Creato da bargalla il 30/01/2005
"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

 

Ultime visite al Blog

rdapiaggiossimorasteph27nikya1pinellogiuseppenapoli891540mariomancino.mluisinioIl_Signore_RaffinatocamarossogiacintoingenitoMaurizio_ROMAmonacoliomassimo.sbandernopmichepel
 

Area personale

 
Citazioni nei Blog Amici: 10
 

Ultimi commenti

insisto...nella speranza di risentirti...anche in privato...
Inviato da: ossimora
il 16/02/2016 alle 10:03
 
Sarebbe bello rivederti comparire...con qualsiasi scrittura...
Inviato da: ossimora
il 06/07/2014 alle 17:07
 
torna....
Inviato da: ossimora
il 23/03/2012 alle 02:52
 
Adoro gli idra!
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 10:51
 
Carino sto post ... :-)
Inviato da: fantasista76
il 03/11/2010 alle 08:33
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« URGE NELL'URBE UN'ALTR...A PROPOSITO DI LIBERTA'... »

SCUDI SCUDIERI E SCUDISCIATE

Post n°586 pubblicato il 26 Settembre 2009 da bargalla

       Scudo fiscale da Moise-Creativo Galattico.

Già nei giorni scorsi il Wall Street Journal nel commentare l’ennesima “porcata” partorita dal malgoverno berlusconi, un condono in forma di scudo fiscale forgiato nelle fucine del dio dei ladri, parlava in modo esplicito di gigantesca amnistia programmata e concessa non certo per rendere meno passivo il bilancio dello Stato, quanto per favorire il rientro di capitali illecitamente esportati nei paradisi fiscali con l’aiuto determinante di quegli “specialisti” che, conoscendo bene come frodare ed eludere il fisco, s’industriano nell’approntarne il ritorno garantendo la consueta impunità a evasori incalliti e a bancarottieri disonesti e spregiudicati sovente dediti al malaffare, i cui interessi non è bene siano oggetto di accertamento fiscale peraltro “sanato” e raggirato dal versamento di una misera ammenda pecuniaria che in teoria potrebbe anche lavare e riciclare denaro sporco in odore di mafia.
I capitali esportati clandestinamente, la formazione stessa di queste anomale risorse, nella stragrande maggioranza dei casi, sono il frutto di operazioni fraudolente che spesso comportano la consumazione di reati fra i quali il falso in bilancio che così “scudato” finisce per diventare la classica ciliegina sulla torta; di certo non derivano da operazioni trasparenti e legali. Diversamente non si spiegherebbe la protervia e l’alacrità impiegate nel cassare tutto un corteo di reati connessi alla costituzione di capitali all’estero.   
Pecunia non olet, si dirà; eppure il WSJ forse perché avvezzo a fiutare lo sterco del diavolo, sente che questo scudo a maglie larghe è buono solo per parare le terga a chi fa un uso criminogeno e criminale del capitale, non occorre certo essere dei segugi per convenire che la manovra diversiva adottata dal malgoverno berlusconi segue, come al solito, quello che in balistica viene definito “falso scopo”: si punta cioè ad un obiettivo, un falso scopo giustappunto, per conseguirne un altro, quello vero e non dichiarato, la cui portata, nel caso specifico, viene bollata come “il più importante provvedimento a favore degli evasori fiscali in Europa, anche rispetto a scelte analoghe adottate nel Regno Unito e in Germania”.

Il prestigioso giornale finanziario, nella migliore delle ipotesi, quantifica in cento miliardi di euro il target interessato dal rientro dei capitali “scudati” che consentirebbero al pubblico erario di incassarne appena cinque, di miliardi di euro, senza per questo riuscire a migliorare più di tanto il tanto sbandierato bilancio dello Stato le cui passività sono accentuate in maniera esponenziale dalla bancarotta etica e morale provocata dai suoi maggiorenti che, paradossalmente, hanno anche l’ardire di presentarsi come salvatori di una Patria da loro stessi mandata a puttane e per questo costretta a vendersi al peggior offerente.   
Cinque miseri miliardi, il cinque che ritorna come un diabolico pentacolo, a oscillare sulle sorti del popolo bue, ignaro di un’aliquota e di un’amnistia per i reati di evasione commessi che non ha paragoni, per esempio, con il 10% imposto a Londra o con il trattamento ancora più duro della Germania dove il rientro dei capitali dai paradisi fiscali evita solo il procedimento penale per evasione senza incidere sulla congruità e l’importo delle aliquote. Diversa concezione dell’etica, direbbe a ragione qualcuno, alla quale non è estranea l’influenza protestante e calvinista, che a proposito di radici cristiane, in Italia risente invece di quella cattolica più incline a fare dell’ipocrisia uno stile di vita e una strategia di mercato.

Secondo il WSJ, a beneficiare del condono (il terzo in sette anni) sarà anche il protagonismo delle banche, specie quelle svizzere e italiane, pronte a lucrare su quei patrimoni “ripuliti” dalla complicità di uno Stato lungi dal contrastare efficacemente l’evasione e l’elusione fiscale assecondando comportamenti illegali che in definitiva si giovano proprio del favoreggiamento dello Stato per violare la Legge.    
Si pensi agli emendamenti (mai termine fu più stravolto nel suo sigificato) proposti e approvati per correggere in peggio una pessima legge che nel volgere di pochi giorni, su precise disposizioni impartite dall’alto, ha trasformato lo scudo “fiscale” in sanatoria penale con la rimozione del falso in bilancio e la depenalizzazione di tutta una serie di reati fiscali e tributari che altrove prevedono il soggiorno nelle patrie galere, mentre da noi tutto si sana con il classico colpo di spugna quando, beninteso, a rischiare sono caste, cupole e società per azioni, opere e omissioni spalleggiate da un sedicente statista che della morale ha una concezione alquanto personale.
Non solo, chi rimpatria i capitali lo farà in pieno anonimato (in puro stile mafioso) e non verrà neanche segnalato all’Unità di Informazione Finanziaria di Bankitalia per l’antiriciclaggio, nemmeno se c’è il sospetto di operazioni volte a finanziare il terrorismo.  

Se non erro una qualsiasi Legge oltre a rispondere in senso lato a criteri di equità e giustizia garantendo l’ordinamento della società civile, contribuisce anche alla formazione del Diritto, benché in Italia si stia ormai consolidando un’altra dottrina, un aberrante corpus di plurimae leges ad personam (e ad aziendam) che di “Giustiniano” hanno ben poco essendo ispirate dall’uso arbitrario e prevaricante di un potere esercitato in funzione di interessi particolaristici, conflittuali con il Bene Comune seppure evidenziati  dal connubio esistente fra la politica e gli affari, un intreccio perverso di cointeressenze non sempre lecite, che trasforma la democrazia in oligarchia.  
In un simile contesto suona più stridente e paradossale la pretesa di un certo ponzio pilato la cui funzione notarile forse risente dell’influenza di una certa falsità ideologica specie nel momento in cui rivolge un monito al ceto politico invitando le Istituzioni ad essere “esempio di moralità”.  
Mi domando che “esempio di moralità” possono dare le istituzioni guidate da siffatta gentaglia, istituzioni degradate al rango di strumento del potere da usurpatori d’infima specie se, per esempio, invece della restituzione del fiscal drag ai lavoratori dipendenti che mai e poi mai esporteranno i loro capitali all’estero, si pregiano confezionare uno scudo fiscale da regalare a noti mafiosi e truffatori, loro consimili,  che contribuiscono unicamente a penalizzare la credibilità delle Istituzioni, confermando la convinzione che “per avere successo basta il reality show” di una politica rozza e volgare, mai così bendisposta ad assecondare l’egoismo più bieco e tracotante proprio perché premia la disonestà, la furbizia e l’ipocrisia di qualsivoglia ceto dirigente, penalizzando oltremodo la correttezza di quanti, cornuti e mazziati, assistono impotenti al trionfo del malaffare certificato all’occorrenza da controversi provvedimenti di legge, come lo scudo fiscale, emblema di un certo modo di intendere l’esercizio del potere che la dice lunga sul conto di certi chiacchierati protagonisti della politica collusi con ambienti a dir poco malavitosi.

Ho ascoltato la requisitoria del Pg nel processo d’appello a carico di un parlamentare già condannato in primo grado a nove anni di carcere, il cui odore di mafiosità lo rende evidentemente più che degno di assidersi nei palazzi del potere: roba da far tremare i polsi ad ogni comune mortale, certo più probo e onesto di quanti, scudieri, palafrenieri, pennivendoli e cortigiane, sghignazzano blaterando di generici teoremi giudiziari, senza essere minimamente scossi dal peso di accuse così infamanti e circostanziate.
 
Non si contano le critiche all’ennesima legge-vergogna, una mostruosità giuridica i cui effetti devastanti non tarderanno a manifestarsi nel sentire popolare solitamente incline a premiare i furbastri patentati, i riccastri sfondati e quanti la fanno franca in barba ad ogni impedimento di Legge, quasi a sottolineare la propensione di certi politicanti da strapazzo che all’occorrenza non disdegnano assumere comportamenti propri di ben altre associazioni a delinquere. 
Riprendo in proposito il durissimo parere espresso dalla senatrice Anna Finocchiaro, ha il tono di un’epigrafe tombale scritta col sangue di un servitore dello Stato ancora una volta ucciso dalla complicità istituzionale di una maggioranza parlamentare, di scudieri e manutengoli, che risponde a ordini di scuderia e arriva a blindare con la fiducia (sic) un provvedimento che getta ulteriore discredito sui suoi proponenti e viola Principi Costituzionali (non sarà il primo né l’ultimo); una mostruosità giuridica adottata semplicemente per consentire a qualcuno di ripulire un po’ di denaro sporco.

Ciò che impressiona è che i reati sanati dal nuovo scudo fiscale sono gli stessi attraverso i quali operava Sindona e per aver scoperto i quali, la loro combinazione criminale e messa in opera, fu ucciso Giorgio Ambrosoli”. Questo il commento di Anna Finocchiaro che non può non chiamare in causa il ministro giulio tremonti: “Parla bene tremonti quando dice della necessità di adottare il crisma della legalità nell’agire dell’economia: di fronte a un provvedimento come questo sono solo belle parole”. E ancora:
Era più onesto il cartello di Medellin. Si è presentato con i suoi capi, con nome e cognome, al governo colombiano per offrirgli di far rientrare i capitali dall’estero e aiutare così il bilancio pubblico. Il governo colombiano non accettò. Ma da noi no! In violazione di tutte le norme, si fanno rientrare capitali sulla cui costituzione nessuno indagherà mai e si garantisce l’anonimato. Una vera porcata”.      

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/antoniando/trackback.php?msg=7730038

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963