Creato da artemisia_65 il 27/05/2007

OMBRA DEL BAMBU

Vuoto, Pieno

 

 

Michelangelo Buonarroti

Post n°7 pubblicato il 23 Giugno 2007 da artemisia_65
 
Tag: ARTE

"Io intendo scultura quella che si fa per mezzo di levare, ché quello che si fa per via di porre è simile alla pittura."

 
 
 

Il nulla orientale

Post n°6 pubblicato il 12 Giugno 2007 da artemisia_65

Tutto, essere e non-essere, è nulla. Perciò ogni dottrina buddhista insegna che nella nostra vera essenza tutto, essere e non-essere, è nulla.

 
 
 

Mumon, La porta senza porta 

Post n°5 pubblicato il 03 Giugno 2007 da artemisia_65
 
Tag: ARTE

«Il grande sentiero non ha porte, 
  Migliaia di strade vi sboccano. 
  Quando si attraversa quella porta senza porta, 
  Si cammina liberamente tra cielo e terra»
 
                                                

 
 
 

I giardini di pietra

Post n°4 pubblicato il 29 Maggio 2007 da artemisia_65
 
Tag: ARTE

C'è una profonda esperienza del vuoto nell'arte del karesansui. Quest'esperienza del vuoto però  non emerge da riflessioni teoriche, ma da una pratica di meditazione che può realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell'artista, ma anche di chi ne apprezza le opere.

Nell'arte giapponese si tende sempre a sottrarre qualcosa. La parola giapponese "yohaku" è composta da "resto" e "bianco", quindi lo spazio vuoto, l'essenziale, il non destinato a sparire, ciò che resta dopo che è stato tolto tutto ciò che può essere tolto.

Nasce una riflessione sulla nozione di "resto", no ? Qui resto è residuo, in Oriente è origine!

E' proprio  nell'abissale semplicità del qui e ora, che con più potenza vacilla il senso codificato delle cose. Non è un nulla conclusivo, stato di inerzia e di inesistenza, ma un nulla originante, stato germinale della realtà.

Sono elementi che devono nudrire la mente dell'artista occidentale confrontato oggi a un grande vuoto (esistenziale), proprio perché parte dal pieno, anziché dal vuoto.... la creazione è un togliere, non un aggiungere...solo così l'arte potrà -secondo  me- rinascere...


Coltiviamo il nostro giardino di pietra, che poi in realtà non è "nostro", è.

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Artemisia

 
 
 

Horror vacui ?

Post n°3 pubblicato il 28 Maggio 2007 da artemisia_65
 
Tag: ARTE

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Nell’uomo la paura del vuoto ha una valenza che trascende l’aspetto inerente alla sfera dell’istinto e della percezione.  Essa è sostenuta dall'idea (sorta dalla cultura greca) per cui il vuoto equivale al nulla, al niente assoluto. Su questa associazione di idee il vuoto  evoca in un solo termine tutto ciò che esprime negazione, privazione, solitudine, desolazione.

Come il pieno evoca ricchezza, opulenza, gioia e vitalità così il suo opposto, il vuoto, in analogia col nulla, porta con sé lo stesso timore, lo stesso senso di sgomenta ostilità. 

Questo almeno nella cultura occidentale.

In Oriente il discorso non è simile: qui il vuoto non è ancorato al concetto di nulla ma, al contrario è considerato principio di tutto, qualità fondante dell’essere, mezzo conoscitivo, fonte d’ispirazione e approdo finale. Nella civiltà orientale il vuoto esprime bene, positività, fiducia, speranza.


E’ strano come il pensiero dell’uomo sia riuscito ad attribuire un significato tanto antitetico ad uno stesso concetto. Invita ad una riflessione, no ?


In Occidente  il vuoto ha conosciuto una lunga e spesso travagliata elaborazione concettuale, lungo un itinerario che ha seguito tutto il percorso della conoscenza umana dagli albori ai giorni nostri. Il dibattito culturale che si è sviluppato attorno al V secolo A.C. sulla "realtà"  del vuoto, è stato tra i più avvincenti e controversi di tutta la storia della civiltà occidentale. Poi l’autorità di Aristotele ha frenato ogni ulteriore indagine e stabilito un fronte di consenso che non si è più scalfito per  mille anni. Il concetto di horror vacui, coniato nel medioevo, ma che riconosceva la propria origine nel veto aristotelico, sta ad indicare, in estrema sintesi, che in natura  il vuoto non può esistere e che ogni sforzo per provocarlo è destinato a naufragare....

Queste osservazioni ci invitano a riflettere sul concetto fondamentale di "vuoto", senza però confondere i vari livelli di interpretazioni. Il livello filosofico-concettuale è decisamente da distinguersi da quello esistenziale.

Che cosa significa vuoto in arte, in pittura, ad esempio ? E che cosa significa "vuoto" nella nostra vita di mortali ?  I due aspetti non sono da confondersi.

La vita è concreta e ci radica in un "qui e adesso".

La riflessione parte sì dal concreto ma per astrarsene e diventare universale. Proprio in questo processo di "generalizzazione" il concetto si stacca e non "appartiene" più alla realtà. L'arte deve seguire questo processo... solo così diventa atemporale e sempre valida cioè. Nasce qui una riflessione sulla "materialità" dell'arte.... come tracciare un segno il più "vuoto" e quindi il più "pieno" possibile ?

L'arte, quella vera intendo, fa suo quel senso universale di "vuoto" che -in nessun modo- si può "vivere" (a meno di essere già un'anima che spero non siete ;-)) sul piano esistenziale....no ?

Artemisia

 
 
 
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