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I giardini di pietraC'è una profonda esperienza del vuoto nell'arte del karesansui. Quest'esperienza del vuoto però non emerge da riflessioni teoriche, ma da una pratica di meditazione che può realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell'artista, ma anche di chi ne apprezza le opere. Nell'arte giapponese si tende sempre a sottrarre qualcosa. La parola giapponese "yohaku" è composta da "resto" e "bianco", quindi lo spazio vuoto, l'essenziale, il non destinato a sparire, ciò che resta dopo che è stato tolto tutto ciò che può essere tolto. Nasce una riflessione sulla nozione di "resto", no ? Qui resto è residuo, in Oriente è origine! E' proprio nell'abissale semplicità del qui e ora, che con più potenza vacilla il senso codificato delle cose. Non è un nulla conclusivo, stato di inerzia e di inesistenza, ma un nulla originante, stato germinale della realtà. Sono elementi che devono nudrire la mente dell'artista occidentale confrontato oggi a un grande vuoto (esistenziale), proprio perché parte dal pieno, anziché dal vuoto.... la creazione è un togliere, non un aggiungere...solo così l'arte potrà -secondo me- rinascere...
Artemisia |
Inviato da: Egure
il 24/06/2007 alle 19:56
Inviato da: ardeacinerea
il 23/06/2007 alle 21:39
Inviato da: ardeacinerea
il 13/06/2007 alle 05:07
Inviato da: gnappa.etta
il 03/06/2007 alle 20:35
Inviato da: artemisia_65
il 03/06/2007 alle 19:59