Creato da MarioStaffaroni il 25/06/2011

italia solidale

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Nel Paese del ce l'ha imposto la Ue

Post n°25 pubblicato il 06 Marzo 2012 da MarioStaffaroni

 

I nostri principali partiti parlamentari hanno scelto, riparandosi dietro Monti ed i suoi ministri, di pareggiare il Bilncio statale italiano tramite maggiori e nuove Tasse. Scelta che ha precipitato intenzionalmente la intera nazione in recessione. Programmata volontaria e addirittura quasi triennale. Cioè, nella Povertà di massa.

 

Naturalmente il pareggio di bilancio si poteva realizzare in vari modi. Anche non recessivi.

Ma la maggioranza parlamentare attuale, dietro al Governo Monti, si è fatta riparo del "CE L'IMPONE L'EUROPA".


Ma è proprio così impossibile difendere i propri leciti interessi di popolazione e le lecite scelte nazionali anche dentro l'attuale Ue?

 

Eccoti allora a sorpresa la Spagna, si, proprio la Spagna, quella che sceglieva di votare per avere un Governo scelto dal suo popolo, dichiarare proprio sulla questione del Pareggio di Bilancio:

(tratto da Corriere della Sera del 3 marzo pag.9, di Luigi Offreddo)

 

(...) " Tre ore dopo aver firmato insieme ad altri 24 leader il "fiscal compact", il piano di rigore con tutti gli impegni che ne conseguono, il premier spagnolo Mariano Rajoy fa sapere che non potrà rispettare il primo di quegli impegni, il più importante: l'obiettivo del deficit pubblico per il 2012, già concordato con Bruxelles al 4,4% del prodotto interno lordo, viene improvvisamente rivisto al rialzo fino a quota 5,8%, una meta meno ambiziosa e molto più elastica.

Vale ancora, si preoccupa di confermare Rajoy, il traguardo finale del 3% fissato alla Spagna per il 2013: ci si arriverà certamente, ma per il 2012, <" è una decisione sovrana degli spagnoli, siamo molto tranquilli, abbiamo fatto una scelta sensata e ragionevole."> (...)

 

Ma non è solo Spagna, perché eccoti a ruota l'Olanda, come infatti si legge ancora nello stesso articolo:

 

(...) "L'Olanda, nazione considerata solida e ricca, uno degli ultimi 4 Paesi dell'Eurozona a vantare un rating da tripla A, e anche uno dei portabandiera dell'austerità contro il "<partito degli spendaccioni>", viene richiamata all'ordine perché anche lei ha sforato sul deficit: per il 2012 resterà al 4,5% del Pil, e toccherà l'obiettivo comune del 3% nel 2015, e non nel 2013. <<"Faremo tagli alla spesa pubblica perché questo ci sembra importante, non perché ce lo dice il commissario Ue Olli Rehn.">>, spega in tono un po' stizzito il primo ministro olandese Mark Rutte. (...)

 

Qualcuno ha mai visto comparse su uno qualsiasi dei media televisivi nazionali italiani queste notizie' ?

Qualcuno ha mai sentito degnare di una serata di approfondimento scelte alternative alle nostre e di questo segno? temo proprio di no.

 

Noi siamo fermi alla Catechesi Mediatica a reti unificate (pare proprio in effetti la vecchia Eiar di ventennio) del CE LO CHIEDE L'EUROPA E NON SI PUO' CHE ESEGUIRE. ALTRIMENTI CADE IL MONDO....

 

Certo, ci sarà chi pronto obietterà, ma l'Olanda se lo può permettere con la sua Tripla A e con il suo spread.

Perfetto, e altrettanto giusto.

 

Soltanto che, come leggiamo nell'articolo citato, se lo concede anche la Spagna. A quanto pare. La quale Spagna propone come noi italiani, una Triplice B di rating internazionale. Mentre, quanto a spread, noi la stiamo appena raggiungendo adesso su quei livelli dove essa si trova tranquilla fin dall'insediamento del suo nuovo governo eletto.

 

Allora?

 

Allora, forse cominciamo ad avere idee più chiare su cosa vogliano veramente dire quelle strane lettere di rating:

 

per l'Olanda:

Ah......Ah......Ah... che corrisponde in effetti quasi ad un sorriso sereno.

 

Leggibile appare forse anche la triplice B spagnola:

Bene...Bene...Bene

 

Ma temo risulti apparire altrettanto evidente cosa sottintenda la nostra tripla B:

Beeh...Beeh...Beeh

E il gregge italiano non proprio convinto, viene intanto infatti incanalato inesorabilmente per la tosatura nello stazzo del recinto dall'infaticabile Pastore tedesco incaricato di radunarlo proprio per questo.

 

Ci sono popoli che votano, ed hanno i Parlamenti ed i governi che si scelgono; e, se ritengono, spesso li cambiano.

 

Altri, invece, non avendo di che evocare il consenso della propria gente, riscoprono a volte una antica vocazione di tutte le decadenze italiane nel tempo: CHIAMANO IL POTENTE DI TURNO DALL'ESTERNO a puntellare, con la sua forza, il proprio potere malfermo.

 

E la loro gente?

Questo è tutto un altro discorso. Assente, pare, per ora, dal nostro presente.

 

 

 

 
 
 
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