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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« A PROPOSITO DI DUE POST FALE NOTE DELL'AVE MARIA »

QUALCUNO E' INCIAMPATO SUL FILO DEL TELEFONO

Post n°341 pubblicato il 22 Settembre 2006 da bargalla

Un detenuto comune da poco scarcerato grazie ai benefici introdotti dall'indulto ad personam approvato a furor di politici inciucisti prima della pausa estiva dei cosiddetti lavori parlamentari, è ritornato in carcere dopo aver compiuto l'ennesimo furto ai danni di due anziane signore dell'hinterland milanese.
Le modalità della rapina-bis consumata in tempi e posti diversi, il cui totale ammonta alla bellezza di euro venti, dicono di un poveraccio imbranato e non più allenato che in corso d'opera ha perso il cellulare, ritrovato poi da una delle vittime che successivamente ha provveduto a consegnarlo ai Carabinieri.

Dopo un po' il rapinatore maldestro si è reso conto di aver smarrito il telefonino e ha pensato bene di formare il proprio numero per farselo evidentemente restituire, solo che a rispondere per sua sfortuna c'erano i Carabinieri, i quali con un trabocchetto per così dire tecnologico lo hanno incastrato promettendogli la riconsegna.
A bordo di un motorino si è recato sul luogo convenuto, appena giunto, però si è accorto che ad aspettarlo c'erano i militi della Benemerita e il rapinatore vistosi scoperto ha cercato invano di sottrarsi alla cattura tentando un'impossibile fuga con il cinquantino.
Per ironia della sorte anche il ciclomotore è risultato rubato e il malcapitato rapinatore dovrà rispondere non solo per il furto compito senza la richiesta destrezza ma anche per ricettazione visto la provenienza furtiva del mezzo di s...fortuna col quale si era presentato all'appuntamento.
Note di colore a parte, questo episodio di cronaca nera ma non troppo, mi ha riportato alla mente le polemiche che accompagnarono la promulgazione di un indulto che nelle menti bacate dei nostri bene odiati (e ben oleati) parlamentari avrebbe dovuto risolvere con un clemente e gemente pannicello caldo il cronico sovraffollamento carcerario italiano.
Dopo un paio di mesi da quell'atto di clemenza il problema si ripropone in tutta la sua gravità, tanti poveri cristi senza un lavoro e senza fissa dimora, per sopravvivere hanno ripreso comprensibilmente a delinquere e in molti lo hanno fatto scientemente proprio per ritornare dietro le sbarre, quasi per avere quella "sicurezza" che il mancato reinserimento nella vita sociale ha per così dire...pregiudicato.
La qual cosa rende ancor più evidente la vera motivazione che spinse una casta di onorevoli molti dei quali pregiudicati e inquisiti a legiferare con un interesse più che conflittuale e sospetto: per sbattere fuori un'ottantina di detenuti eccellenti che già usufruivano peraltro di un trattamento più che di favore (gli arresti domiciliari) e ben ammanicati e collusi con il potere del "do ut des" hanno mandato allo sbaraglio una moltitudine di derelitti che il carcere invece di redimere e reintegrare ha reso ancor più pericolosi per sé e per gli altri.
In queste ore le patrie galere stanno accogliendo altri detenuti eccellenti, altrettanti di eccellentissimi fra qualche giorno li seguiranno.
Anche questi avanzi di una dorata galera che corre sul filo delle intercettazioni abusive sono stati traditi dal telefono.
Secondo me c'è un filo rosso che lega la telecom...media del "troncato provera" lo spezzatino finanziario della telefonia fissa e mobile e la strana morte (fatta passare per suicidio) del povero Adamo Bove, l'uomo della sicurezza di Tim-Telecom, morto per precipitazione da un viadotto lo scorso luglio a Napoli.
Se a questo si aggiungono il traffico di tabulati, il "rapimento" di Abu Omar e le extraordinary renditions del grande fratello dello zio Sam con il coinvolgimento più o meno "infarinato" di spioni nostrani, allora sì che ci sono tutti gli elementi per trasformare questa spy-story in qualcosa degno di un romanzo di J. Le Carré, i cui effetti non tarderanno a manifestarsi.
A meno che qualcuno, come già sta facendo, non si premurerà di frapporre il classico "omissis" per impedire che si giunga ad una qualche verità.
Hanno violato la privacy di migliaia di ignari utenti, carpendo segreti e appropriandosi indebitamente di un privato al cui confronto i venti euro del ladruncolo di cui sopra non sono neanche lontanamente paragonabili, né tantomeno possono competere con le varie decine di milioni di euro che questi manager di una criminalità in guanti bianchi hanno illegalmente costituito in un fondo nero all'estero.   
C'è un proverbio che dice: "A rubar poco si va in galera a rubar tanto si fa carriera".
Visti i precedenti non mi meraviglierei più di tanto se da qui a poco questi ascari in doppiopetto di ordinanza e dalla tripla personalità, cui il telefono ha allungato le orecchie e gonfiato il conto in banca, grazie alle conoscenze (ricattabili) che hanno coltivato e alla fitta trama di complicità intessuta in alto loco, riusciranno cavillosamente a dimostrare che il fatto non sussiste dato che nel frattempo sono riusciti anche a distruggere buona parte delle prove che li incastrerebbero, ritornando a condizionare più forti e rampanti di prima, il precario ordinamento di questo povero Paese in cui proliferano impuniti i furbi, i ladri e i capitalisti senza capitale.

 
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