Creato da maurizio.massari il 19/04/2007
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Lettera aperta di Enzo Belloni

Leggi e commenta la lettera aperta di Enzo Belloni sulla futura normativa che renderà obbligatoria la qualifica di allenatore per allenare nei Campionati Giovanili di Eccellenza.
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Ci sono!

Post n°6 pubblicato il 27 Aprile 2007 da miki.bazzi
 


Nel sottoscrivere con entusiasmo il programma di A.P.G, e nel constatare
con gioia l’adesione di persone che stimo, pubblico qualche riga in risposta
agli interventi fatti finora.
A quanto pare, bisognerà selezionare alcune persone che saranno abilitate ad
allenare nei campionati nazionali. Io suggerisco di farlo con principi di
MERITOCRAZIA, TRASPARENZA e NON DISCRIMINAZIONE. Vedi, Maurizio, a mio modesto
parere, fare prevalere il buon senso significa fare prevalere il merito, perché
il mio buon senso vuole che sia premiato chi ha più meriti.
 

LA TRASPARENZA
Nelle companies all’avanguardia si è DA ANNI sviluppata la prassi di
applicare il principio della trasparenza a qualsiasi forma di “recruiting” (si
potrebbe tradurre con “reclutamento”, ma il senso in inglese è più ampio perché
comprende anche quello che noi chiamiamo “selezione”): in pratica quando
bisogna operare una scelta, soprattutto in campo di Risorse Umane, è moralmente
obbligatorio rendere pubblica la lista dei criteri in base ai quali si seleziona,
la lista dei selezionati, e i motivi per cui gli esclusi sono tali. Un manager
ci mette firma e faccia. Cosa si gioca l’azienda? La reputazione! Sarà
giudicata dall’opinione pubblica e dai potenziali futuri lavoratori. Negli
altri Paesi questo concetto è “piaciuto” ed è stato esteso a cascata verso
tutti i settori della vita pubblica. In Italia evidentemente no: voi sapete
perché è stato scelto QUEL conduttore del telegiornale? Perché è stato nominato
QUEL manager? Perché è stato promosso QUELL’arbitro? In Italia non si sa, si
SUPPONE! E le supposizioni si prestano per loro natura alle strumentalizzazioni
di chi non è contento delle scelte.


Apro una parentesi e la metto sul personale, per fare un esempio: qualcuno
avrebbe potuto supporre che gli incarichi che ho ricevuto dal mio Comitato Regionale e dal Settore Squadre
Nazionali fossero il risultato del fatto che lavoro nella squadra dove allena
anche il Responsabile Tecnico Regionale, nonché ex RTT. Rivendico fermamente il
fatto che Maurizio Massari sia responsabile del mio settore giovanile, e prima
di questo mio amico, ma Vi garantisco che se avessi avuto il minimo dubbio che
questo potesse influenzare il processo della mia selezione (per la serietà e la
professionalità delle persone che vi erano coinvolte) non avrei mai accettato
quegli incarichi. Tuttavia, visto che ancora non so, ma solamente INTUISCO
perché sono stato scelto (ci sono dei criteri di scelta per gli RTT, sono
condivisibili, ma in quanti li conosciamo?) e poiché quello che ho scritto corrisponde
a quello che penso, finchè non ci saranno segnali di cambiamento, credo che non
accetterò più tali incarichi.


Chi mi conosce sa che non sono un grande tifoso del Mercato, tanto meno di
quello Globale così come è stato sviluppato, ma ammetto che a volte nel Mercato
nascono buone idee.


LA NON DISCRIMINAZIONE
Leggendo la lettera di Enzo Belloni, mi sono accorto di un grande problema:
un corso allenatori strutturato con trasferte lunghe due settimane e a
pagamento è fortemente discriminatorio! E’ discriminatorio nei confronti di chi
lavora, di chi ha famiglia e anche di chi studia, perché in quel periodo ci
sono gli esami e non è detto che mamma e papà vogliano/possano finanziare il
soggiorno in Valtellina! Insomma, è discriminatorio nei confronti di tutti,
tranne che i professionisti.

Propongo quindi che, come per tutti gli esami di questo mondo, sia
pubblicato un programma e siano consigliati dei materiali su cui studiare. Come
giustamente dice Davide Castrianni, i programmi devono essere differenziati tra chi vuole
allenare “senior” e chi “junior”. Devono essere pubblici anche i criteri di
valutazione (ad es. le capacità interpersonali e di comunicazione, le
esperienze fatte, le conoscenze acquisite durante il corso, ecc.). Infine, non
devono essere discriminati coloro che tale corso non possono frequentare:
rivendico imparzialità assoluta di giudizio per “frequentanti” e non.


Questo, secondo me, è l’atteggiamento da tenere tra persone civili, in un
Paese civile. Io e un mio amico parlavamo, a livello più macro, di queste cose
in Finlandia. Una ragazza tedesca ci disse “Ma allora ha ragione chi dice che
siete una Repubblica delle Banane”. La risposta è stata “E’ vero, a volte
sembra sia così. Ma abbiamo la speranza di poter cambiare le cose. Qualcuno,
come noi, ci crede…STILL…PROUD TO BE BANANEROS!”.


Michele Bazzi

 

 
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