L'amica Annuska, che raccontava della transpolesana, mi ha fatto ricordare i viaggi che facevo da piccolo per andare al mare. E ragazzi, quelli sì che erano viaggi. Si partiva dal villaggio fra le montagne vicino a Erto, prima con la 600, poi con l'850, ma i miei ricordi partono dall'opel kadett. Opel Kadett coupé, eh, robe non dico da signori , ma da ceto medio. E il ceto medio, in quegli anni, stava bene. Poi, a ben pensarci, si stava davvero così bene? Dai miei ricordi si stava peggio di oggi; la mia famiglia, come dicevo, non se la passava affatto male, mia madre era maestra, mio padre aveva un buon lavoro, quindi potevamo considerarci quasi benestanti, per l'epoca. Però, nonostante ciò, ci si potevano concedere ben pochi dei lussi che ora sembrano normali. Ad esempio, i ristoranti esistevano soltanto per matrimoni e comunioni, per il resto si andava una volta o due al mese in pizzeria. I vestiti si riciclavano per più fratelli, e i giocattoli? Uno per San Nicolò e uno per il compleanno, basta. Quindi, dove si poteva andare al mare? Non a Cuba, non in Sardegna, non in Grecia, nemmeno alle Maldive: si andava alla pensione Tiberti di Igea Marina! Ed era bellissimo. Però non capivo una cosa: leggendo Topolino - che per me era la più importante forma di informazione - si vedevano Paperino e i nipoti che mettevano i piedi nelle tinozze con l'acqua ghiacciata per sopportare il caldo, e facevano di tutto per andare al mare a prendere il fresco. Ecco, al mio paese faceva molto più fresco che al mare, quindi i conti non mi tornavano affatto.
Ma mi sembra di aver iniziato questo post per parlare del viaggio...vabbè, troppo tardi, alla prossima puntata.
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