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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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DEL POTERE FESCENNINO

Post n°627 pubblicato il 06 Novembre 2010 da bargalla

      


Squinzie, soubrette, escort, cortigiane, mignotte e puttane; lenoni, magnaccia, scherani, paraculi, manutengoli e ruffiani: sono questi gli abitanti di puttanopoli, capitale del bordello-italia, una suburra dove di "normale" c'è solo l'ideale di un lupanare in balia di un puttaniere assurto alla gloria del potere si direbbe unicamente per fottere e minchionare un'intera Nazione, se non fosse per quel colossale conflitto d'interessi (anche giudiziari e penali) in cui è invischiato, per vincere il quale ogni giorno egli froda il comune buon senso, mente spudoratamente con l'arroganza tipica dei farisei, infrange norme e regolamenti con la fattiva complicità di un "governo di scopo" all'uopo formato dal fior fiore della suddetta lasciva fauna, ben rappresentato da un "capo-gabinetto" abbrutito da una "inindagabile ricchezza" e involgarito dal plebeismo di una maggioranza parlamentare che, poiché frutto di cotanti vizzi lombi e vuote meningi, è sol degna d'esser definita per quello che è: l'aborto di un'insuperabile porcata.
Gli abusi e gli "ec...cessi" del potere sono sotto gli occhi di tutti, infoiati e infognati si dibattono nella merda da loro prodotta, da essi non può tracimare altro se non l'inquinante percolato dell'eversione democratica che invece di sedimentarsi nelle cloache sovversive, deborda spandendo nell'aria i miasmi degli abusi perpetrati in nome del malaffare e delle corruttele, così che tutti possono sentirne almeno la puzza, sputtanando in tal modo i furbi e gli orbi prezzolati che fingono di non vedere l'immondizia istituzionale del malgoverno "del fare" i cazzi propri: il do ut des è così diventata la versione più aulica del meretricio elevato a sistema da una classe politica autoreferenziale sempre più ignobile e arrogante.

Le performance sessuali di vecchi bavosi e im...potenti, ringalluzziti da qualche magico intruglio, non interesserebbero nessuno se non fosse per la metafora del potere che il loro agire induce e richiama nell'immaginario collettivo anche in ragione di un postulato popolare secondo cui
futtiri è megghiu di cumannari. Un'espressione che a seconda delle circostanze (e delle convenienze) capovolge i termini di "relazione" mantenendo intatto l'intrinseco significato connaturato all'esercizio di un potere del quale volentieri si abusa credendo di infinocchiare un popolo intero o di "conquistare" ninfe plebee e prostitute d'alto bordo che, pur di guadagnare soldi e visibilità, si concedono al migliore offerente non prima di  aver forse fumato e sniffato qualcosa, forse bevuto fino a ottundersi per rendere meno schifosa la copula con certi utilizzatori finali, abituati a comprare tutto e tutti, così come impone il puttanesimo esercitato in regime di monopolio da cupole e cricche aduse a praticare ogni forma di abuso codificato dalla pedissequa osservazione della legge del più forte, o presunto tale.

C'è chi esagera anche in questo e non fa nulla per contenersi (cribbio!) anzi spesso esibisce il suo ego ipertrofico come se non potesse fare a meno di palesare un patologico delirio di onnipotenza che lo porta a capovolgere la realtà, a mistificarla a suo uso e consumo; un soggetto che per il ruolo indegnamente ricoperto, dovrebbe quantomeno rispondere di mendacio, considerando la propensione a negare l'evidenza, a smentire se stesso e gli abusi commessi, dimostrando una volta di più che la menzogna istituzionale sta allo Stato come la disinformazione alla libera stampa.

Avessero almeno provato a mettere un limite per evitare che gli ec...cessi di pochi divenissero le fogne a cielo aperto di tutti! Invece niente, con buona e sempiterna pace di quei cervelli portati all'ammasso nei putridi letamai del falso perbenismo gestiti dal clericalume imperante che lucra sul plusvalore prodotto dal fariseume trionfante, fino al punto da trovare anche il modo di "contestualizzare" gli effetti di una mala-etica giustificando ogni crimine, soverchieria e intemperanza nel nome di doppie e triple morali.

O tempora, o mores!
Vale ancora la pena di palesare il proprio disgusto dinanzi alle inaudite perversioni di un sedicente statista privo del senso dello Stato, sessista e maschilista, che ha fatto dell'ipocrisia la sua ragion d'essere? Forse sì, ed è bene farlo proprio perché confortati dal clima da basso impero e di decadenza che stiamo vivendo. Non si tratta di essere moralisti o puritani come taluni accusano altri, ma soltanto di rivendicare un elementare diritto: quello di pretendere un minimo di onestà e di dignità da parte di una classe dirigente che proprio perché palesemente disonesta e indegna si trasforma in classe digerente vellicando le peggiori pulsioni di un popolo volutamente confinato negli steccati dalla crassa ignoranza di mandriani inetti e baciapile verso i quali non è mai abbastanza manifestare tutto il massimo disprezzo, specie nel momento in cui si avvicina l'epilogo di una  farsa inscenata da una compagnia di reprobi, pronti (come hanno detto) a vender cara la pelle.
La serva Italia è paralizzata, si sente dire da più parti, altri affermano che è in movimento e questi altri sono proprio quelli che l'hanno mandata a puttane in una sorta di moto a luogo che di logico ha ben poco poiché risponde solo alle variabili di leggi di mercato (e anatomiche) dettate più dagli interessi di sporchi oligarchi e dalle misure (e dalle tariffe) delle occasionali e scaltre odalische che frequentano i loro harem.
Qualche altro dice che bisogna solo aspettare sulla riva del fiume il passaggio del cadavere del proprio nemico, soprattutto perché il deus ex machina ha rotto i freni inibitori, è privo di autocontrollo, procede verso il baratro con la forza di gravità ed accelera irrimediabilmente verso il disastro finale trascinandosi dietro una torma di nani e ballerine.

A leggere i giornali di questi giorni si rimane quasi increduli, possibile che accadano certe cose senza che i protagonisti e i complici provino un minimo di vergogna?

L'immagine che all'estero si ha dell'ex bel paese, da quasi vent'anni, è peggiore di ogni giudizio formulato dagli osservatori nostrani, proprio perché filtrato dall'obiettivo di un modo di essere semplicemente "cittadini" sconosciuto a una massa di sudditi italioti che, a sentire qualche impresario della real casa, avrebbero risolto col voto (sic) il conflitto d'interessi in cui è impelagato il sovrano arrivando perfino a confondere il consenso con l'impunità reclamata a viva voce dall'intemperante satiro populista, un potenziale avanzo di galera, che si permette anche il lusso di paragonarsi a Giustiniano.
E, come se non bastasse, ora vorrebbe passare anche per vittima, non escludendo, come causa del suo commendevole disordine comportamentale, una vendetta della mafia poiché afferma di aver combattuto come nessun altro mai la criminalità organizzata. Forse dimentica i tagli apportati dal suo malgoverno alle Forze dell'Ordine e alla Giustizia e ignora che l'attività investigativa svolta proprio da quei settori così fortemente penalizzati, non può essere brandita come un trofeo di guerra. Al solito, millanta meriti che non ha e si appropria dei successi altrui.

Un modo miserrimo di mettere le mani avanti (forse perché da Palermo giunge l'eco di un "regolamento di conti finale" supportato da nuove rivelazioni, vere o presunte, sulle stragi mafiose) rispolverando la solita teoria del complotto ordito a suo danno. Non c'è male per uno che si dimena fra manie di grandezza e di persecuzione. Stavo per scrivere di "prostituzione" sollecitato dall'ennesimo annuncio di una stretta sul mercato del sesso
on the road, l'effetto propagandistico del provvedimento governativo insegue l'incompiuto miracolo dell'immondizia partenopea, nascondendo la polvere delle passeggiatrici sotto al tappeto dell'asfalto del moralismo da marciapiede. Naturalmente se la prende con l'anello più debole, salvaguardando le escort da mille e più euro a botta e i danarosi clienti che le ricevono nei loro boudoir.   
Un giorno, spero vicino, qualcuno dovrà trovare la forza di ribellarsi a questo stato di cose proprio per evitare che la "berlusconeide"  finisca in tragedia ricacciando nella spazzatura della Storia un rifiuto della politica carismatica che periodicamente riemerge dai bassifondi melmosi di popoli privi di nerbo e di ideali  in una sorta di corsi e ricorsi che permettono a certi squallidi omuncoli della provvidenza di rinverdire i fasti (e i fasci) di un fascismo perenne mostrando il volto più turpe e fescennino del potere.

 
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