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L'ACCUSA DI AMATO VERSO IL MONDO DEL CALCIO ( da Gazzetta.it )

Post n°3108 pubblicato il 06 Febbraio 2007 da asrfila80
Foto di asrfila80

Dal mondo del calcio "verrà una pressione perchè lo spettacolo continui, perchè le entrate dello stato e delle società dipendono dal calcio. Noi abbiamo il dovere verso le forze dell'ordine e i cittadini di resistere alle pressioni". Lo ha detto il Ministro dell'Interno Giuliano Amato, intervenendo in aula alla Camera sui fatti riguardanti la partita Catania-Palermo e sulla morte dell'agente Filippo Raciti e spiegando che "la serenità delle famiglie italiane vale di più degli interessi economici che pretendono che lo spettacolo continui".

PALERMO-CATANIA "La partita Catania-Palermo destava preoccupazione da tempo. Alcuni avevano anche chiesto di rinviarla. Era considerata una partita a rischio. Dopo una serie di pressioni il prefetto accettava la data di venerdì alle 18. Quindi sono state messe all'opera 410 unità di rinforzo che portavano a 1350 il numero totale di operatori delle forze dell'ordine. Ventimila erano gli spettatori locali - ha aggiunto Amato - e dovevano arrivare gli spettatori del Palermo che sono arrivati tardi per una serie di ragioni".
ATTACCO ALLO STATO "I gravi disordini sono stati un grave attacco preordinato alle forze di Polizia. Il calcio è uno dei grande catalizzatori della violenza. Il calcio - spiega Amato - diventa occasione di formazione della violenza. Offre canali attraverso i quali la violenza si esprime. Questa seconda ragione ha una specificità che deve esigere una nostra attenzione", ha aggiunto. "Anch'io ho sbagliato a firmare in dicembre il provvedimento che autorizzava i prefetti a concedere le deroghe agli stadi non a norma con la legge Pisanu".
AUMENTO VIOLENZA "C'è stata quindi una ripresa del fenomeno della violenza - spiega Amato -. Buona parte ricade proprio su Catania. Proprio a Catania dopo 24 incontri disputati si sono registrati 147 feriti di cui 118 forze dell'ordine. Gli eventi dell'ultima settimana alzano la media. Napoli è al secondo posto di questa speciale e brutta classifica. Poi Bergamo, Taranto".
LE SOCIETA' - Appare "chiara la volontà di molte società di eludere le norme". Di fronte allo standard previsto dai decreti Pisanu della capienza di 10mila spettatori per gli stadi che si devono adeguare alle nuove norme, ha detto Amato, "molte società certificano una capienza di 9.999 spettatori". In questo modo, ha aggiunto, "dimostrano di non aver alcuna intenzione di adeguarsi alle norme".

 
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