Creato da atsinistra il 09/01/2011
a sinistra
il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)
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Post n°111 pubblicato il 28 Ottobre 2012 da atsinistra
Con questo paradigma in una società dove la dipendenza dalla robotica, e dalla computerizzazione è alla base di processi produttivi, della gestione della pubblica amministrazione e della supervisione di delicati interventi in campo sanitario, possiamo comprendere quanto viene delegato a “scatole nere” (software proprietario) di cui non conosciamo il contenuto e su cui non c’è comunque possibilità di intervenire in caso o di necessità o più semplicemente se le nostre esigenze diventano altre e vorremmo personalizzare ai nostri bisogni il software stesso.Non a caso alcuni di questi prodotti sono di “proprietà” di multinazionali che in un circolo vizioso arrivano a condizionare l’hardware stesso sul quale viene installato in un circolo vizioso di consumo e dipendenza. L’uso del software libero quindi, non è e non vuole essere solo un utilizzo di software gratuito ma anche un impegno a far si che i nostri saperi uniti a quelli degli altri, contestualizzato ai nostri bisogni diventi una risposta sana, democratica e condivisa dando la possibilità di crescere a culturalmente e tecnicamente ad una nuova generazione di informatici .
Richard Stallman è stato tra i primi a confrontarsi su queste tematiche e il valore etico che scaturisce dal suo operato è un patrimonio gia oggi condiviso a livello planetario dalle comunità che sviluppano e mettono in rete software libero. Se la filosofia parte dai propri bisogni è pur vero che con questa logica anche chi non ha la possibilità di acquistare software proprietario, e pensiamo al sud del mondo, quello libero può non solo scaricarlo e utilizzarlo, ma diventare protagonista di un suo ulteriore sviluppo richiudendo la forbice tra chi ha e chi non ha le possibilità . La massificazione del PC ha fortemente spinto verso una induzione dei bisogni da parte di chi ha monopolizzato il mercato, e le recenti scene di idolatria verso oggetti come l’iphone 5 è una resa culturale ancor prima che di mercato. L’adozione del software libero rappresenta infatti una alternativa alla cultura del tutto servito e tutto ignoto ed una gestione democratica dei “saperi”. per saperne di più :
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