In merito alla proposta di legge sull’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’imparzialità dei libri di testo scolastici, l’AIE non può che ribadire con forza i propri valori: la libertà d’impresa e la libertà di offerta didattica e culturale. Valori che chiamano in causa la responsabilità degli editori, sulla base di principi costituzionali e di norme del codice. Principi e norme che risultano del tutto inconciliabili con interferenze politiche su criteri di verità, superiorità o infallibilità di questa o quella scuola di pensiero. La libertà d’impresa e di mercato è una delle fondamentali condizioni e manifestazioni della effettiva libertà di un Paese. Una condizione che non è compatibile con elenchi di prodotti da prescrivere e commissionare o con liste di proscrizione stilate magari solo citando alcune frasi artatamente estrapolate. La pluralità delle case editrici e dei loro prodotti didattici che operano in una situazione di libera e forte concorrenza corrisponde alla pluralità della domanda, dei docenti e degli utenti, che si orienta secondo convincimenti propri, come si conviene ad un Paese democratico quale è il nostro. Gli editori propongono ai docenti gli strumenti didattici e solo ai docenti stessi spetta poi, in totale autonomia didattica e pedagogica, la scelta dei testi che ritengono più opportuni e funzionali al processo di apprendimento. Ben vengano dunque le discussioni culturali, ma che siano ben distinte da interferenze dirigiste, d’ispirazione prettamente politica, sulle scelte editoriali. |
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il 30/10/2023 alle 18:31
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