Il Vento Del Tempo

Da un'antica leggenda tramandata di padre in figlio, nasce un romanzo...Storie e leggende da Atlantide!

 

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Capitolo III

Post n°8 pubblicato il 12 Febbraio 2006 da Lare_il_silenzio
 
Tag: Romanzo
Foto di Lare_il_silenzio

Poco dopo mi decisi ed entrai finalmente nell’edificio più grande e mi trovai in una sala enorme. Sulle pareti, una serie di affreschi magnifici, i più vivaci e complessi che avessi mai visto. Erano raffigurate scene di un assemblea di governo. Si notavano la varie caste: nobili, governatori, sacerdoti, scribi reali, vari ministri, alcuni militari ufficiali di alto rango. Sopra di loro predominava la figura di due donne. Cercai i cartigli reali, ma non trovai niente. Nessun nome, nessuna descrizione spiegava la loro presenza. Erano certamente due sovrane. Continuai ad osservare i disegni. La loro bellezza stava anche nel movimento. Non erano figure stilizzate ed immobili. Si aveva l’impressione che all’improvviso potessero staccarsi dal muro ed invadere la sala. Non avevo mai visto tanta perfezione. L’artista che le aveva disegnate doveva essere sicuramente un genio.
In fondo alla sala, divisa da una serie di enormi colonne, la sala consigliare. Contai 16 file di colonne che isolavano 17 navate. Questo conteggio mi riportò alla mente la sala ipostilla del tempio di Karnak.
-Che strano questo accostamento all’antico Egitto!- pensai.
Al centro, due troni di uguale misura. Il trono alla mia sinistra recava sul dorso un cartiglio reale e le file di poltrone alla mia destra recavano lo stesso stemma. Il trono alla mia destra recava un cartiglio reale diverso dal primo e ripetuto sulle poltrone alla mia sinistra. Rimasi un po’a guardare la sala consigliare. Non capivo la diversità di stemmi reali. Era come se quel popolo fosse stato governato da due forze diverse ed eguali. Forze che non si combattevano ma, al contrario, condividevano le loro opinioni, per concordare il benessere.
Ma cos’erano quelle due forze, da chi erano rappresentate e chi erano quelle due donne? Superai la sala consigliare mentre avevo sempre l’impressione che qualcuno mi osservasse. Pensai immediatamente che, forse, c’era qualcuno nascosto. Anzi, non avevo dubbi in proposito: niente sarebbe rimasto così intatto altrimenti.
Cercai in ogni luogo, in ogni stanza, in ogni più piccolo buco ma non trovai nessuno. Demoralizzato mi sedetti sullo scalino ai margini dell’immenso giardino. Un leone con una bellissima criniera mi si avvicinò e posò la testa sulle mie ginocchia. Lo accarezzai e lo coccolai. Faceva le fusa e giocava con la mia mano fra le fauci senza stringere. Sentivo la pesantezza della solitudine in quel paradiso. Con un balzo il leone si staccò da me e mi fece capire di seguirlo.
Mi condusse nei pressi di una villa. All’esterno aveva un giardino con nel mezzo una piscina. L’acqua era calda e pulita e, per un attimo, provai il desiderio di tuffarmici dentro, ma la curiosità prese il gusto dell’avventura. Entrai nella villa. Nell’ingresso una fontana a forma di sole da cui usciva un’acqua fresca e pura da bere. Oltre vi era un’unica stanza, spaziosa e solare. I mobili erano intatti. Un letto posto sotto un lucernaio guardava il cielo. Sul lato destro una toilette con uno specchio di bronzo lucido, qua e là sostanze polverose per il trucco e olii profumati. A sinistra trovai un armadio. Lo aprii e vidi vesti di lino dal taglio perfetto, simili a quelle indossate delle regine egizie.
In una rientranza della stanza a forma di elle, uno studio. Scaffali ricavati nella parete erano colmi di papiri. Mi tuffai in quei geroglifici. La scrittura era la stessa dei geroglifici egiziani, che per anni avevo studiato, solo più perfetti.
Iniziai così a conoscere questo popolo. Proveniva da un altro pianeta chiamato "Kemet", dove questo popolo pacifico aveva vissuto un’esistenza tranquilla. Le loro principali attività erano: la ricerca della perfezione spirituale, la scienza, l’astronomia, il culto degli dei e il benessere inteso come gioia di vivere. Avevano eserciti militari, ma non erano utilizzati per la guerra. La sola occupazione militare era quella di viaggiare nell’universo, alla ricerca di altri popoli per scambi culturali e economici. Avevano una gerarchia di governo basato su due poteri comuni e divisi: il potere di governo, prettamente amministrativo e legislativo, e il potere sacerdotale, spirituale e divino.
Paragonato alla civiltà egiziana in cui il potere sacerdotale e governativo appartenevano ad un solo uomo, il faraone (egli doveva non solo governava il paese, doveva fare anche in modo che l’Egitto fosse intriso di magia e dedicato anima e corpo al culto degli dei), per questo popolo era invece diviso in spiritualità e legislazione.

 
 
 
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Un blog di: Lare_il_silenzio
Data di creazione: 22/01/2006
 

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