Il Vento Del Tempo

Da un'antica leggenda tramandata di padre in figlio, nasce un romanzo...Storie e leggende da Atlantide!

 

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VIAGGIO NEL MONDO PERDUTO













 
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Quando una azienda si reinventa

Post n°141 pubblicato il 11 Maggio 2012 da Lare_il_silenzio
 

Il biglietto da visita non è mai da sottovalutare, in alcune circostanze può tornarci molto utile, per avere un ritorno di visibiltà, soprattutto ad eventi o appuntamenti non previsti.
Lo scopo di un biglietto da visita è promuovere al meglio noi stessi, la nostra attività, e cercare di differenziarci dalla massa.
Ed ecco che un'azienda si reinventa con un biglietto da visita nuovo, mantenendo i temi da sempre scelti, ma con una "aria" nuova, un "ambiente" più "caldo". Come per dire, siamo intrisi di nuova tecnologia ma restiamo quelli di sempre.



Grafica curata nei minini pariticolari, che attira l'occhio! Un biglietto da visita deve restare in tasca!

 
 
 

kerma e il Faraone Nero (2° Parte)

Post n°140 pubblicato il 06 Maggio 2012 da Lare_il_silenzio
 

Durò mille anni quel mondo di miniere d'oro, sacrifici umani e maxi-cubi. Poi, ai tempi di Thtmosi III, gli invidiosi Egizi distrussero Kerma e i Kushiti spostando la capitale più a sud, a Napata (oggi Karima), sotto uno strano monte dalla cima piatta e dalle pareti vericali, il Gebel Barkal (la "Montagna Pura"). Ma gli Egizi arrivarono anche a Napata, imponendo alla Nubia l'autorità dei loro re e dei loro dèi, primo tra tutti Amon. Quando iniziò l'epopea dei faraoni neri tutto ciò era ormai acqua passata: Kerma era morta da più di sette secoli.

A quell'epoca però anche l'Egitto di fatto non esisteva più: Tebe, capitale storica, era stata abbandonata e il regno si era frazionato in vari principati, spesso retti da ex-mercenari libici, ambiziosi quanto buzzurri. Quando studiano questo periodo, gli storici annaspano perchè non sanno a chi attribuire il titolo di faraone, in palio tra tre dinastie (XXII, XXIII, XXIV) che regnarono in contemporanea da cittadine di provincia del nord, promosse a capitali di se stesse: Bubasti, Sais e Tanis, impaludate tra i papiri del Delta.

Di questa anarchia approfittarono nel sud i Kushiti, che si presero una rivincita per le umiliazioni patite dai loro antenati: riconquistando l'indipendenza, scesero il Nilo e dilagarono oltre Tebe, al comando di un re di Napata. Come vendetta poteva bastare. Ma quando uno dei principi libici del Delta (Tefnakht, lo "zio Tom bianco" citato all'inizio) tentò di ricacciarli, i Nubiani decisero di farla finita: invasero il Nord e unificarono l'Egitto sotto la corona del figlio di Kashta, appunto Piye, che fu proclamato faraone.

"Era una rivoluzione epocale" commenta Eugenio Fantusati, docente di Antichità nubiane all'Università La Sapienza di Roma. "Per secoli l'Egitto aveva sfruttato le risorse minerarie della Nubia e trattato la sua gente con atteggiamenti a dir poco razzisti. Annettendo tutto il Nilo e portandone la capitale politica a sud, lontano dal Mediterraneo, i *faraoni neri* dimostrarono che avevano ben poco da imparare dagli egizi, sia da punto di vista militare che sotto il profilo culturale".

Ma la rivoluzione non fu tale solo per la storia d'Egitto: per la prima volta, infatti, un popolo di pelle scura sottometteva dei bianchi e il Terzo Mondo prevaleva sul Primo. Intorno alla Montagna Pura si sono trovate scritte che celebravano l'evento. Una irride i nemici battuti: "Le loro gambe tremavano come gambe di donne". Una si spertica in lodi per Piye: "Tu trasformi i tori in femmine". In una terza il faraone si autodedica un epitaffio che non è certo un esempio di umilità: "Gli uomini possono fare un re, ma a fare me è stato Amon".


Quelle scritte, frutto di un'apologia di maniere, non devono trarre in inganno, Piye non ripagò affatto con massacri e umiliazioni le angherie patite in precedenza dal suo popolo. Al contrario "I faraoni della XXV dinastia" conferma Fantusati "si adoperarono per far risorgere l'Egitto dalla decadenza. E ci riuscirono, perchè il loro Stato tornò presto a essere una superpotenza, in grado di tessere una straordinaria rete di relazioni internazionali".

 

 
 
 

kerma e il Faraone Nero (1° Parte)

Post n°139 pubblicato il 25 Aprile 2012 da Lare_il_silenzio
 

Basso Egitto, anno 720 a.C. (circa). In un palazzo di Eliopoli ci sono due uomini faccia a faccia: uno bianco e uno nero. Uno dei due, seduto sul trono, esibisce le insegne del potere: nella mano sinistra ha il flagello, nella destra il pastorale, mentre sul capo porta una calotta bianca-rossa decorata dall'ureo, il diadema d'oro a forma di cobra che per tradizione è riservato ai faraoni e al dio Osiride. L'altro uomo ha dei vestiti laceri, l'aria rassegnata: prono e a capo chino, chiede clemenza al suo interlocutore e gli giura obbedienza eterna.
A quanti uomini neri è toccato fare altrettanto di fronte ai conquistatori bianchi che li avevano sottomessi e schiavizzati? La storia non li conta. E la letteratura ne cita uno a simbolo di tutti: il celebre Zio Tom, creato nell'Ottocento dalla scrittrice americana Harriet Beecher Stowe. Ma la cosa strana è che a Eliopoli i ruoli consueti sono invertiti: infatti lo "Zio Tom" genuflesso è bianco, mentre il re sul trono è nero. Il primo si chiama Tefnakht e ha sangue mediterraneo. Il secondo si chiama Piye e viene da Npata, nell'Alta Nubia (ora Sudan).
Oggi nessuno conoscerebbe la scena descritta sopra se nel 1862, vicino alla città sudanese di Kerma, un ufficiale ottomano non avesse trovato una stele con l'atto di sottomissione di Tefnakht, ex-ribelle, al re nero Piye. Nel testo, il bianco si descrive come un pezzente: "Ho il capo scoperto e le vesti in cenci". Poi invoca pietà: "Io certo sono un miserabile, ma non punirmi in proporzione al mio crimine". Infatti si auto-espropria: "Vadano al tuo tesoro tutti i miei beni: oro e ogni pietra preziosa e anche il fiore dei miei cavalli".
Raramente lo si ricorda, ma per cent'anni sull'antico Egitto regnarono faraoni dalla pelle scura: cinque re della stessa famiglia, nota come XXV dinastia. Venivano dal deserto, erano armati solo di archi e frecce, ma i loro architetti facevano miracoli: costruirono templi imponenti, eressero piramidi le più aguzze mai viste sul Nilo, tentarono addirittura di scolpire a forma di cobra un intero monte. Il primo faraone nero fu appunto Piye (o Piankhy), seguito dal fratello Shabata, dai figli Shabataka e Thaparqa, infine dal nipote Tunitamon.

 

 

Tutto ciò accedeva fra il 747 e il 656 a.C., quando Roma era solo un neonato villaggio di pastori, impegnati in risse di paese coi vicini Sabini, allevatori contenti. Invece l'Egitto allora detto Tawy ("Due Terre"), aveva già alle spalle 2.500 anni di Storia ed aveva già vissuto e perduto la sua età dell'oro: prima aveva raggiunto la massima potenza militare col "Napoleone d'Africa" Thutmosi III (1458-1424 a-C.); e poi aveva toccato il culmine del prestigio con Ramses II (1279-1212 a.C.), il faraone di Mosè per intenderci; infine si era avviato al declino. Anche la Nubia, allora chiamata Kush, aveva storia da vendere. Intorno al 2.500 a.C. aveva visto nascere un regno con una grande capitale (Kerma) e ricche miniere d'oro. L'archeologo Charles Bonnet, dell'Università di Ginevra, che dagli anni '70 condusse scavi nella zona, disse che "Era il primo vero Stato d'Africa Nera". Grazie, anche, a Bonnet, oggi sappiamo molte cose dei primi Kushiti: che mummificavano i morti; che costruivano case di mattoni crudi; che avevano una sorta di parlamento, con sede in un edificio circolare.
Sappiamo anche cose poco simpatiche: per esempio che, quando un notabile moriva, veniva sepolto in grandi tumuli a forma di torta, in compagnia di arieti (animali sacri) o schiavi vivi. Invece una cosa che tutt'ora non si sa a cosa servisse, sono alcuni enormi edifici cubici, detti DEFFUFA, che sorgevano al centro della città di Kushite. Oggi Kerma è solo un paesino circondato da rovine, ma la sua Deffufa, benchè malconcia, è ancora in piedi. E fuori porta sono state trovate "torte" larghe fino a 100 metri: una conteneva i resti di 400 persone.

 
 
 

Una Vita Tranquilla

Post n°138 pubblicato il 23 Aprile 2012 da Lare_il_silenzio
 

Stavo cercando tra i miei spartiti una canzone che non ho trovato! Invece sono inciampato (letteralmente) su questa canzone:
Festival di Sanremo 2008 - Vita tranquilla di Tricarico
E' una voce fragile, indifesa, perfetta per questa canzone. Chi si attacca alle fesserie (stonature, bruttezza del cantante, sregolatezza) è completamente privo di anima, di sentimenti e di orecchio!! Io lo trovo un cantautore da ascoltare col cuore!


 
 
 

Dedicato a Dany e Alonso

Post n°137 pubblicato il 19 Aprile 2012 da Lare_il_silenzio
 

Eugenio Finardi - Patrizia

 

 
 
 

Chitarra classica

Post n°136 pubblicato il 19 Aprile 2012 da Lare_il_silenzio
 
Foto di Lare_il_silenzio

Per amare veramente una donna
per capirla, devi conoscerla profondamente
sentire ogni pensiero, vedere ogni sogno
e darle ali quando lei vuole volare


Questo è per te amore che ami la chitarra classica
Duetto di Jazz Classics S'il Vous Plait
compositore John Pisano

In questo caso prima chitarra IO e accompagnamento il mio amico A.T.

 
 
 

19 marzo 2012

Post n°135 pubblicato il 19 Marzo 2012 da lunedi.bs
 
Foto di Lare_il_silenzio

Questa è l'idea che ho sempre avuto di te come padre.

Di un uomo presente, sempre e comunque, in ogni istante. Il regalo più bello che potessi fare ai miei figli.

Ed anche per questo ti ho sposato.

Tanti auguri bellissimo, stupendo, adorabile Papà!!

 
 
 

festa della donna

Post n°134 pubblicato il 08 Marzo 2012 da Lare_il_silenzio
 
Tag: Poesia

 
 
 

Buon Compleanno Amore!

Post n°133 pubblicato il 05 Maggio 2011 da lunedi.bs
 

 
 
 

Mizy

Post n°132 pubblicato il 05 Marzo 2011 da Lare_il_silenzio
 

 

Questa nuova peste sta già facendoci impazzire,
maaaa guardate che bellezza!!

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Lare_il_silenzio
Data di creazione: 22/01/2006
 

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