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"PIU' DEL CLAMORE DEGLI INGIUSTI TEMO IL SILENZIO DEGLI ONESTI"

 

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SINE GLOSSA

Post n°601 pubblicato il 02 Febbraio 2010 da bargalla

       


Dalle frequenze di “radio Maria” un noto prete-imbonitore ammantato di clericale ipocrisia passa il suo tempo a sputare sentenze e agli ascoltatori che telefonano domandando lumi, dispensa incredibili “perle di saggezza” pescate direttamente nelle “scritture” con la fideistica sicumera di chi pensa di avere la verità rivelata in tasca così come prescrive il magistero papalino. Qualche tempo fa rispondendo a una domanda rivoltagli da un radioascoltatore piuttosto sprovveduto e credulone, ha sentenziato che l’omosessualità – come si legge nella Bibbia (Levitico 18,22) - è un abominio e pertanto non può essere tollerata in alcun caso. Ne consegue che la doppia morale clerico-perbenista attribuisca a tale vituperio il marchio della patologia sessuale e della devianza comportamentale anche se poi in quel cimitero di sepolcri imbiancati eretto oltretevere si tollera ben di peggio e pertanto non è raro trovare fra le fruscianti tonache anche qualche papavero affetto dal biblico morbo della pederastia.
Valga un “nome d’arte” per tutti, quello di tale Jessica.
I frequentatori dei palazzi, cosiddetti apostolici, sanno bene a chi mi riferisco: trattasi di un altissimo prelato per molti anni segretario di un importantissimo cardinale, un abominevole untore che invece di chiudersi in qualche convento e curare con la penitenza dell’astinenza il disordine dei sensi, frequenta i salotti della dolce vita romana, inculante, pardon, incurante delle voci sulla sua conclamata malattia.
Per non dire dei preti pedofili dediti alla più turpe delle nefandezze e del muro di omertosa complicità eretto attorno a loro da una gerarchia ecclesiastica che finge sdegno ed esecrazione solo quando è colpita in quello che ha di più caro: mammona. Si pensi ai risarcimenti milionari versati dalle varie diocesi catto-vaticane in ogni parte del mondo alle vittime dei preti pedofili, verso i quali reverendi orchi sarebbe cosa buona e giusta irrogare sine glossa la pena prevista dallo stesso Cristo Gesù così come riportato in Matteo 18,6: “Ma a chi scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa una macina d’asino al collo e fosse gettato nel profondo del mare”. 


Se li conosci li eviti, recitava un fortunato slogan di qualche anno fa. Purtroppo, pur conoscendo l’insulsa pretaglia, non è possibile evitarla fino al punto da cancellare ogni abominevole pre-giudizio legato al falso moralismo dai preti esibito con consumata, farisaica maestria, anche fra i megahertz della modulazione di frequenza. Sarà stata anche questa la molla che ha spinto un “devoto ammiratore” casualmente all’ascolto, a scrivere al prete precettore di cui sopra. Lo ha preso provocatoriamente in parola (per non dire altro, visto l’argomento!) e, seguendo alcuni obblighi di legge riportati nel Levitico, ha chiesto al reverendo speaker, indicazioni e consigli di vita vissuta non disdegnando di far palesare fra un interrogativo e l’altro, una benevola paraculaggine e un salutare sarcasmo.    

Caro reverendo, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo riguardante la conoscenza delle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibili.
Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18,22 si afferma senza mezzi termini che ciò è un abominio. Fine della discussione!
Perdoni l’ardire, ma da lei avrei bisogno di alcuni consigli riguardanti altre specifiche norme di legge e di come applicarle senza trasgredire i comandamenti del Signore.
Ne prendo alcune a caso chiedendo venia per la mia sciocca imprudenza nel pretendere da lei una risposta che sia in linea con la Ragione e la stessa natura di un Dio, buono e giusto, creato a immagine e somiglianza dell’Uomo. Che non credo possa essere quello proposto, ad esempio, dal Levitico.  

Vorrei vendere mia figlia come schiava
, come prevede Esodo 21,7.
Mi può suggerire il prezzo base di un’asta che premi la sua dignità e la mia vergogna?
Quando offro in olocausto un toro alla brace
sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo d’arrosto per il Signore (Levitico  1,9). 
Il problema è che i miei vicini sono vegetariani e non gradiscono neanche l’aroma della carne bruciata.
Quei blasfemi sostengono che l’odore non è piacevole per loro.  
Devo forse percuoterli?
So che devo congiungermi carnalmente a puro scopo (sic) procreativo
con una donna soltanto quando  lei non ha le mestruazioni (Levitico 15,19-24). 
Il problema è: come faccio a chiederle se ha le sue cose senza urtare la sua bollente suscettibilità e, soprattutto senza violare la sua calda intimità facendole magari
sprecare un assorbente?

In Levitico 25,44 si afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi
siano acquistati in nazioni straniere limitrofe
Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Adesso vanno di moda gli acquisti in saldo degli extracomunitari, ma come conciliare il Levitico con la legge bossi-fini?
Un mio collega stacanovista insiste per lavorare anche di sabato, lo straordinario di questi tempi gli farebbe molto comodo. 
Esodo 35,2 dice chiaramente che
dovrebbe essere messo a morte.
Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente o posso delegare qualcun altro all'uopo?
Una mia amica di bocca buona, ghiottissima di aragoste e frutti di mare, è convintissima che anche se 
il mangiare crostacei sia un abominio (Levitico 11,10), è pur sempre cosa meno grave dell’omosessualità.  
Non sono d’accordo, anche perché ogni volta che l’invito a cena il conto è sempre salatissimo.
Può illuminarci sulla culinaria ‘pura e impura’ dirimendo anche la vexata quaestio che vorrebbe un certo comune pennuto sinonimo di ben altro uccello impuro?

Un mio amico ha commesso adulterio con la moglie di un altro; le confesso che io stesso ho approfittato della disponibilità della gentile signora.
In Levitico 20,10 leggo che
l’adultera e l’adultero devono morire.
Anche a me, single impenitente, molto sensibile ai piaceri della carne, verrà inflitta la pena capitale? E poi chi sarà il boia? Essendo un condannato a morte mi è concesso esprimere l’ultimo desiderio? 
Mi piacerebbe tanto morire proprio mentre mi unisco carnalmente con una donna.
In Levitico 12,1-8 si parla della
purificazione della puerpera stabilendo un periodo diverso a secondo del sesso del nascituro e delle relative operazioni da compiere in espiazione di non so quale peccato. 
Può aiutarmi a capire perché la donna è considerata più impura dell’uomo tanto da meritare una specie di quarantena? 
E poi come conciliare la legge del Levitico con quella sulle pari opportunità?     
Levitico 21,20 afferma che
non posso avvicinarmi all’altare di Dio se ho difetti di vista.
La cosa non mi tange più di tanto anche perché dubito che Dio sia presente su certi altari frequentati dall’insulsa pretaglia, comunque sia devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere?
Molti dei miei amici maschi usano rasarsi a zero i capelli, compresi quelli vicino alle tempie
, altri si fanno fare dei tatuaggi, alcune mie amiche non escono di casa se prima non hanno letto l’oroscopo.
Tutto ciò è espressamente vietato dal Levitico (19,27-19,31).   
In che modo devono essere puniti? Posso obbligarli a fare uso di lozioni infoltenti? Posso consigliare loro di preferire l’henné multi color e lavabile ai pigmenti chimici e indelebili? Posso preventivamente strappare la pagina dei giornali dedicata all'oroscopo?  

In Levitico 11,6-8 viene detto che
toccare la pelle di maiale morto rende impuri, così come (15,19-28) il semplice sfiorare una donna col ciclo mestruale, altrettanto impura diventa ogni altra  cosa che viene a contatto con una donna mestruata.    
Per giocare a pallone devo quindi indossare i guanti? 
E per stringere la mano a una mia amica e collega quando presumo
abbia il ciclo mestruale devo fare altrettanto? E come la mettiamo con le suppellettili e gli oggetti di uso comune che siamo costretti ad usare?
Devo sempre star lì a sciacquarmi con acqua e sentirmi
impuro fino a sera?
Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro i precetti del Levitico 19,19 poiché ha piantato due
diversi tipi di ortaggi nello stesso campo (cicorie e finocchi). Anche mia zia ha violato lo stesso passo perché usa
indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (lana e cotone).  
Non solo, mio zio bestemmia a tutto andare.
E’ proprio indispensabile che mi prenda la briga di
radunare tutta l’assemblea di condominio
 affinché  si proceda a pubblica lapidazione del bestemmiatore come prescrivono le scritture?  
Non potrei, più semplicemente dargli fuoco
mentre dormono, come simpaticamente consiglia Levitico 20,14 per le persone che giacciono con  consanguinei?  
Conosco un prete che ha una figlia che si profana prostituendosi, essa così facendo profana anche suo padre, noto puttaniere. 
Le colpe dei padri ricadono sulle figlie, mi verrebbe da dire; a maggior ragione se Levitico 21,9 prevede il rogo per le degeneri figlie della colpa. 
Le chiedo se anche il corpo di una donna impura e bruciata viva produca un piacevole odor di arrosto 
per il Signore che dall’alto assiste impotente a tale scempio.
 
Delle altre leggi del Levitico riguardanti la casta sacerdotale non faccio menzione alcuna anche perché voi preti, sebbene unti secondo l’ordine di Melchisedech, siete bisunti tanto quanto l’innominato italiota, e quindi super leges giacché il diritto canonico viene prima di ogni altra legge ispirata dal buon senso e dalla Ragione.  Ebbene reverendo delle mie rotanti sfere, voi siete abituati a vedere il male anche dove il male non c’è per il semplice fatto che avete il male dentro di voi.
Omnia munda mundis, direbbe Paolo di Tarso: tutto è puro per i puri ma, in tutta sincerità, non so se potete capire e far vostro un concetto che non vi appartiene. 
So comunque che lei ha studiato approfonditamente questi argomenti per cui sono certo che non avrà
difficoltà a fronteggiare la mia evidente impudenza confutando ogni interrogativo.  

Colgo l’occasione per ringraziarla santamente avendo ben presente lo sforzo che profonde nel racimolare finanziamenti (anche statali) per la sua emittente capziosamente dedicata a Maria.  
Lei, reverendo hertziano, ci ricorda che i comandamenti sono eterni e immutabili, ma forse ignora che perfino i valori non negoziabili sono destinati a diventare titoli spazzatura senza la libertà, questo bene così grande che, per dirla con Montesquieu, fa godere degli altri beni. Non degli altri mali, badi bene!
Giacché solo l’uomo probo ha la coscienza completamente integra e non abuserà mai della sua libertà per far del male agli altri. Lo chiami, se vuole, libero arbitrio. Agostino d’Ippona docet! 

     Un suo affezionato ascoltatore poco devoto e tanto ribelle



 
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Commenti al Post:
Gaia.dgl1
Gaia.dgl1 il 02/02/10 alle 12:39 via WEB
Ahahahahhaha....complimenti sinceri: ottimo post sul reverendo che x una insegnante, nonchč vera disadattata mentale, č invece un "vero profeta"!!! ^____^
(Rispondi)
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