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La leggenda narra che una donna bellissima vestita di pelle di daino bianca
fu mandata sulla terra per parlare al Popolo Sioux.
 I Sioux vivevano nel bene contro il male, nell'armonia contro la discordia
e perciò erano degni di ricevere la pipa che ella custodiva per l'umanità.
Essa era il simbolo della pace tra gli uomini.
Fumare la pipa significava comunicare con il Grande Spirito.

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La mia mano non è del colore della tua,
ma se mi pungo uscirà sangue e sentirò dolore.
Il sangue è dello stesso colore del tuo,
Dio mi ha fatto e sono un uomo.

Orso in Piedi

 
 

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Creato da: auressa il 13/09/2006
spesso realtà,fantasia e magia danzano per mano su un raggio di luna

 

 

Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 17 Novembre 2006 da auressa

Impara ad arrivare alla mia anima

e il mio corpoimmagine

potra' vibrare percependo

ogni minimo sfiorar

delle tue mani

 
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Le quattro candele

Post n°41 pubblicato il 12 Novembre 2006 da auressa

Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso,
che si poteva ascoltare la loro conversazione.

La prima diceva:
"IO SONO LA PACE,
ma gli uomini non mi vogliono:
penso proprio che non mi resti altro da fare
che spegnermi!"
Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.

La seconda disse:immagine
"IO SONO LA FEDE
purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me,
non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
"IO SONO L'AMORE
non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano
E non comprendono la mia importanza.
Troppe volte preferiscono odiare!"
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.

...Un bimbo in quel momento entrò nella stanza
e vide le tre candele spente.
"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,
io ho paura del buio!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.

Allora la quarta candela, impietositasi disse:
"Non temere, non piangere:
finchè io sarò accesa, potremo sempre
riaccendere le altre tre candele:
IO SONO LA SPERANZA"

Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.

CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA

 
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Le due anfore

Post n°40 pubblicato il 24 Ottobre 2006 da auressa

immagineOgni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua.
L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto piu che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione:
"Non perdo neanche una stilla d'acqua, io!".
Un mattino, la vecchia anfora si confido con il padrone:
"Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite".
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse:
"Guarda il bordo della strada".
"Ma e bellissimo! Tutto pieno di fiori!" rispose l'anfora.
"Hai visto? E tutto questo solo grazie a te"disse il padrone.
"Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno".
La vecchia anfora non lo disse mai a nessuno, ma quel giorno si senti morire di gioia.

Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, possiamo fare meraviglie con le nostre imperfezioni...


 
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Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 19 Ottobre 2006 da auressa

Sarò l'angelo dei tuoi sogni......

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...e il diavolo delle tue passioni

 
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Livia Turco: Si, alla cannabis terapeutica

Post n°38 pubblicato il 17 Ottobre 2006 da auressa

immagineLa marijuana come terapia antidolore. Il disegno di legge a firma del ministro della salute, Livia Turco, è pronto e già venerdì verrà discusso nel consiglio dei ministri. Si apre dunque la strada alla cosiddetta immaginecannabis ad uso terapeutico, negato dalla precedente legge sulla droga che la considerava priva di utilità curativa. Tesi ora smentita: se la legge passerà, contro il dolore cronico la si potrà acquistare in farmacia. Come d'altronde già avviene negli Stati Uniti, in Canada, Svizzera, Belgio, Olanda, Gran Bretagna e Germania. "Attendo di conoscere la proposta del ministro Turco, dobbiamo vedere se la proposta prevede che questi derivati dalla cannabis viene prescritta dal medico per esclusivo uso terapeutico oppure se si cerca di aggirare il divieto della sua assunzione".immagine
L'introduzione del principio della cannabis per la terapia antidolore "è un modo, tra i tanti, di aiutare malati oncologici, di Ads, di sclerosi multipla e tanti altri a soffrire meno: gli spinelli non centrano", ha detto la Turco. Nelle prossime settimane all'università la sapienza di Roma partirà la prima sperimentazione sull'effetto della canapa indiana sui malati oncologici gravi. Un passo obbligato per introdurla definitivamente negli ospedali, perché sulla sua efficacia i risultati sono già chiari. immagine

 
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Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da auressa

         Puo darsi un giorno
 ti riesco a toccare....con i colori si può cancellare il più avvilente e desolante
squallore
                                  

 
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Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 11 Ottobre 2006 da auressa

immagineSveglia la tua anima sacolta fiera il suono della natura...senti ...canta per te...danza con lei...e non ti sentirai piu sola

 
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I dragoni e le anatre

Post n°34 pubblicato il 10 Ottobre 2006 da auressa

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Tutte le anatre si levarono in volo dalla palude: qualcuno le aveva avvertite in tempo, prima che i dragoni le attaccassero.

Dall'alto, esse videro infatti, sulla riva, un gran numero di serpenti: avevano tutti una cresta e grosse zampe munite di artigli.

I dragoni decisero di attraversare la palude per andare in cerca di cibo sull'altra sponda; ma non sapevano nuotare.

Allora si intrecciarono gli uni con gli altri, si disposero come la trama di un tessuto, facendo una sola superficie che sembrava un enorme graticcio, e tenendo tutti la testa fuori dall'acqua attraversarono insieme la palude come se fossero stati una zattera.

- Lo vedete? - gridò l'anatra più anziana alle compagne. - Vedete che cosa si può fare a stare uniti? -     

( Leonardo Davinci )

 
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Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 09 Ottobre 2006 da auressa

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Questa leggenda ha accompagnato la mia infanzia....è dolcemente magica...

Post n°32 pubblicato il 05 Ottobre 2006 da auressa

La storia del pettirosso

 

Sono sicura che tu già conosci la vita di Gesù, certamente l’avrai sentita raccontare tante volte, ma sono altrettanto certa del fatto che non hai mai sentito parlare di un piccolo uccellino, della famiglia dei passeracei, un uccellino, piccolo, ma curioso oltre ogni dire e generosissimo.
Per sapere cosa accadde occorre tornare, con la memoria di quanto ci hanno raccontato, al tempo in cui Gesù fu condannato a morte con il supplizio della croce.
Egli procedeva ricurvo sotto il peso del triste strumento della sua tortura e della sua morte, quando un uccellino, che volava nei pressi, incuriosito dalla folla che seguiva Gesù, si mise a sorvolare tutta la zona fino ad arrivare alla testa del corteo. Quando fu su Gesù cercò di capire perchè mai tutti seguissero questo pover’uomo, ma guardandolo meglio, con gran dolore si accorse che egli soffriva, oltre che per il grande peso della croce, anche perchè la sua bella testa bionda era stata cinta da una corona di spine che lo ferivano facendolo sanguinare.immagine
"Ma dove lo portano quel poverino?", si chiese l’uccellino e, intanto, lo seguiva preoccupato e addolorato.
Finalmente il triste corteo si fermò, erano giunti sul colle chiamato Golgota, i soldati che scortavano il condannato gli avevano tolto dalle spalle il pesante fardello e lo stavano facendo spogliare. Ecco, lo facevano distendere sulla croce, in un attimo l’uccellino capì che quei lunghi chiodi servivano per fermare al legno le mani e i piedi di Gesù. Immediatamente pensò di impedirlo cercando di portarli via, ma ..... quanto pesavano! Per quanti sforzi facesse, non riusciva a sollevarli nemmeno di un centimetro.
La croce fu issata ed il condannato cominciò la sua agonia. Ogni tanto Gesù alzava gli occhi al cielo, erano occhi che esprimevano un’immensa sofferenza, l’uccellino li guardava e soffriva anche lui per quel poveretto e non si stancava mai di girare in volo sulla sua testa per studiare la maniera per alleggerire almeno un po’ le sue sofferenze.
Ma poco poteva quel  piccolo esserino grande ancor meno che un pugno di bambino, o forse no, qualcosa aveva trovato che potesse alleggerire le sofferenze di Gesù. C’era una spina della corona, che ancora gli cingeva il capo, che gli si era conficcata nella tempia e lo faceva sanguinare più delle altre. Con un immane sforzo l’ uccellino, sbattendo forte le piccole ali, prese nel becco la spina e con uno strattone la strappò dalla tempia di Gesù e in quello stesso istante Gesù esalò l’ultimo respiro.
L’ uccellino fece ritorno al nido e qui incontrò altri uccellini che commentavano fra loro quanto era accaduto sul Golgota, solo lui era silenzioso fino a quando qualcuno gli disse: "Ma guarda che sporcaccione! Mangi bacche rosse, ti sbrodoli tutto il petto e poi non ti netti le piume!"
Il passerotto corse, allora, allo stagno per lavarsi, ma per quanto strofinasse e bagnasse, la macchia rossa non veniva via, anzi, diventava sempre più rossa e brillante.
Gesù era stato sepolto, ma al terzo giorno, come sai, resuscitò.
Egli camminava per un sentiero di campagna e andava ad incontrare i suoi apostoli che, chiusi in una casa, aspettavano la sua venuta, quando sulla sua testa cominciò a svolazzare un uccellino, ma sì, era proprio lui, quello che con  un moto di grande pietà e generosità gli aveva estratto la spina dalla tempia, quello che si era macchiato il petto con una goccia del suo sangue, lo riconosceva dallo sbattere delle ali e dalla macchia rossa sul bianco del petto. Gesù lo benedisse e nel ricordo della sua bontà volle che questa macchia si trasferisse su tutti gli uccellini che da lui fossero nati dando luogo ad una nuova specie che si chiamò "PETTIROSSO"   

 ....Ancora oggi il pettirosso è il simbolo della generosità

 
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Pace non è solo il contrario di guerra, non è solo lo spazio temporale tra due guerre....
Pace è di più. E' la legge della vita. E' quando noi agiamo in modo giusto e quando
tra ogni singolo essere regna la giustizia.

(Detto irochese)
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Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza

Dante Alighieri 

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La realtà dell'altro non è in cio' che ti rivela, ma in quel che non puo' rivelarti.
Percio', se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice.

Kahlil Gibran

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SE PUOI SOGNARLO,

PUOI FARLO (Walt Disney)

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