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LA CONFERENZA STAMPA DEI COLLABORATORI DI SPALLETTI ( da Romanews.eu )

Post n°4155 pubblicato il 19 Maggio 2007 da asrfila80
Foto di asrfila80

SPALLETTI

“Questi sono i miei collaboratori, dopo il raggiungimento di un obiettivo così importante, mi sembra giusto dare merito e visibilità anche a quelli che hanno lavorato insieme a me e probabilmente tutto questo, senza il loro apporto e senza il loro supporto non sarebbe accaduto. Sono qui a disposizione per quanto volete voi, ma se gli fate le stesse domande che volete fare a me, mi tolgono un po’ di lavoro da fare”.

 

BERTELLI

La Roma ha giocato 54 partite in questa stagione e sembra in buona condizione fisica

“Le partite sono 55. Molto probabilmente, l’abitudine a giocare ogni tre giorni, ti porta a sopportare le fatiche. Il fatto che molte le abbiamo vinte, l’entusiasmo aiuta a mascherare la fatica, poi, come dice sempre il mister, la grande disponibilità di tutto il gruppo ad allenarsi sempre con impegno, con la concentrazione gusta, con la voglia di fare fatica durante l’allenamento, che forse è il segreto per poter reggere una stagione così lunga”.

 

Come si possono evitare i cali atletici?

“Diciamo che come viene fuori la stagione di una squadra come la nostra o come altre che fanno la champions e poi riescono ad andare avanti anche in Coppa Italia, di sicuro abbiamo solo i primi cinque mesi, sappiamo bene o mali gli impegni da luglio a dicembre, sappiamo quali sono le partite e dove poter avere gli spazi giusti per lavorare; dopo viaggi seguendo il vento, nel senso che se vinci hai più partite, se perdi hai più giorni per allenarti. E’ vero, secondo me, che ci sono stati picchi alti, specialmente a livello di partite, quando ci sono partite molto importanti, c’è una motivazione maggiore; molto probabilmente dobbiamo migliorare quando, in alcune partite che vengono prese un po’ più facili o di seconda fascia, l’ dobbiamo migliorare. Rispetto all’anno scorso siamo stati più continui, è chiarò però che se si gioca tredici, quattordici partite ogni domenica e mercoledì, ci può stare la giornata in cui la maggior parte della squadra non ha recuperato o ci sono stati magari tre, quattro trasferte di fila, come ci sono state all’inizio dell’anno dove siamo stati a Messina, Livorno, Parma e Milano, in dieci giorni, ci può stare la giornata in cui non stiamo al cento per cento”.

 

Quando siete arrivati, la Roma, ad un livello di preparazione da uno a dieci, a che punto era e ora a che punto si trova?

‘Noi siamo arrivati e abbiamo incontrato una squadra che veniva da un’annata travagliata; se nei primi due mesi cambi tre allenatori, tre preparatori, tre modi di lavorare più avevano la Champions, più c’erano stati le Olimpiadi e gli Europei uno dopo l’altro, poi la situazione durante l’anno, quando si parte male si finisce peggio, la situazione si è deteriorata ulteriormente, poi c’e stata una grande pausa di un mese, non li abbiamo trovati in grandi condizioni, però era una cosa normale non c’è colpa di nessuno, è stato lo sviluppo della stagione precedente che ha portato questa situazione. E’ un vantaggio per noi perchè denro il gruppo c’era gran voglia rivincita, di rivalsa, di far vedere che non erano quelli visti nella stagione, ma valevano di più; questo ci ha aiutato anche le difficoltà che trovi in un gruppo nuovo, perchè i metodi possono essere diversi, sono stati superati dalla loro voglia di far vedere che non era quei giocatori fischiati e vituperati l’anno precedente”.

 

Prima 5 ora 8?

“Non so è difficile fare una cosa del genere però è sempre una situazione migliorabile, poi i miglioramenti vengono automatici quando si lavora con un gruppo per più di una stagione. L’allenamento non lo puoi codificare in una stagione, lo sviluppo è negli anni. Quindi avere la fortuna di stare con un gruppo per più di un anno,  sicuramente si migliora sempre”.

 

Quali sono le emozioni nel vincere la coppa Italia e com’è stata l’accoglienza a Fiumicino?

“Mi ero promesso di tenere un basso profilo invece, quando hanno messo Roma Roma e tutti cantavano, mi sono messo a piangere, e non mi è riuscito. Con Aurelio, invece, non siamo riusciti a raggiungere il pullman, stavamo toccandolo ma non ce l’abbiamo fatta, per fortuna i poliziotti della scorta ci hanno infilato nel cellulare e ci hanno portato fino a Trigoria; è stata anche un’esperienza nuova stare dentro il cellulare, erano molto simpatici, ci siamo anche divertiti. La coppa l’avevo vita sei anni fa a Firenze, ma non ci sono paragoni, è tutta un’altra atmosfera a Roma”.

 

Ritiro estivo a Trigoria

“L’anno scorso in montagna siamo stati dodici giorni, faceva caldo, siamo stati dal 12 al 2a luglio poi dal 25 luglio fino ad oggi siamo stati a Trigoria. Per me è uguale, non è un problema dove fare il ritiro, ma come farlo. L’importante è che dove sei ci siano le attrezzature idonee, qui le abbiamo, abbiamo la piscina che usciamo; se la società deciderà così io non ho nessun problema l’importante è che la notte possa dormire però anche in montagna usi l’aria condizionata. Anche altre squadre lo fanno, è un’esperienza da vivere, poi vedremo se c’è da migliorare qualcosa, finchè non le fai le cose non puoi sapere”.

 

L’altura?

“Devi starci almeno cinque settimane per avere i vantaggi dell’altura, poi il nostro è uno sport di destrezza, è vero che ci vuole la resistenza, ma la resistenza è essere destri per novanta minuti, non correre e basta, c’è anche un attrezzo da trattare. Qui si stacca tutti i giorni perchè per noi la familiarità che abbiamo con tutti i noi, con i giocatori, con i fisioterapisti, con i dottori, siamo una bella banda, siamo una quarantina di persone. Qui abbiamo  una grande familiarità, stare qui ci piace, meglio che stare in giro, andare in albergo e non dormire perchè il letto non ti piace o esci fuori e ti assaltano per gli autografi e non puoi nemmeno andare a mangiare un gelato. Ci sono i pro e i contro poi se ne riparlerà. Dal punto logistico non ci sono problemi, anzi ci sono solo vantaggi”. 

 

BONAIUTI

Note positive della stagione Doni e Curci

“Su questa cosa hai la fortuna di lavorare con due ragazzi con delle qualità; quando si può lavorare con la qualità, alla fine esci fuori, i risultati riesci a portarli a termine”.

 

Nel panorama dei portieri, Doni dove lo collocheresti, un podio può guadagnarlo?

‘Penso di si, la classifica rispecchia il valore dei portieri, quando sei una delle migliori difese del campionato, è indice che anche il portiere ha fatto la sua parte; si dice sempre il portiere aiuta la difesa e la difesa aiuta il portiere, sono due cose che stanno insieme; quando riesci a prendere pochi gol vuol dire che hai dei meriti importanti, ti permette di fare la partita più tranquilla”.

 

Doni ha detto sono più italiano

“Deve lavorare ancora tanto per essere italiano, sta lavorando per migliorare la continuità, l’interpretazione della gara perchè anche nel carattere brasiliano c’è un po’ di rilassatezza nell’affrontare le cose, nel loro campionato sono così, si deve cercare di migliorare questa situazione, nel calcio italiano si è più spigolosi come persone, si bada più al sodo”.

 

Curci avrebbe bisogno di giocare di più?

‘Sicuramente per un portiere è sempre utile giocare, il giocare ti porta a migliorarti. Attraverso gli errori e le cose fatte bene si riesce ad acquisire sia maturità che la capacità di iterpretare le gare e le situazioni, solo sulla pelle si riescono a costruire”.                                 

 

Quali sono le emozioni nel vincere la coppa Italia e com’è stata l’accoglienza a Fiumicino? 

“Per me è una cosa particolare perchè sono di Roma, tifo la Roma, è stato come entrare in quelle persone che stavano davanti a me, come avere la doppia parte cioè essere là dentro e là fuori nello stesso tempo, c’è stata un’esplosione dentro di me, per quanto stavo col cervello fuori, non riuscivo a capire cosa fare, se correre, perchè l’emozione è stata veramente forte. Ho vinto anche io con la Juve Coppa Uefa e Coppa Italia però questa è stato molto diversa è stata molto più sentita”.

                                              

DOMENICHINI

A livello tattico ci sono discussioni con Spalletti?

‘Sull’aspetto tattico abbiamo dei confronti, come gli altri miei collaboratori, però discussioni accese non ne abbiamo anche perchè avrebbe la meglio lui; si discute, si cerca sempre di trovare la situazione migliore per cercare di raggiungere l’obiettivo”.

 

Riguardo al 4-2-3-1 siete inflessibili?

‘A volte abbiamo fatto anche dei cambiamenti, non ve ne siete accorti, però abbiamo modificato, a seconda delle situazioni in alcune partite, degli avversari e di chi mancava; però, indubbiamente, ci ha portato dei grossi benefici”.

 

Per il futuro pensate ad ampliare la variabile tattica?

‘Più hai soluzioni e più hai vantaggi, quindi il futuro calcio è cercare di variare in corsa il modulo”.

 

Descrivere Spalletti e com’è lavorare col mister?

“Hanno già detto tutto loro. E’ una persona meticolosa, che non si lascia andare a facili entusiasmi; quella che è una sua dote è che cerca sempre di imparare, di rubare in modo giusto, onesto, dagli altri perché si informa, telefona, cerca di guardare gli altri allenatori, quello che fanno e come si allenano quindi è una grande caratteristica e una qualità. Un difetto? Troppo generoso, a volte la gente può approfittarsene”.

 

Quali sono le emozioni nel vincere la coppa Italia e com’è stata l’accoglienza a Fiumicino?

“A me non era mai capitato forse a loro che hanno vinto più di me..però sono stati dei momenti molto belli e entusiasmanti, specialmente a fine partita vedere tutta la curva che tifava, che gridava, che cantava, sinceramente sensazioni importanti che porterò sempre con me; questo è il tifoso romanista, penso sia difficile trovare altre tifoserie che trasmettono queste sensazioni”.

 

ANDREAZZOLI

Descrivere Spalletti e com’è lavorare col mister?

“La curiosità di approfondire c’è sempre se non lo conoscete ora... è quello che vedete sul campo durante la settimana, dentro Trigoria tutto il giorno, nelle conferenze stampa, è un personagio che si è guadagnato sul campo quello che ha, sa cos’è la gavetta, sa come arrivare a dei risultati senza lasciare niente di intentato e senza cullarsi su quello che è stato raggiunto. Questa è la peculiarità maggiore che mette in mostra e che lo ha portato dov’è. Caratterialmente  è un personaggio a volte difficile, ma nel senso positivo, perchè esige il massimo da se stesso prima di tutto e da chi gli sta intorno e in particolar modo da quelli che lavorano con lui. Questo  per quanto riguarda il lato professionale. Sotto l’aspetto umano, molti di voi lo hanno visto fuori dall’ambiente, per cui avete l’idea di quello che è come personaggio, sempre molto disponibile, molto altruista, la sua dote migliore è quest’ultima che ho detto. Spesso pensa prima agli altri che a se stesso questo è il personaggio Spalletti in linee generali, per sommi capi”.

 

Tavano

“Parlare dei singoli rimane difficile; accomuno, come aveva fatto Paolo (Bertelli, ndr), tutti quanti nell’eccellente modo di comportarsi, nei nostri confronti in particolar modo; subito si è creato questo feeling già dal primo ritiro, che era difficile da crearsi nel ritiro di due anni fa. Si è notata questa grande disponibilità alla quale faceva prima riferimento Paolo (Bertelli, ndr). Col crescere del rapporto e col passare del tempo questo si è consolidato, onestamente, per quanto mi riguarda ma credo di esprimere anche il loro parere, quando vinci con questa squadra, e provi qualcosa di più, perchè sei oltre ad essere felice per te stesso sei felice per i ragazzi che hanno avuto soddisfazione dalla gara. C’è la loro grande disponibilità e simpatia che è sempre evidente dentro lo spogliatoio, a volte anche sembra ecceda nelle manifestazioni però è sempre in maniera molto goliardica e simpatica. Per quanto riguarda Tavano che io e Paolo abbiamo già avuto qualche anno fa quando era ragazzo nella Fiorentina, devo dire che lui è introverso, ragazzo bravissimo, introverso di carattere, non esprime subito quello che effettivamente è; in lui va considerata questa difficoltà dell’ultimo anno perchè non è semplice vivere le vicissitudine da lui vissute e poi arrivare in un ambiente come quello di Roma e dover dimostrare nel poco tempo che ha a disposizione, essere essenziale avere la possibilità di esprimersi con continuità per dimostrare quello che è e spesso molti di questi ragazzi non l’hanno avuta questa possibilità, lui è fra questi che ha provato questo tipo di difficoltà; che il ragazzo sia di assoluto valore lo ha dimostrato, non occorre aggiungere altro, i numeri sono lì che lo dimostrano. Io credo che  sia solo questo che l’ha un po’ frenato. Ci metterei anche che nel momento in cui cominciava ad esprimere un po’ meglio le sue possibilità, ha avuto un infortunio e una piccola ricaduta che lo hanno condizionato ulteriormente”.

 

Quali sono le emozioni nel vincere la coppa Italia e com’è stata l’accoglienza a Fiumicino?

“Per quanto mi riguarda mi sono divertito talmente tanto che non vedo l’ora di vincere la prossima. Mi ricollego a quello che hanno detto loro, un’atmosfera particolare, portarla via da San Siro credo abbia aggiunto qualcosa alla soddisfazione che già avevamo provato la settimana precedente all’Olimpico. Speriamo sia un buon viatico per il futuro, naturalmente per il bene di tutti”.

 

FRANCESCHI

Descrivere Spalletti e com’è lavorare col mister?

“A questi livelli, per far bene, bisogna essere attenti a tutto e il mister è più che attento, cerca di guarda a tutti i particolari e a migliorarsi ogni giorno in tutte le cose che possono sembare minime, questo alla fine è il segreto del suo successo”..

 

Quali sono le emozioni nel vincere la coppa Italia e com’è stata l’accoglienza a Fiumicino?

“Vincere a Roma ha un gusto particolare per quello che riescono a darti tifosi e ambiaente e anche se non ero in vetrina a godere questa vittoria in prima linea, però mi ha lasciato un retrogusto molto particolare perchè vincere è una cosa cheti lascia un’emo

zione bellissima”.

 
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