bambina, la cui unica ed irreparabile colpa è stata quella di sottostare alla bestiale violenza carnale del patrigno e di portare nel suo grembo acerbo, l’immaturo frutto della colpa.
Chi uccide l’innocenza di una bambina (di tutti i bambini) segnandone drammaticamente per sempre l’esistenza, viene per così dire graziato dalla ottusa ipocrisia catto-vaticana che, per applicare il controverso principio di una fideistica morale dogmatica, abortisce crudelmente l’Umana Pietà e aborrisce la Divina Misericordia, sputando una sentenza che di certo nessun Dio, men che meno il loro, avrebbe mai pronunciato.

      

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963