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Post n°9 pubblicato il 12 Febbraio 2011 da spittara
Prima parte; La più grande e duratura fra tutte le civiltà nella storia dell'uomo da 50000, al 12000 a.c. A seguito di un susseguirsi di impatti meteoritici verificatesi nel 12000a.c. una rigida stagione di freddo intenso sconvolse tutto l'emisfero nord . Gli impatti avvennero nella regione nord Americana di Caroline Bays. http://alieniemisteri.altervista.org/mistero_caroline_bays.htm Le regiooni nord europee, da pochi millenni riconolizzate dopo la fine dell'ultima glaciazione, e quelle di incontro fra le tribù sud europee-asiatiche -e orientali, vennero nuovamente e rapidamente abbandonate, tornando ad essere frequentate occasionalmente come territori di caccia stagionale. L'uomo non subì passivamente questi eventi, si organizzò e si consultò, e ne capì la natura, aveva profonde conoscenze e credenze, cercò una soluzione che cambiò il suo ordine cosmologico dando inizio ad una nuova civiltà. Ora per capire meglio in che modo fossero organizzati questi popoli e i loro sistemi migratori, occorre fare un piccolo passo indietro nel tempo, nel quale illustrerò quale è la mia visione storica- ambientale , una semlice ipotesi sulla quale mi baso per i miei programmi di ricerca.. recentemente l'archeologia ufficiale, ha finalmente ripreso la strada della rivalutazione della specie definita homo di Neanderthal. tutto quanto si era detto in passato, fu fatto sempre in una cornice che lo inquadrava come un rozzo primitivo..diffusosi lentamente verso l'Europa e poi soppiantato dal uomo Sapiens sapiens. Oppure ,come vedremo, esistono studi che indicavano già la sua diffusione dall'Europa verso il Mediterraneo e l'Asia. Si credeva che la sua peculiarità di vivere in gruppi numerosi fosse derivata dall'esigenza di cacciare animali di grosse dimensioni, e che quindi la sua socialità fosse dettata sostanzialmente dall'istinto... Se ne dedusse , che quando queste tipologie di prede andarono scomparendo dal suo habitat anche la specie homo neanderthal si estinse lasciando il territorio alla specie sapiens ritenuta più intelligente e quindi meglio equipagiata tecnologicamente.. Poniamo invece ora la possibilità che i neanderthal avessero già una cultura precisa comunemente diffusa ,un credo fissato e tramandato da decine di migliaia di anni, durante i quali è cresciuto e si è evoluto raggiungendo tutte le coste del mediterraneo e le valli fluviali europee. Adattandosi a tutte le esigenze, ai climi e ai diversi tipi di sussistenza imposti dai nuovi territori, forte della sua unità sociale.. In questo testo (oltre la pietra - abaco, modelli e tecnologie per capire la preistoria .pag .22 88), viene indicato quanto gli individui neanderthal fossero forti ed agili agli arti superiori. Recenti studi hanno messo in evidenza anche quanto fossero più agili e morfologicamente adatti alla corsa rispetto perfino ad un uomo moderno. Il fatto stesso che le femmine partorissero neonati di taglia più grande,è indice di maggior sopravvivenza infantile. Sono questi i requisiti che lo renderanno protagonista su tutti i territori. Lo possiamo immaginare come un grande camminatore, un cacciatore sempre in avanscoperta in piccoli gruppi, ma anche da solo e che sa bene orientarsi sugli antichi sentieri da sempre battuti, forte di una retroguardia composta da nummerosi individui organizzati in gruppi nomadi, in grado di allestire velocemente un campo fortificato sia per la difesa sia per la macellazione e la lavorazione.In grado di trasportare grandi quantità di materiale di diverso genere .A loro volta questi gruppi facevano da tramite fra più regioni dove grandi trubù stanziavano più o meno stabili riunite in aree caratterizzate da abbondanza di caverne e torrenti, entro le quali si arroccavano, contendendole spesso a grandi fiere come l'orso delle caverne ,una specie gigante o altri felini come leoni o la tigre dei denti a scibaola. Se all'esterno la sua presenza sul territorio era mimetizzata, Il suo impatto in questi antri naturali era devastante, scavava e scalava nuove vie con impressionante perizia, adottava lunghissimi camminamenti sotterranei, i quali mettevano in comunicazione ,anche artificialmente sistemi carsici diversi,deviando fiumi e sorgenti sotterranee, a seconda delle sue esigenze. Strettissimi passaggi talvolta assai scomodi e con ingressi verticali garantivano che le fiere non potessero raggiungerli con un assalto improvviso. Molti ingressi naturali scavati o utilizzati dagli animali venivano chiusi e nuovi accessi a pozzo o su pareti venivano aperti .Diversamente le grotti non sarebbero state difendibili dalle fiere. Per tale motivo queste grotte sono difficili da individuare,molti passaggi oggi sono chiusi dall'azione dei depositi calcarei o da frane a volte con estrema facilità dall'uomo stesso al fine di chiudere un pozzo perioloso. Difficile è dunque anche il compito degli archeologi-speologi. Non è sufficente esplorare una grotta per trovare delle tracce umane preistoriche, queste sono relegate negli anfranti dei rami più inaccessibili e nascosti, almeno quelle più antiche.. Con i millenni divennero uomini molto forti e resistenti alla fatica, con l'indole di piegare il paesaggio per essere i padroni del territorio, i loro progetti non avevano limiti di tempo o scadenze, ma erano spinti dal'istinto di modificare lentamente gli spazi a loro favore e soprattutto per le loro discendenze, alle quali avrebbero lasciato il segno della loro esperienza e del loro passaggio, i quali li avrebbero cosi conservati all'infinito. Non si ponevano il problema di grandezze e ci hanno tramandato le opere megalitiche più gigantesche della storia dell'uomo, molte delle quali non vogliamo o non siamo neanche capaci di riconoscere. L'esperienza evolutasi per centinai di migliaia d'anni all'interno della grotta ad un certo momento si riversò lentamente all'esterno con la conquista di più ampi territori stabili, almeno stagionalmente, ma perchè questo fosse possibile significava che anche la fauna del mondo esterno si era modificata ,o perchè i grandi carnivori erano stati cacciati dalla regione o perchè i nuovi cambiamenti climatici cambiarono anche flora e fauna. Molte più grotte con ampli acessi furono abitate stabilmente anche sulle linee costiere Solo i periodi più freddi interglaciali li spinsero ad un nomadismo stagionale più intenso, ma in queste fasi sapevano benissimo dove dirigersi, e probabilmente erano anche ben accolti dai loro simili ..Sono proprio queste fasi che li rendono più attivi incentivandoli ad espandersi anche oltre i territori normalmente frequentati ed ad aprire nuove vie . Le isole più vicine rimaste circondate dal mare vengono colonizzate. Intagliarono passi scolpendo profondamente il paesaggio in gole e creste, solcarono di sentieri scolpiti i fianchi di ripidi versanti e di stretti fondovalli dove scorrevano grandi torrenti che incrociavano superandoli con guadi realizzati con grandi megaliti. Accudivano polle e sorgenti,senza tralasciarne alcuna,costruivano gallerie drenanti anche megalitiche e altre le scavavano risalendo la sorgente nella roccia più friabile. Lavoravano sistematicamente in miniere e cave di ossidiana e altre pietre dure, molte altre di diverso tipo le importavano anche da aree lontane attraverso scambi, cosi come esportavano le loro materie prime. Conoscevano bene tutte le applicazioni del fuoco, oltre a tutti i tipi di pietra e legno lavoravano i metalli allo stato naturale come oro, rame e ferro meteoritico il più ambito e ricercato fra tutti i materiali, non tanto per la sua origine siderale considerata divina, ma soprattutto per le sue innumerevoli applicazioni . Modificarono e rinforzarono gli argini, il corso e il letto di molti torrenti di montagna,dove praticavano stabilmente la pesca della trota. Forse in pochi sanno che la trota si può facilmente pescare con le sole mani, dopo un pò di pratica, ammesso che le pozze dei torrenti o gli stagni non abbiano anfranti troppo profondi o che comunque siano presenti tane dove la trota si possa rifugiare e sentire abbastanza al sicuro invece di sfrecciare via quando si accorge spaventata della presenza dell'uomo. Manipolarono saggiamente vasti territori alterando al meglio anche il campo magnetico del suolo sul quale ormai avevano tessuto una fitta ragnatela magnetica con le selci che avevano sbriciolato durante tutta la loro esistenza ogni qual volta si fermavno e lavorare i utensili durante il ripetersi dei loro passagi. L'esperienza gli permise di stabilizzare il campo magnetico anche in quei luoghi ritenuti meno positivi. Ma soprattutto in tutto questo vi era sempre la priorità di tracciare allineamenti fra i siti frequentati, le stazioni di avvistamento sulle alture, le sorgenti e punti che segnavano con grandi megaliti, cosi da ritrovare sempre i sentieri anche in aree sconosciute e a distanza di molto tempo. Sapevano intuire e calcolare la portata delle precipitazioni e le loro stagioni, avevano il controllo delle falde freatiche e fra i loro principali obbiettivi vi era quello di mantenerle alte e stabili a determinati livelli nelle stagioni estive. Cosi da avere l'approviginamento idrico anche in altura sui territori di caccia. Era abile nelle comunicazioni a distanza con segnali e richiami di vario tipo, come fischietti o altri sistemi e velocissimo nel farlo, cacciavano e consumavano un gran quantitativo di carni e per farlo spesso dovevano spingersi molto in alto e sapere dove i branchi ole mandrie sarebbero andati a dissetarsi. L'acqua non era intesa come una risorsa naturale sul territorio, essa rappresentava in tutte le sue forme, la strategia della sua esistenza, non temevano il fulmine ma lo adoravano quotidianamente , sotto varie forme e aspetti. Questo è il quadro di una realtà ottimale che trovarono i primi sapiens sapiens, quando arrivarono sul teritorio italico, vaste aree di paradisi naturali a sua misura d'uomo, alternate ad aree infernali minacciate da violente eruzioni vulcaniche e paesaggi desolati.
I PERIODI CLIMATICI del primo megalitismo Per quanto riguarda le fasi glaciali durante le quali i ghiacci ricoprivano tutta l'Europa, Il fuoco è considerato da tutti una conquista dell'uomo preistorico che ha segnato la sua evoluzione,ma forse andrebbe meglio definito uno strumento che ha accompagnato e stimolato le divese fasi evolutive del'uomo. L'archeologia accerta l'utilizzo del fuoco a partire da 500000 anni fa, ma il suo uso più comune è stabilito intorno ai 250000 annio fa, quanto tempo realmente occorse perche l'uomo preistorico imparase ad accendere autonomamente il fuoco? quando è che l'uomo pristorico comincia a spostasrsi velocemente con le slitte e a viaggiare attraverso i ghiacci per spingersi dove non era mai arrivato prima...? Fu propio la ricerca del fuoco, lo stesso che permetteva di spingersi o di resistere nelle regioni ai limiti dei ghiacci, o meglio l'opportunita di averlo sempre relativamente vicino come risorsa sempre reperibilie, per questo ad una eruzione visibile da centinaia di chilometri di distanza potevano seguire le mobilitazioni di più gruppi stanziati in aree anche molto lontane fra di loro e quindi di razze diverse, tribu che sapevano ripercorrere velocemente antichi traccati per ricongiungersi su territori dimenticati da generazioni e sconosciuti, ma dove erano consapevoli che avrebbero incontrato dei loro simili,con i quali avrebbero tratto sicuri scambi culturali e di materie prime .Ma soprattutto questo era il momento e l'occasione prima fra tutte, durante il quale si incontravano e scambiavanole femmine prolifere con quelle di altri clan, con il fine di scongiurare delle discendenze consanguinee, per le femmine a loro volta era un opportunità.. l'unica occasione di rincorntrare e ricongiungersi con la tribu di origine. Non è un caso se i culti dei vulcani sono i più antichi in assoluto fra quelli ricordati sulle litolatrie e gli aonfalos geodetici più antichi, questi sono accompagnati dai culti della fertilita e da i miti di cacciatori che difendono il loro territorio affrontando le fiere talvolta con fulmini o altre scie di fuoco. Le riproduzioni standard di queste immagini derivanti daale litolatrie più belle e significative vennero tramandate fin dal paleolitico, impresse sulle impugnature delle selci e sono assolutamente le prime forme di arte diffusa a livello globale, ed costituirono da sempre un ambito e ricercato oggetto di scambio,il suo valore era proporzionato alla sua qualità di lavorazione e alla qualità della pietra dura con la quale era realizzata dal numero di immagini e dalle dimensioni. Tali eruzzioni vulcaniche è presumibile che tuttavia accompagnassero con una maggiore attività propio le fasi finali di questi cambiamenti climatici per i seguenti motivi(da ; http://meteolive.leonardo.it/meteolive-notizia-27773-isostasia,_il_%E2%80%9Cpeso%E2%80%9D_delle_glaciazioni.html). A questo punto uno studio approfondito che incrocerà i dati sui cambiamenti climatici con quelli sulle eruzioni e quelli che emergeranno con studio dell'espansione delle facies degli strumenti scolpiti e decorati,potrà essere un modello di ricostruzione valido.
L?ultima volta accade durante l?ultima glaciazione e tale opportunità scomparve tra 14 e 12 mila anni fa quando, con lo scioglimento delle imponenti calotte glaciali, i livello dei mari risalì progressivamente. Successivamente, in un periodo compreso tra i 6 e i 4 mila anni prima di Cristo, il livello medio degli oceani continuò a salire fin oltre i 2 metri sopra quello attuale. Impossibile quindi pensare a città come Venezia, New Orleans, Amsterdam, Calcutta e tante altre. Durante i periodi glaciali gli immensi accumuli di ghiaccio delle calotte hanno causato un lento e progressivo sprofondamento della litosfera (crosta terrestre solida) dei territori sottostanti nel mantello terrestre (plastico e viscoso, per non dire fluido). Questo sprofondamento è osservabile oggi in Groenlandia ed Antartide, la cui crosta di superficie, nascosta sotto l?immensa cappa di ghiaccio spessa anche 3-4 km, si pone al di sotto del livello dei mari. Una tale condizione è osservabile sempre oggi nel cuore del Canada e della Scandinavia, aree depresse fin sotto il livello dei mari in quelle che sono note come la Baia di Hudson e gran parte del Mar Baltico. Le medesime aree, insieme a tutti i territori circostanti, liberate oltre 10 mila anni fa dall?ingombrante massa di ghiaccio, si sono sollevate progressivamente proprio come imbarcazioni liberate dal carico. Tale sollevamento, inizialmente piuttosto rapido, continua ancora oggi a ritmi piuttosto elevati e compresi tra 5 e 15 mm all?anno, ovvero 1 metro e mezzo in un secolo. Attraverso calcoli piuttosto semplici si deduce che oltre 3 milioni di km2 di fondale marino, l?equivalente dei territori suddetti più atri circostanti tuttora sommersi, si sollevano di quasi 1 cm all?anno. Il mare è costretto a ritirarsi da queste zone e ad accumularsi con il resto della massa oceanica, contribuendo al suo innalzamento, seppure di 1-2 millimetri a decennio. Tale innalzamento, così come quello avvenuto massicciamente dopo l?ultima glaciazione, viene parzialmente, ma molto più lentamente, controbilanciato da uno sprofondamento progressivo, sempre nel mantello terrestre, di quella che è la crosta oceanica, ossia il fondale degli oceani, per il surplus di carico d?acqua. Seguendo un ragionamento un po? più complesso, i territori circostanti queste aree a rapido sollevamento, per un effetto riequlibrante, tendono a sprofondare leggermente ad un ritmo di circa Œ di quello delle regioni che si innalzano; ovvero 1-3 mm all?anno. È il caso di parte del nord Europa e Russia, parte dell?Alaska, sud del Canada e nordest degli USA (Vedi cartina). Anche questo fenomeno si va ad aggiungere al fittizio sollevamento dei mari, dal momento che in realtà è uno sprofondamento di terre emerse. In conclusione il livello globale dei mari, come accade da sempre e come testimoniato dagli studi sul passato, è tuttora oggetto di oscillazioni. In particolare è in corso un debole e lentissimo sollevamento al quale contribuiscono vari fattori che, erroneamente, vengono ricondotti solo ed esclusivamente al riscaldamento globale.
Gli espeti climatologi sono più o meno concordi a ritenere che alla fine dell'ultima glaciazione il clima sia più volte cambiato prima di stabilizarsi dando luogo ad una serie di fasi alterne,la prima delle quali viene definio un periodo mite ed ha la durata di circa 2000 anni e va dal 16000 al 14000 anni fa.. http://www.centrometeolombardo.com/content.asp?ContentId=1151 Ma succede qualche cosa e il clima si fa rapidamente più rigido, le tribu si devono organizare in fretta ben presto si accorgono che non è si tratta di una stagione anomala, gli effeti di una catastrofe stanno cambiando il clima di tutta la regione e non è più il tempo di resistere conviene partire per regioni più ospitali. Cosi questa regione che nei millenni precedenti era diventata un territorio che offriva i suio vantagi sopratutto durante i periodi estivi e durante le siccità, con le sue gole fresche e umide ricche di sorgenti, è frequentata ininterrottamente duranti tutte le fasi degli sconvolgimenti climatici , offrendo sempre nuovi spunti di adattabilità a delle comunità che riuscirono a tramandare la propia identita e la propia esperienza portando avanti i loro progeti megalitici aiutati spesso da genti che si univano e partecipavano nella realizzazione di quelle opere che poi esporteranno insieme alle tecniche. Per decine di millenni dai versanti interni delle apuane una cultura naturalistica basata sulla tradizione di epifanie antichissime si trasmette al territorio circostante attraverso il megalitismo, il rispetto per le acque sorgive e il richiamo della natura con i suoi torrenti limpidi viene celebrato, riproponendo in altre aree gli stessi tratti di torrenti, con gli argini e le pozze ricostruiti nelle stese sequenze con tanto di grotte artificiali. Alle biforcazioni di piccoli e grossi torrenti nascono insediamenti sacri, dove ancora oggi l'opera megalitica è il segno indelebile di quei lontanissimi trascorsi, come un isola geologicamene magica senza continuità ne a monte ne a valle a testimonianza di un culto diffuso ed esportato a livello globale, facilmente riconoscibile sul territorio, celebrato da sempre da druidi e sciamani fin dalla più remota preistoria. impatto planetario 12000 a.c. In particolare nella legenda della città di Ram si colgono molti particolari che ci possono ancora raccontare cosa realmente successe in quel lontano 12000.a.c. : un carro astrale che si schianta un nuovo ordine scritto e tramandato su una ruota d'oro o preziosa ,tutto ciò che restava del carro celeste, ecc...http://ffz.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8159620 oggi non abbiamo riproduzioni o immagini di come fosse questa ruota, ma il racconto è molto chiaro... sappiamo che questi popoli erano litolatrici , e che un bel giorno si trovarono ad dover reimpostare gli schemi dei loro codici perchè tutto attorno stava cambiando, qualcosa che poteva esere scaturito dai loro culti sui ferri meteoritici, aveva causato una serie di catastrofi le quali avevano sconvolto tutte le terre e tutti i popoli, era compito di tutti i saggi e degli esperti riunirsi e trovare una soluzione...
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