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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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« "CRIMEN SOLLICITATIONIS"...ALLERGIA ALLE SOPERCHERIE »

17 FEBBRAIO 1600

Post n°400 pubblicato il 17 Febbraio 2007 da bargalla

                    immagine

Ogni volta che mi reco a Roma la prima cosa che faccio è quella di andare a salutare un vecchio e caro amico, un maestro, il cui pensiero mi ha formato negli anni più belli e tormentati della mia giovinezza e il cui "ricordo" rivive nei libri che sono fortunatamente "sopravvissuti" all'indice distruttivo e alla furia incendiaria dei piromani della chiesa cattolica.
Quel vecchio e caro amico si chiama Giordano Bruno, arso vivo sul rogo dalla santa inquisizione all'alba del 17 febbraio del 1600 e la cui statua in Piazza Campo de' Fiori, è stata volutamente eretta con le spalle rivolte verso quel vaticano che non trovava niente di meglio che torturare prima e sopprimere poi i dissidenti, gli anticonformisti, i liberi pensatori che a loro insindacabile giudizio, fossero in odore di eresia.
La colpa del Filosofo Nolano, fu quella di sognare un cielo nuovo e un uomo nuovo, riscoprì la religiosità egizia, l'ermetismo e riscrisse il nuovo alfabeto dello spirito, in cui non c'era più posto per le menzogne della tradizione cattolica e per il papato.  
L'ex domenicano Giordano, nato Filippo della famiglia dei Bruni, definisce l'Anima Mundi e la materia prima i due principi eterni delle cose;  secondo il suo pensiero, l'uomo pur essendo solo nello spazio, è immerso nell'accecante, divina, luminosità di Madre Natura e non ha bisogno di alcun mediatore per rivolgersi a Dio.
             
"Ovunque il guardo giro, immenso Dio ti vedo".
Il monismo e l'immanentismo Bruniani, non erano ben visti dal clericalume imperante, il timore che qualcuno potesse permettersi di porre fine, solo per idea, al loro simoniaco mercimonio del Divino (cosa che tra l'altro continuano tranquillamente a fare "là dove Cristo tutto il dì si merca") li indusse ad incenerire chi, oltre al "De l'infinito universo et mondi" e a tante altre opere letterarie e filosofiche, testi pieni di incanto e di poesia senza tempo, aveva osato scrivere "Lo spaccio de la bestia trionfante".
Dove "bestia" era l'epiteto impiegato dai protestanti dell'epoca per rendere il dovuto, sprezzante, omaggio al papa di Roma.
La chiesa di papa ratzinger inaugurò il secolo XVII bruciando vivo Giordano Bruno, la sua eresia è diventata scienza "ma la vecchia chiesa e le nuove inquisizioni continuano a gettare legna sul suo rogo".
Parteggio per l'ucciso e dileggio gli uccisori, specie perché uccisero nel nome di quel Dio del quale ancora oggi si arrogano il diritto di sputare le loro insulse sentenze, condannando idealmente al rogo, quanti usano coscientemente "il libero pensiero" per liberarsi dai lacci di una morale dogmatica che oggi come allora continua ad alimentare col suo tragico integralismo le mille, ideali, orrende pire che ogni giorno minacciosi erigono per oscurare con il loro sulfureo fumo lo stesso Cielo. 
 
Il pensiero Bruniano vive ed è sopravvissuto alla furia distruttrice del supremo tribunale inquisitoriale del santo uffizio, non altrettanto si può dire per quello di certi papi, come tal clemente ottavo che firmò la sentenza di condanna, sui quali una spessa coltre di polvere, se non fosse per il ricordo dei crimini che perpetrarono, li avrebbe già condannati all'oblio più totale.
Un anno prima del rogo di Giordano Bruno, il famigerato clemente ottavo fece infatti decapitare Beatrice Cenci, una nobildonna romana al centro di torbide vicende legate alla tragica fine del suo casato, dal popolo definita la "vergine innocente" e in seguito oggetto di una vastissima produzione letteraria.
Voglio ora salutare il Maestro Giordano Bruno con le sue stesse parole, un brano tratto dalla lettera-curriculum con cui il "Bruno Nolano, Academico di Nulla Academia " si presentava, da esule, alle autorità accademiche d'Oltre Manica, chiedendo di essere ammesso come professore di filosofia all'università di Oxford.
Al "Philoteus Jordanus Brunus Nolanus...professore di una sapienza più pura e innocua...risvegliatore delle anime dormienti, domatore dell'ignoranza presuntuosa e recalcitrante, proclamatore di una filantropia universale, che non preferisce gli Italiani ai Britanni, i maschi alle femmine, le teste mitrate a quelle incoronate, gli uomini di toga a quelli d'arme, coloro che portano il saio a coloro che non lo portano; ma colui che è più temperante, più civile, più leale, più capace; che non prende in considerazione la testa unta, la fronte segnata, le mani lavate, il pene circonciso, ma (e ciò permette di conoscer l'uomo dal viso) la cultura della mente e l'anima. Che è odiato dai propagatori d'idiozie e dagli ipocriti, ma ricercato dagli onesti e dagli studiosi e il cui genio è applaudito dai più nobili..." il mio grazie e la mia riconoscenza.

 
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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 17/02/07 alle 21:24 via WEB
Un abbraccio...
(Rispondi)
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